Montale cronista dell'evento. Fellini gira «Lo sceicco bianco»

Montale cronista dell'evento. Fellini gira «Lo sceicco bianco» Montale cronista dell'evento. Fellini gira «Lo sceicco bianco» sono già a Venezia quando a Palazzo Labia, affacciato sul Canal Grande, cornucopia di affreshi del Tiepolo, il miliardario messicano Carlos de Desteguy, che ha comprato la reggia per settecento miloni di lire, offre una festa di cui si spettegolerà - arte diclinata a Venezia in maniera sublime - per anni. Si parla di seni nudi, di Cleopatre vestite di niente portate in lettiga da «schiavi)) veramente africani, allora piuttosto rari. Tutti sono in maschera, c'è Christian Dior, Orson Welles, l'Aga Khan, Barbara Hutton, un Pio di Savoia (rami cadetti, dicono), ci sono tutti e quando onnai è l'alba e il trucco delle signore sfatto, l'onorevole Ariosto incontra in vaporetto qualche invitato che toma a casa e lo saluta «portando una mano alla bocca per una schioccante pemacchia govemativa». Ma l'uomo politico più mediatico di quei mesi è Angela Maria Cingolani Guidi prima donna a diventare sottosegretario, nel settimo governo De Gasperi; si fa fotografare in tailleur virilissimi mentre fuma una sigaretta infilata in un bocchino e con la mano destra spegne il cerino agitandolo nell'aria: l'audace pare un cow-boy. Federico Felhni gira Lo sceicco bianco con Alberto Sordi e, mentre alla Fenice si prova, Rashomon di Kurosawa vince il Leone d'oro alla Mostra del Cinema. E' un settembre vischioso di umidità, niente a che vedere con l'aria tersa del Grand Capucin, sulla catena del Bianco, che Luciano Ghigo e l'operaio metalmeccanico ventunenne Walter Bonatti hanno scalato salendo lungo il granito levigato come una biglia della parete est. Il libretto di The Rake's Progress è una ((favola» scritta dal poeta inglese Wiston Hugh Auden, sposo di Erika, figlia di Thomas Mann, combattente repubblicano nella guerra di Spagna, ex maestro elementare, futuro titolare della cattedra di poesia a Oxford. E' stato Aldous Huxley a fare il contatto tra il poeta e il compositore, che invita dire di nuovo, a suo modo, ciò che è già stato detto». Una festa funeraria, un' esequie col mezzo sorriso, la consapevolezza che veniamo dopo un meraviglioso e ingombrante passato e l'artista, oggi, è un gran buhmico che tutto divora e - i migliori - tutto assimila. Lo carriera del libertino sarà il primo di una nuova serie di melodrammi, o la riprova della fine del genere? Oggi sappiamo: né l'una, né l'altro, se mettersi in maschera è diventato un passatempo frequente di tanti compositori, privi del genio di Stravinskij, e se la scena, il teatro, rimangono un orizzonte sempre ambito, un luogo irrinunciabile dell'espressione musicale. Il cronista Eugenio Montale, per seguire degnamente l'evento, soggiorna una settimana al Danieli e lascia corrispondenze memorabili. Il 12 settembre, il giomo dopo la prima, il Comune offre nella sua sede di Ca' Farsetti, un «vermut d'onore»: «Stravinskij è accolto dagli applausi di un centinaio di peoni in ciabatte, con la camicia sciolta sui pantaloni sbracalati, logori pullover attorcigliati sul davanti o sul didietro e ciuffi di setole giallastre sfuggenti dal cerchio degli occhiali neri. Mi spiegano che non si tratta di peoni ma della quintessenza più squisita dell'intelligenza mondana. Parlano una koiné anglo-romanesca {E progresso del rocchio) e si conoscono tutti fra loro». Il maestro, alto, elegantissimo, si inchina a ogni stretta di mano, «rimbalzando come un burattino di gomma». Si chiude la Biennale, re Faruk è ripartito da Capri con la seconda moghe, che appare spaurita quanto lui incombente, i duchi di Windsor lasciano Rapallo. Le prime nebbie, come ogni novembre, calano su Venezia mentre, nemmeno cento chilometri più a sud, il Po tracima lungo il suo delta, seppellisce interi paesi, fa strage. L'Italia patisce la prima grande catastrofe naturale de dopoguerra. Non l'ultima. Una scena de «Lo sceicco bianco» di Federico Fellini interpretato da Alberto Sordi v

Luoghi citati: Capri, Italia, Oxford, Rapallo, Spagna, Venezia