Meda italiani in Iraq per salvare la sanità

Meda italiani in Iraq per salvare la sanità LA FARNESINA RECLUTA UNA «TASK FORCE» DI SPECIALISTI Meda italiani in Iraq per salvare la sanità La missione durerà un anno, costerà 22 milioni di euro e sarà guidata dai direttore generale dell'Istituto Superiore di Sanità. Le priorità: disinquinamento dell'acqua, vaccinazioni, ricostruzione degli ospedali Giacomo Galeazzi ROMA A fornire i medici per curare i grandi ustionati sarà il Cto di Torino. I pediatri, invece, arriveranno dal Gaslini di Genova. Dalla Farnesina verranno reclutate «task force» di ginecologi, infettivologi e altri speciahsti, con il compito di rimettere in moto la sanità irachena. Per un anno, con un finanziamento iniziale di 4 milioni di euro approvato dall'ultimo consiglio dei ministri (su un totale di 22), saranno i «camici bianchi» italiani a far funzionare gli ospedali nell'Iraq post-bellico. La missione, guidata dal direttore generale dell'Istituto superiore di sanità Sergio Licheri, comincerà dalla «riabilitazione e rafforzamento» del Laboratorio pubblico di Baghdad e delle sue strutture periferiche. «Ci occuperemo innanzitutto delle sostanze contaminanti presenti nell'acqua, nel suolo e nell'aria - spiega Licheri -. L'intervento si articolerà in tre successive fasi: emergenza e assistenza umanitaria, transizione, ricostruzione». Le strutture sono in una situazione disastrosa. L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l'allarme colera: due ospedali hanno registrato casi di contagio e si teme un'epidemia. «Dai frigoriferi - racconta Licheri - sono stati rubati persino i virus della poliomielite. La popolazione getta i rifiuti nel fiume Tigri, poi beve quell'acqua: basta poco per far scoppiare un'apocalisse». La mancanza di acqua potabile durante la guerra aveva già portato gh esperti dell'Oms a temere un devastante focolaio. Gh ospedali adesso stanno registrando un grande numero di ricoverati con diarrea e altri problemi gastrointestinali. Durante i bombardamenti, gli impianti di approvvigionamento dell'acqua sono stati colpiti e molte aree sono rimaste a lungo senza accesso alle risorse idriche. Una città di due milioni di abitanti come Passera ancora oggi non ha un servizio pienamente ripristinato. L'incubo è una catastrofe sanitaria come quella che in Zaire uccise in tre settimane 50 mila profughi del Ruanda. I medici italiani, quindi, hanno l'incarico di combattere le patologie della malnutrizione e prevenire le epidemie. La priorità è proprio il disinquinamento dell'acqua, del suolo e dell'aria. «Verrà approntato - afferma Licheri - un sistema di vaccinazioni, sorveglianza epidemiologica e intervento rapido di diagnosi e contenimento. Solo così possiamo scongiurare il propagarsi di epidemie sul territorio». L'Itaha rafforzerà il sistema sanitario iracheno con la creazione, a fianco del laboratorio nazionale, di una rete di presidi sanitari regionali in grado (prima provvisoriamente e poi in via stabile) di servire l'intero Paese. «Nel settore medico-sanitario abbiamo una lunga tradizione di cooperazione con l'Iraq - evidenzia Licheri -. I nostri esperti hanno già provveduto alla riabilitazione strutturale e funzionale dell'ospedale generale Al Numan a Baghdad, che serve oltre due milioni di persone». L'intervento italiano comprende, oltre alla ricostruzione edilizia, il ripristino delle linee elettriche, l'ampliamento di interi reparti e la fornitura di arredi e macchinari. In una fase successiva le «task force» faranno rientrare in funzione gh ospedali (come il Pediatrico di Kadhimia, nel quartiere più povero della capitale) e ne potenzieranno mezzi e risorse. La Farnesina ha ricevuto da numerosi presìdi ospedalieri della penisola l'offerta di inviare medici specialisti in Iraq, soprattutto pediatri per la chirurgia infantile. «Dai contatti continui che intratteniamo con l'Ufficio di coordinamento per l'assistenza umanitaria dell'Onu - confermano al Ministero degli Esteri sappiamo che acqua ed elettricità continuano a essere drammatiche emergenze. Non basta distribuire l'acqua "una tantum", bisogna garantirne l'afflusso continuo riparando gh impianti di depurazione e riabilitando le reti idriche». In tandem con il Programma alimentare mondiale, è stata attivata una prima unità ospedaliera da campo e, nell'ambito della cooperazione italiana nel Sud dell'Iraq, sono stati fomiti medicinali, attrezzature logistiche e sanitarie di pronto soccorso, alimenti ad alto contenuto nutritivo. «Cibo e medicine sono difficili da distribuire - osservano alla Farnesina - e rischiano di finire sul mercato nero. Il programma, dunque, punta a normalizzare la situazione attraverso la vigilanza negli ambulatori, l'organizzazione ospedahera, la formazione e l'aggiornamento del personale secondo parametri intemazionah. Servono manager, oltre che clinici». Il funerale di Odai Ahmad, ucciso dai soldati americani: gli amici che portano la bara urlano contro le truppe di occupazione

Persone citate: Gaslini, Giacomo Galeazzi, Licheri, Meda, Odai Ahmad, Passera, Sergio Licheri