Più sicurezza senza perdere tempo di R. Mas.

Più sicurezza senza perdere tempo VERDI; SERVE UNA SOLUZIONE DEFINITIVA, MOLTI LUOGHI SONO NELLA STESSA SITUAZIONE DI ANNI FA Più sicurezza senza perdere tempo «I siti non sono bombe, ma vanno controllati» retroscena ROMA nau UANTO sono sicuri i siti italiani in cui sono stati stoccati matenucleari? E come sono tenuti? «Non sono bombe a orologeria e non sarei allarmista - dice l'esponente di Legambiente ed ex deputato Massimo Scalia - ma non posso dire che siano siti posti in sicurezza». Una commissione parlamentare, presieduta dallo stesso deputato verde, indagò già nel '99, giungendo all'incirca alle stesse conclusioni esposte Jean. Ci fu anche allora una certo allarme ma poi tutto restò lì dov'era e non furono prese delle decisioni operative. I siti che contenevano scorie nucleari cominciarono a essere smantellati, nel senso che questo materiale fu portato in gran parte a Sellafield (Inghilterra), il maggior impianto di trattamento di queste scorie presente in Europa. «Oggi - secondo Scalia - i siti con rifiuti nucleari non si può dire che siano a rischio immediato per la popolazione e quindi non bisogna lanciare allarmi, sono semplicemente nella stessa situazione in cui si trovavano anni fa. Una soluzione definitiva non è stata presa». Indubbiamente Caorso è il sito che ha la maggiore quantità di materiale. Quanto a Saluggia non si può dire che sia un sito sicuro. «È vero ammette Scalia - che è stato costrui¬ to un muraglione per difenderlo da rischi di piena, ma che questo possa considerarsi una messa in sicurezza totale del posto non me la sentirei di dirlo». Dunque non c'è da preoccuparsi nella cittadina piemontese, ma non bisogna neppure rimandare oltre la soluzione definitiva di questo problema che già attende da troppo. Certamente l'ipotesi di un «sito definitivo» è un progetto interessante che la Commissione, a suo tempo, aveva sollecitato. Il vero rischio che si presenta, semmai, è quello del trasporto. «In Gennania, per esempio sono rigorosamente codificate tutte le operazioni relative al trasporto di scorie radioattive: asportazione, imballaggio, carico, trasporto e utilizzo dei mezzi. Ed è prevista anche una adeguata informazione alle popolazioni dei centri che un tale convoglio attraversa. Ecco, tutto questo qui da noi si fa con maggiore disinvoltura. Il deposito unico è la soluzione giusta. Il problema sarà individuarlo, costruirlo con tutti i requisiti possibili di sicurezza, e soprattutto farlo accettare alle popolazioni». In effetti, dopo quello tecnico, l'aspetto più spinoso sarà quello politico: come reagirà il Comune nel cui territorio sia stato individuato il «sito» ideale per il deposito delle scorie nucleari? Secondo Scalia «la questione è tutta nella corretta informazione. I cittadini devono capire che un posto deve essere individuato a vantaggio di tutti. Che ogni possibile forma di sicurezza deve essere garantita senza margini di incertezza. E poi bisogna dare un indennizzo adeguato a quel comune, ma non come risarcimento di un possibile danno che, per l'appunto, non deve esserci, ma semplicemente per il mancato utilizzo del territorio. Tutto qui. Ma il vero rischio - conclude Scalia - è che anche questa volta si faccia un gran baccano, e nulla di fatto», [r. mas.]

Persone citate: Massimo Scalia, Scalia, Verdi

Luoghi citati: Caorso, Europa, Inghilterra, Legambiente, Roma, Saluggia, Sellafield