Abu Mazen e Arafat ai ferri corti

Abu Mazen e Arafat ai ferri corti CONFERMATE LE DIMISSIONI DEL CAPO DEL GOVERNO PALESTINESE DA AL FATAH Abu Mazen e Arafat ai ferri corti il premier accusato di arrendevolezza con Israele YarivGonen TEL AVIV Dopo appena settanta giorni di governo Abu Mazen è ai ferri corti con il presidente palestinese Yasser Arafat, secondo il quale il suo primo ministro non è riuscito a ottenere da Israele una contropartita adeguata alla tregua imposta dieci giomi fa a Hamas, Jihad islamica e Al Fatah. Ieri Abu Mazen ha chiarito che restano in vigore le proprie dimissioni dal Comitato centrale di Al Fatah e ha lasciato intendere che, se dovesse giungere alla conclusione di non disporre del sostegno del proprio partito, rinuncerà anche alla carica di premier. Nel frattempo una delegazione egiziana guidata dal vicecomandante dei servizi di sicurezza Mustafa el Buheiry è accorsa a Gaza per puntellare la tregua, dopo che un attentato suicida compiuto da un militante della Jihad islamica in Israele aveva fatto temere che essa volgesse al termine. Sui tempi brevi, lo sceicco Ahmed Yassin lo ha invece rassicurato. Parlando a nome di Hamas, Yassin ha confermato che la tregua durerà i tre mesi previsti. Accennando al rifiuto di Israele di liberare in massa i detenuti palestinesi, 0 leader di Hamas ha quindi avvertito: «La nostra pazienza ha un limite». Yassin esprimeva fra l'altro la collera di molti palestinesi per l'uccisione di un giovane, avvenuta alcune ore prima, nel villaggio cisgiordano di Burqin. Israele ha spiegato di aver compiuto un raid per intercettare un membro delle Brigate dei martiri di Al Aqsa che si accingeva a compiere un attentato in territorio israeliano. Ma il suo arresto - secondo Israele - ha innescato imo scontro a fuoco in cui il fratello del ricercato (Akel Shalamish, 28 anni) è rimasto ucciso'. Fonti locali hanno replicato che Akel si era appena affacciato alla finestra quando è stato colpito a morte dal fuoco israeliano. Un proiettile ha inoltre colpito alla testa sua moglie, Hulud, che è stata ricoverata in condizioni critiche. Negli ambienti di Al Fatah desta inoltre collera il prolungato confinamento di due diligenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, Nasser Awis e Majed al Masri, in cellule di contenimento nel carcere di Ohaley Keidar presso Beer Sheba. Si tratta di due comandanti dell'organizzazione, condannati per aver perpetrato una lunga serie di attentati terroristici in Israele, agh ordini di Marwan Barghuti. In diversi penitenziari israeliani risulta che siano in corso scioperi della fame di detenuti palestinesi. La notizia secondo cui le pressioni di Abu Mazen su Ariel Sharon avrebbero sortito solo la liberazione di 350 detenuti (su oltre seimila) hanno creato dietro le sbarre demoralizzazione e collera. «L'Intifada dei detenuti potrebbe essere dietro l'angolo», ha avvertito un analista palestinese, secondo cui alla base di tanta frustrazione vi è il forte sostegno alla tregua giunto nelle settimane scorse dai detenuti di tutte le fazioni. Ieri Arafat ha ricevuto a Ramallah una delegazione di famigliari di ' detenuti a cui ha assicurato che sebbene lui stesso sia confinato nel proprio quartier generale farà il possibile per «riportare i figli a casa». In questo contesto la posizione di Abu Mazen è molto scomoda. Con lui Israele si lamenta che la requisizione delle armi illegali e lo smantellamento delle formazioni armate non è nemmeno iniziato. E dal Libano un dirigente di Hamas, Osama Hamdan, ha nuovamente ammonito Abu Mazen dal tentare di requisire quelle armi «se prima non avrà messo fine all'occupazione sionista delle nostre terre». D'altra parte nel suo stesso partito, Al Fatah, serpeggia lo scontento. Un dirigente di questa organizzazione a Gerusalemme, Hatem Abdel Qader, ha accusato Abu Mazen di aver impostato le trattative con Israele «in modo dilettantesco»: «Abu Mazen ci aveva detto: datemi una tregua e vi porterò dei risultati. Finora non abbiamo visto quasi nulla». Per placare le contestazioni interne, Abu Mazen dovrebbe riuscire a indurre Israele a rilasciare un cospicuo numero di detenuti (di tutte le fazioni), a rimuovere i posti di blocco in Cisgiordania e bloccare la costruzione della barriera di separazione fra Israele e i Territori. «Il confronto con Arafat non mi spaventa. Andrò fino in fondo», ha detto il premier a un diplomatico statunitense che, da parte sua, lo informava delle decisione del presidente George Bush di versare al ministro palestinese per le finanze Salam Fayad venti milioni di dollari di aiuti urgenti. La tregua è sempre più traballante. Un militante della Jihad ha compiuto ieri un attentato suicida I soldati di Gerusalemme hanno ucciso un uomo che resisteva all'arresto del fratello (di Al Aqsa) li premier palestinese Abu Mazen: è sempre più esplicito lo scontro con Arafat