Petacchi, volata bis «Ci ho preso gusto»

Petacchi, volata bis «Ci ho preso gusto» IL VELOCISTA ITALIANO E' UNO DEI GRANDI PROTAGONISTI AL TOUR Petacchi, volata bis «Ci ho preso gusto» Il campione della Fassa Bortolo si aggiudica anche la terza tappa Nazon, un francese in maglia gialla: non accadeva da due anni Oggi la crono a squadre: Simoni deve difendersi da Armstrong Giovanni Cerniti inviato a SAINT-DIZIER «Comincio a capire cosa significa vincere al Tour...». E vincere così, la seconda meglio della prima, con il tempo di alzare le braccia, mandare baci e mostrare indice e medio. Che stanno per vittoria e per due, la seconda su tre volate. Alessandro Petacchi finalmente sorride. «Mi hanno criticato dopo la prima vittoria, hanno detto che sono uno un po' musone. E' vero, ma è anche vero che l'altro giorno quasi non mi. ero accorto d'aver vinto, non mi sentivo bene, mi era sembrato tutto casuale». Ieri no. Ieri la voleva. «Ai 250 metri ero messo male, mi sono toccato con Vainsteins, temevo mi passasse e allora ho deciso di partire. Venite a prendermi...». Non l'hanno preso. Secondo Vainsteins, terzo Freire e poi Zabel e McEwen. I migliori del mondo, dopo Petacchi. Comincia a capire cosa significa il Tour e ha cambiato idea, vuole arrivare fino a Parigi. «E' la corsa più importante del mondo. Magari non dicono che hai vinto sei tappe al Giro d'Italia, ma tutti si ricorderanno e sanno che hai vinto due tappe al Tom-. E' la corsa più importante del mondo, e qui viene fuori quello che sei». Le prime due tappe del Giro, la maglia rosa a lui e Cipollini campione del mondo alle spalle, restano le sue soddisfazioni migliori, dice. Ma al terzo posto mette questa, questa vittoria alla fine di una tappa che è andata a trovare il paese di Pierre Michaux inventore del pedale e quello di Saint Menehould, dove è nato Dom Pierre Pérignon. La bicicletta e lo champagne. «Calma, il Tour è micidiale e Parigi è ancora troppo lontana». I francesi si accorgono di Petacchi. Sei vittorie al Giro, per loro, sono quasi robetta. Una vittoria al Tour può essere anche un caso. due no. «La differenza - spiega lui - è che al Giro c'era Cipollini con il suo treno, bastava mettersi a ruota. Qui non ci sono gli 8 uomini di Cipollini, ci mescoliamo, è una bolgia». E se vinci sei davvero il più forte di tutti. «E pensare che lunedi sera ero proprio giù. In quella tappa potevo tentare la volata e sono saltato come un tappo sull'ultima salitella di un chilometro. Se soffro così sarà un casino andare avanti, avevo detto al mio ds Ferretti». Uno che lo conosce bene: «E infatti mi ha detto di stare tranquillo e aspettare, ogni giorno andrà meglio». E megho di così non poteva andare, con Petacchi che addirittura sorride. «E' un grande - dice Marzio Bruseghin, uno dei suoi colonnelli - Certo non è un guascone, non è un personaggio, ma lasciate che vinca ancora un paio di tappe e vedrete...». Un musone di successo. «Quest'anno su 20 volate ne ho vinte 14, una stagione che sarà difficile ripetere». Modesto, appunto. Vorrebbe vincere anche una tappa alla Vuelta, «per mettere un mio segno sui tre giri più importanti». Calma, invece. «Ho ancora parecchi anni davanti a me, e so che non posso chiedere straordinari al mio fisico, non sono abituato a troppi fuorigiri». C'è il et Ballerini che sta pensando al campionato del mondo. Se Cipollini veste la griffe iridata, si sa, lo deve a Petacchi. Lo considera, anche se l'interessato arrossisce solo all'idea, il suo unico erede. Oggi niente volata, c'è la cronometro a squadre e lui più che -Ala maglia verde da conquistare deve pensare al capitano Ivan Basso da aiutare. Giornata difficile, attesa, pericolosa. Le Alpi si avvicinano e i distacchi della cronosquadre possono essere buoni compagni di strada. O pessimi. Gilberto Simoni è su di morale. Saranno 69 km, ma non prevedere di prender mazzate dal terribile Armstrong. Nella crono di Parigi se l'era cavata benissimo. «Oggi - dice Simoni - possiamo star lì e dimostrarci competitivi. E' una tappa d'avvicinamento alle Alpi, ma per me sarà importante come una tappa di montagna». I compagni della Saeco dicono di non averlo mai visto meglio. Un vero leader che incoraggia il malmesso Di Luca: «Tranquillo, andrà tutto bene». Potrebbe essere la giornata di Armstrong, per vedere come davvero sta. E' in arrivo dall'Italia un osteopata, dopo la caduta al giro del Delfinato pare che il terribile Armstrong pedali con qualche lieve difficoltà. E sarà, infine, la giornata di Jean Patrick Nazon e della sua squadra, la Delatour. Grazie agli abbuoni si è preso la maglia gialla: per gli australiani, prima McGee e poi Cooke, è anda- ta in scadenza. E' la vendetta quella di Nazon e dei Delatour. Non li volevano al Tour, hanno preso il posto della squadra di Cipollini e hanno la maglia del Centenario. Vendetta doppia per Nazon. La FdJeux quest'anno non gli ha rinnovato il contratto, era disperato, la Delatour l'ha ingaggiato un mese prima del Tour. E a chi ha portato via la maglia gialla? Alla FdJeux. Jean-Patrick Nazon, maglia gialla jo^BEuctoi^: Picizdgt

Luoghi citati: Italia, Parigi