«Il futuro è legato agli Ogm» di M. Acc

«Il futuro è legato agli Ogm» «Il futuro è legato agli Ogm» Il ministro Marzano difende le multinazionali «Nei prossimi 30 anni gli Ogm potrebbero rappresentare una percentuale elevatissima del Pil dei Paesi che daranno spazio alla modificazione genetica. Non credo che l'Italia possa rinunciare a una simile prospettiva». Il ministro per le Attività produttive, Antonio Marzano, dice sì al transgenico. «Il problema, per gh organismi geneticamente modificati - sostiene - è creare una linea di equilibrio che dia le dovute garanzie sul piano della salute e che assicuri un non-contagio tra Ogm e produzioni tradizionah». «Una strada possibile - secondo il ministro e credo si debba procedere in questa direzione». Posizione diametralmente opposta a quella del Piemonte, le parole del ministro alle Attività produttive. Posizione condivisa da Leonardo Vingiani, Direttore di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo deUe biotecnologie che fa parte di Federchimica: «Lascia sconcertati quanto sta accadendo in queste ore in Piemonte - dichiara Vingiani -. Sementi tradizionali. le più pure tra quelle commercializzate nell'Unione Europea, sono state messe in coltivazione, e solo perché in esse sembra essere stata trovata una presenza inferiore allo 0,1 per cento di seme geneticamente modificato viene addirittura presa in considerazione la distruzione». «Da almeno due anni - prosegue Vingiani - i comitati scientifici della Commissione Europea e l'industria di settore hanno evidenziato come la presenza accidentale di semi geneticamente modificate in quelle tradizionah sia del tutto inevitabile, proprio per la natura dei processi di produzione delle sementi stesse. Perciò la Commissione Europea sta già lavorando a ipotesi di soglie di tolleranza accettabili che vanno dallo 0,3 allo 0,70Zo a seconda delle varietà vegetali. Questo dato non può essere ignorato, mentre da armi nel nostro Paese vengono condotte battaghe di disinformazione e strumentalizzazione ai danni dell'agricoltura nazionale, battaglie che mettono a repentagho la ricerca agrobiotecnologica». La Monsanto, una deUe multina¬ zionali chiamata in causa, precisa: «Dei 381 ettari messi sotto sequestro, solo circa il 200Zo della superficie è stata seminata con nostre sementi». Contesta: «I provvedimenti sono stati presi sulla base di anahsi qualitative e non quantitative. Oneste ultime avrebbero consentito di accertare la natura accidentale dell'eventuale presenza di ogm in lotti di sementi tradizionah». E ancora: «1 provvedimenti di sequestro sono stati decisi in assenza di anahsi effettuate direttamente sulle colture in campo, le uniche in grado di accertare l'eventuale presenza accidentale». Dunque, secondo Edoardo Ferri, di Monsanto, «l'eventuale distruzione dei campi jrovocherebbe un danno irreparajile agh agricoltori a fronte deh'assenza di prove che dimostrino la reale presenza di piante geneticamente modificate». «L'ennesima campagna di disinformazione e allarmismo volta a creare un clima di sospetto nei confronti delle aziende che promuovono l'uso dell'innovazione biotecnologica in agricoltura». [m. acc]

Persone citate: Antonio Marzano, Edoardo Ferri, Leonardo Vingiani, Vingiani

Luoghi citati: Italia, Marzano, Piemonte