Vittima del telefono e della privacy di Oreste Del Buono

Vittima del telefono e della privacy LA RISPOSTA di O.d.B. Vittima del telefono e della privacy GENTILE signor del Buono, avendo ascoltato il resoconto del garante per la privacy nel nostro Paese, vorrei suggerire al professor Rodotà, per l'appunto, un punto di vista che potrebbe essergli sfuggito: in Italia per essere completamente tutelati nella propria privacy è sufficiente non essere cosi sprovveduti da appartenere a quella risibile categoria dei cosiddetti cittadini onesti, categoria che si identifica spesso con quella delle «vittime» di soprusi, atti delinquenziali o scherzi di buontemponi. Faccio un esempio pratico: da circa un mese e mezzo un signore, o una signora, si impegna nel far squillare il mio telefono di casa a tutte le ore del giorno e della notte, ovviamente chiudendo non appena io rispondo. In questo modo sta riuscendo a togliere la tranquillità e il sonno a me, a mia moglie e a mia figlia di otto anni. Ebbene, sa che questo signore è in una botte di ferro, protetto dalle leggi sulla privacy? Perché nonostante io abbia individuato il numero da cui chiama tramite il servizio 400 di Telecom (si tratta ovviamente di un cellulare), circostanza già fortunata, perché avrebbe anche potuto essere un numero riservato, la Omnitel per ovvii motivi di privacy non mi lomisce il nominativo del titolare del contratto e mi dice che devo fare una denuncia. La Polizia mi invia ai Carabinieri che a loro volta, con modalità molto scoraggianti, mi dicono che devo farmi fornire dalla Telecom i tabulati delle telefonate in entrata. La Telecom mi dice che non può fornire quesi dati se non dietro richiesta della Procura e quindi dietro denuncia... che però non riesco a fare. E qui il cerchio si chiude. Ecco che tutti quei tabulati, quelle telecamere, quelle tracce, che dovrebbero essere in grado, e sicuramente lo sono, di sapere quante volte mi reco in bagno e per fare cosa, si arrestano di fronte all'inviolabile privacy dell'imbecille che mi fa squillare il telefono alle tre di notte. E' sicuramente una situazione coerente in un Paese dove è, di fatto, possibile sparare per delinquere ma è vietato farlo per difendersi, ma io cosa posso fare oltre a staccare il telefono e rispedire al mittente il certificato elettorale? Fausto Greco, Torino /^ ENTILE corrispondente, penso che non ^■^ utilizzando il certificato elettorale lei danneggerebbe soltanto se stesso: voti piuttosto per qualcun altro, se l'attuale gestione le sembra mal condotta. A questo punto, immagino e mi auguro che il suo tormento telefonico abbia avuto fine. Ma l'episodio è molto significativo, e la ringrazio d'avercelo raccontato. Oreste del Buono

Persone citate: Greco, Rodotà

Luoghi citati: Italia, Torino