Lo scacchista invisibile

Lo scacchista invisibile Lo scacchista invisibile Alla sera, dopo la terza partita, Spasski venne da noi in albergo e disse: «Per lui io non esisto». In questo consisteva tutto il segreto. Fischer faceva nella sua testa le mosse di Spasski molto più rapidamente di quanto Spasski stesso fosse in grado di fare. Non c'è nessuna possibile spiegazione per questa lotteria, per questo Montecarlo che è la «gettatezza» nella vita. Questo significa, signore e signori, che noi tutti siamo ospiti della vita. Siamo ospiti dell'essere. Noi siamo degli invitati della vita. Nessuno ha il diritto di nascere. Ognuno è ospite del mysterium tremendum della vita. Già il neonato, ammonisce Montaigne, è già abbastanza vecchio per morire. Vivere significa ricevere un dono arbitrario. Come deve comportarsi un ospite? Egli dovrà lasciare la casa in cui è stato ospitato un po' più pulita, un po' più bella e un po' più sicura di come l'ha trovata. In questo sta il senso profondo dell' ecologia. L'inquinamento ambientale, lo sfruttamento e lo scempio del nostro piccolo e sovrappopolato pianeta si sono ormai trasformati in una frenesia suicida. [...] Gli uomini sono reciprocamente ospiti e padroni di casa così come entrambi sono ospiti della vita. Nel greco antico il termine xenos significava straniero e ospite. Di questa stupenda equivalenza ci resta il termine xenofobia. Questa è la nostra storia: da xenos a xenofobia! Come dovrà comportars' «in ospite nei confronti di chi lo ospita? Dovrà cercare di apprendere tutto quanto può circa gli usi, i convincimenti e le credenze e, per quanto possibile, anche la lingua di chi gli dà ospitalità. Nella misura in cui non siano moralmente ingiuste, l'ospite dovrà obbedire alle leggi del paese ospitante. Per quello che è in suo potere l'ospite dovrà contribuire al benessere, al patrimonio culturale e alla salute di chi lo ospita. Sulla soglia, sul punto di uscire di casa - non si dimentichi mai che il nome di Dio è contenuto nella semplice espressione di saluto «adieu!» - il ringraziamento dovrà essere reciproco Un «arrivederci!» nel condiviso miracolo della vita. Probabilmente i greci antichi sono stati il popolo più dotato nella storia dell'umanità. In quanto popolo sono scomparsi. Che resta della potenza mondiale di Roma o della grande civiltà dell' antico Egitto? Solo un popolo è sopravvissuto. Sempre di nuovo martoriato, deportato, disperso e sul punto di venir annientato, continuamente fatto oggetto di proscrizione sociale e dicliscriminazione politica, scacciato da un luogo d'asilo all'altro, il popolo di Ludwig Bòrne, da oltre quattromila anni, sopravvive. Persino qui sopravvive, nella Paulskirche, in questa chiesa consacrata al nome di Paolo, a colui che più di ogni altro ne è stato il negatore. Quali le ragioni di una simile, quasi incomprensibile e impossibile sopravvivenza? Forse questa domanda non ha alcun ragionevole senso. E tuttavia mi permetto di sollevarla proprio qui, nel paese e nella lingua della «trascorsa mezzanotte». Sono convinto che tale pressoché inconcepibile sopravvivenza e vitalità degli ebrei abbiano un senso, se non addirittura uno scopo ontologico. Poiché l'ebreo fu sempre un profugo, poiché in nessun luogo fu di casa, poiché la sua sola vera patria fu un libro, la Torah, l'ebreo è per definitionem un ospite su questa terra, un ospite tra gli uomini. È suo compito fungere da esempio all'umanità, da modello di tale condizione. È suo dovere indicare che anche altri uomini, nonostante sembrino profondamente radicati, sono ospiti gli uni degli altri e ospiti della vita. Ricade sull'ebreo il peso della dimostrazione che aveva ragione Baal Shem - fondatore e maestro del chassidismo - quando insegnava che la verità «sta sempre in esilio, che la verità deve sempre emigrare di nuovo». È dovere dell'ebreo combattere la barbarie del nazionalismo, dello sciovinismo e della persecuzione razziale. Tocca a lui dimostrare che è interessante vivere, lavorare e, soprattutto, apprendere in ogni luogo di questa terra. Che, come nel caso di Proust, di Wittgenstein o di Karl Marx anche in un albergo, nel ristorante di una stazione ferroviaria o in una biblioteca pubblica è possibile produrre delle opere d'arte. Tocca a lui testimoniare - come proclamato da Lev Bronstein, detto anche Trockij - che i confini esistono solo per essere superati, che è bestiale foiba scannare un altro uomo perché appartiene a un'altra etnia o perché ha la pelle di un altro colore o perché parla una lingua straniera (a ben vedere che significa veramente «lingua straniera»?). I passaporti dovrebbero essere raccolti come francobc'U. Gli alberi hanno radici, l'homo sapiens - che termine presuntuoso! - ha gambe. Egb può e deve essere un viandante nell'universalmente umano.

Persone citate: Baal Shem, Bronstein, Fischer, Karl Marx, Ludwig Bòrne, Proust, Trockij, Wittgenstein

Luoghi citati: Egitto, Montecarlo, Roma