VCO dopo i primi 4000 giorni di Luigi La Spina

VCO dopo i primi 4000 giorni VCO dopo i primi 4000 giorni inchiesta/8 Luigi La Spina S TRANA provincia questa. Ha appena compiuto 10 anni e, ancora così giovane, può vantare un record del mondo: è l'unica ad avere tre nomi nella sua dizione ufficiale che, ripetuta velocemente, sembra un esercizio di scioglilingua. Ma non è solo la trinità onomastica a renderla particolare. Unisce, infatti, un territorio bellissimo, fatto prevalentemente di montagne e di laghi, avamposto del Piemonte verso il nord Europa, cuneo italiano tra due cantoni svizzeri. I maligni e gli invidiosi dicono sia la prediletta dalla Regione. Gli esperti delle cose della vita sanno che gli ultimi nati, soprattutto quando vivono lontani dalla casa-madre, insidiati dalle seduzioni di vicini potenti, sono sempre i più cari ai genitori. Sempre preoccupati per le loro bizze e generosi nell'allentare i cordoni della borsa. Debolezze che gli altri piemontesi, forse, possono capire. Anche se suscitano qualche risentimento e qualche recriminazione. Del resto, persino il Vangelo racconta la parabola del figlio lontano e ritrovato. Provincia che guarda a Milano, che parla una specie di lombardo, che ospita le ville delle più illustri famiglie milanesi, che accoglie soprattutto turisti tedeschi, che lavora con gli svizzeri. Eppure, provincia che, da quando è nata, incomincia ad essere scoperta e amata anche dai torinesi e incomincia a sentirsi anche piemontese. Guazzabuglio simpatico e confuso, come l'anima di tutti i ragazzi, di sentimenti contraddittori, di vocazioni intrecciate, di velleità ingenue e di ostinazioni pervicaci. A un decennio dalla sua travagliata costituzione, pretende già più autonomia perché, come dicono i suoi due sponsor alla Regione Piemonte, l'assessore al Turismo, Ettore Racchelli e il capogruppo di Forza Italia, Valerio Cattaneo, «la provincia, pur appartenendo geograficamente al territorio dell'arco alpino, caratterizzato dappertutto da ampie autonomie, soprattutto fiscali, è all'interno di ima Regione a statuto ordinario». Secondo i promotori di questa proposta di modifica statutaria, tale situazione la svantaggia competitivamente nei confronti dei suoi concorrenti alpini, dalla Svizzera alle Regioni italiane a statuto speciale, come il Trentino o la Valle d'Aosta. La bandiera della «specificità», agitata con troppo ardore, può essere però un boomerang in una provincia che ha un problema fondamentale: quello di unificare sostanzialmente i tre territori in cui si divide. La zona del Verbano, quella intomo al lago d'Orta e la Val d'Ossola costituiscono, infatti, tre aree geografiche distinte, con caratteristiche socioeconomiche, ma anche culturali, molto diverse. Il primo impegno, come ammette con apprezzabile sincerità il presidente della Provincia, Ivan Guarducci, alla guida di una amministrazione di centrodestra, è proprio lo sforzo di «far lavorare insieme, con spirito di squadra, pur rispettando le loro caratteristiche, le tre principali zone in cui si divide questo territorio». Guarducci progetta uno sviluppo armonico tra turismo, industria e artigianato ed è particolarmente attento alla formazione dei giovani. Ha promosso intese con l'università del Piemonte Orientale, ma anche con quella di Torino, per impiantare corsi che si leghino il più possibile con le vocazioni della sua provincia, la chimica, il settore ospedaliero e rieducativo, il turismo. Formazione e ricerca scientifica sui quali insiste anche Massimo Nobili, rappresentante della provincia anche nella Fondazione Cariplo e dirigente alla Saia, azienda specializzata nel recupero delle grandi aree industriali. L'attenzione alla preparazione professionale dei giovani è anche uno degli strumenti per lo sviluppo nella provincia del settore turistico, la risorsa verso la quale la classe politica, sia locale che regionale, sembra puntare con maggior impegno. L'assessore Racchelli giustifica questa scelta con le cifre: «In questa provincia si localizza il 38*^ del turismo piemontese e il 7007o di quello straniero. Sono presenze per periodi lunghi, i più lunghi dell'intera Regione. E' la provincia col maggior numero di imprese turistiche e, da sola, possiede la metà di tutti i posti letto del Piemonte". Racchelli spera anche che l'occasione delle Olimpiadi del 2006 trascini pure il turismo in questa zona, come ritiene che le attrattive turistiche dei laghi possano convincere gli stranieri a non limitarsi alla rituale visita collegata a Milano, ma scoprire una città un po' trascurata dai tour internazionali, come Torino. La legge regionale 18, in effetti, ha aiutato gli imprenditori della zona a restaurare magnificamente i grandi alberghi della provincia, come sottolinea con orgoglio Ovidio Mugnai, amministratore delegato del Distretto turistico dei laghi. "Il turismo di qualità, di famiglia, come il nostro - osserva - non risente particolarmen- te della crisi generale e, appena ci sarà la ripresa, possiede tutte le potenzialità per crescere". La convivenza tra lo sviluppo turistico e quello industriale in questa provincia non è, però, scontato. Gli imprenditori della zona che vantano marchi conosciuti in tutto il mondo, come quelli dei casalinghi, Lagostina e Alessi in testa, appaiono un po' diffidenti. Il loro presidente, l'ossolano Giuseppe Polli, ridimensiona le prospettive del settore turistico: "Il fatturato totale non supera i 100 milioni di euro, più basso di tante nostre aziende e l'occupazione che assicura, a parte il sommerso, è stagionale e abbastanza precaria". Polli sospetta che la classe politica regionale abbia scelto il turismo con troppo entusiasmo rispetto alle effettive possibilità del territorio. Anche Vitaliano Moroni, il presidente della Lagostina, una delle aziende leader dei casalinghi, il distretto del Cusio, è cauto sul futuro del turismo, ma non è contrario alla diversificazione produttiva di un territorio una volta votato all'industria anche per vantaggi competitivi, quali l'energia, ormai scomparsi. "La pressione occupazionale su di noi, con un maggior sviluppo del turismo, si potrebbe allentare". Moroni appare fiducioso:"E' vero che il mercato dei casalinghi è un mercato maturo, ma la qualità e l'innovazione sono le nostre armi vincenti". Il presidente della Lagostina sollecita una gestione più organizzata per il distretto, con iniziative di marketing congiunte e un maggiore utilizzo del cosiddetto Parco tecnologico, fucina di ricerca perle aziende. Un caso esemplare di trasformazione socioeconomica, dall'industria al turismo e ai servizi, è quello del comune capoluogo, Verbania. Il sindaco, il diessino Aldo Reschigna, è a capo della città da circa dieci anni e, quindi, ha potuto seguire molto da vicino questa evoluzione:"Una economia diversificata è l'ideale, ma una trasformazione così forte ha prodotto una vera e propria crisi di identità nella fisionomia cittadina. Nascono proble- mi nuovi e ci vogliono strumenti di programmazione come un vero piano territoriale di sviluppo, che ancora ci manca, per poter governare il cambiamento". In effetti, una provincia divisa in tre zone così diverse e, insieme, impegnata in un mutamento delle sue vocazioni tradizionali così ampio, ha bisogno di una forte guida centrale per dirigere lo sviluppo e comporre le specificità territoriali in un progetto comune. Il presidente della Provincia, Guarducci, ne è convinto, ma anche i rappresentanti delle categorie sembrano consapevoli del problema. ' Il cavalier Giuseppe Moroni, presidente della Camera di Commercio, è convinto che la costituzione della Provincia sia stato il passo decisivo in questa direzione:"Non basta, però, bisogna lavorare senza campanilismi geografici o corporativismi produttivi -ammonisce- a cambiamenti di mentalità imprenditoriale". Una vera rivoluzione, per esempio, sta per abbattersi nel commercio: grandi gruppi moltiplicano le loro presenze in questo territorio costringendo tutto il settore della vendita al dettaglio a una riqualificazione profonda. Il direttore della Confcommercio, Silvano Bricchetto, sottolinea gli sforzi fatti negli ultimi tre anni soprattutto per l'opera di formazione. Ma lancia un grido d'allarme per il rischio che, in una provincia prevalentemente montana, fatta di piccoli paesi, questa tendenza produca una desertificazione del territorio. A questo proposito ricorda l'eloquente slogan con cui fu lanciata una campagna di sensibilizzazione pubblica sul problema:"^ compro in valle, il mio paese vivrà". Bricchetto riconosce alla Banca d'Intra, l'istituto di credito locale, un notevole impegno per sostenere l'attività produttiva della zona e la costituzione della Provincia come il fondamentale motore sia per la formazione di una vera classe dirigente sul territorio sia come la presa di coscienza di una identità comune, sia pure diversamente articolata. Anche il suo collega Dario Ciocca, direttore dell'Unione artigiani, giudica un primo passo quello dell'istituzione della Provincia, ma indispensabile per dare slancio a questo territorio "finora un po' dimenticato". Nell'attività artigiana, l'impegno fondamentale dell'associazione è rivolto alla ricerca e valorizzazione dell'eccellenza, il segreto diventato ormai parola d'ordine da queste parti. A questo proposito, non si può dimenticare chi, da trent'anni, si batte per gli artigiani locali, per valorizzare il loro lavoro, per esaltare la loro creatività: don Rino Bricco. Parroco della Madonna di Campagna, una bella chiesa cinquecentesca con annesso parco, ormai anziano e malato, non riesce a frenare nella sua sedia a rotelle la sua straordinaria vitalità. Prete battagliero, anima di una rassegna artigiana che si aprirà tra due settimane, è conosciuto in tutta la provincia soprattutto per questo particolare impegno pastorale. L'ha cominciato quando le parole "marketing, distretto, eccellenza" non erano stampate sui manuali di economia e ripetute da tante bocche. Ma lui si ricordava del padre di Gesù e del suo lavoro. mi GRAVELLOISIA TOCE Abitanti 7688 CANNOBIO Abitanti 5099 Nu •—%-' Abitanti 15.461 collegata a Milano, ma scoprire una città un po' trascurata VERBANIA "«w^Àbitanti 30.497 mi nuovi e ci vogliono strumenti di programmazione come un Il presidente Guarducci «Il compito difficile è far lavorare insieme con spirito di squadra le 3 principali zone in cui si divide quest'area» Industrie di prestigio ma soprattutto turismo come spiega l'assessore Racchelli: «Si localizza qui il 70o7o delle presenze straniere nella regione» Vitaliano Moroni presidente Lagostina «E' vero che il mercato dei casalinghi e in crisi ma qualita e innovazione sono le nostre armi» I due uomini in Regione del Vco: da sinistra Valerio Cattaneo ed Ettore Racchelli Il presidente Ivan Guarducci