Ecco il miracolo dì don Orione

Ecco il miracolo dì don Orione IL «PRETE DEI POVERI» E' STATO IL CREATORE DELL'OPERA, UNA VERA E PROPRIA MULTINAZIONALE DELLA BENEFICENZA Ecco il miracolo dì don Orione Riconosciuto dal Vaticano, sarà presto santo Emma Camagna ALESSANDRIA Pierino Penacca, di Momperone, un pugno di case in collina vicino a Tortona, faceva il falegname e l'apicoltore. Aveva moglie e tre figli (Fiorenzo, Isaura e Gabriella) ed era settantanovenne quando, nell'autunno '91, dall'ospedale fu rimandato a casa con una diagnosi senza speranza: tumore al polmone, pochi mesi di vita. Lui pregò don Orione e tornò al lavoro. Passarono i mesi, poi gli anni: il tumore era sparito. E' morto a 90 anni l'anno scorso, per tutt'altro motivo. Per questo miracolo sarà presto santo don Luigi Orione, il «prete dei poveri e dei giovani», ma anche «il prete rosso» o il «matto di Cristo», fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Giovanni Paolo n l'aveva beatificato nel 1980, ora la conclusione del processo di canonizzazione. Ieri nella Sala Clementina del Vaticano, alla presenza del Pontefice, è stato promulgato il decreto che riconosce il miracolo: è l'ultimo passo prima della proclamazione di santità, quasi certamente a primavera 2004. La notizia, attesa da tempo, si è diffusa in fretta fra le sedi dell'Opera, una «multinazionale» dell'assistenza ai poveri. Ne fanno parte quasi 2 mila religiosi e religiose nel mondo, con 60 istituzioni in Italia, 30 in Argentina e altre in Brasile, Uruguay, Polonia, Grecia. Nel nome del piccolo prete si continuano a realizzare opere umanitarie, soprat¬ tutto scuole, laboratori professionali e istituti per handicappati. Don Orione nacque nel 1872 a Pontecurone, un paese vicino a Tortona, e morì nel 1940 a Villa Santa Clotilde di Sanremo. La sua famiglia era così povera che Luigi fu costretto a interrompere gh studi elementari per andare a lavorare con il padre Vittorio, che era spaccapietre. Nel 1885 fu accolto dai Francescani di Voghera con un certo scetticismo («Cosa mai di buono può venire da Pontecurone?» sarebbe stato il benvenuto), ma lui resistette finché, ridotto in fin di vita da una broncopolmonite, venne rimandato a casa. Si ristabilì e fu accettato dall'oratorio di Valdocco di Torino, dove incontrò don Bosco, che fu il suo maestro. Nel 1895 fu ordinato sacerdote. Ma era ancora chierico, quando aprì, nei locali che sovrastavano il «voltone» del Duomo di Tortona, il primo istituto per bambini poveri che volevano istruirsi. Se Don Bosco mirava ad aiutare soprattutto i fanciulli, don Orione si confrontò con l'intero «Quarto Stato». Famoso, per esempio, il suo appello per le mondine che lottavano per le otto ore di lavoro: «Proletariato della risaiain piedi!». E nel '17, durante una sommossa a Tortona, il socialista Giuseppe Romita sbottò così: «Preti non ne vogliamo, noi, perché se ne volessimo ci basterebbe Don Orione: lui non è un prete come gli altri, lui è il prete dei poveri». Però sulla sua tomba volle che fosse scritto: «Fu tutto e sempre della Chiesa e del Papa». Contraddizioni di un uomo che gestiva l'equivalente di milioni di euro, ma che non riusciva a fare una predica se adosso aveva pochi spiccioli. Se potè fondare l'opera della Divina Provvidenza, fu perchè alcuni benefattori lo aiutarono molto. Lui ai ricchi chiedeva senza vergogna: «Tanto non lo faccio per me, ma per chi non possiede nulla». Si buttò nella realizzazione di asili e colonie agricole e durante la Prima guerra mondiale trovò anche il tempo anche di trascorrere (era il 1915) alcune settimane fra i terremotati della Marsica, raccogliendo gh orfani nei paesi distrutti. Fondò poi la Congregazione femminile e il primo istituto del Piccolo Cottolengo, vicino a Novara. Era solo l'inizio: nel 1921 raggiunse i suoi missionari in Brasile, dove av¬ viò altre iniziative, e il decennio 1924-1934 segnò lo sbarco della Piccola Opera in tutti i continenti. Il Santuario tortonese della Madonna della Guardia, destinato ad accoghere le sue spoglie, venne inaugurato nel 1931. Fu Giovanni XXm, nel '63, a dare il via al processo per la beatificazione. Quando sali all'onore degli altari nel 1980, Giovanni Paolo n disse che «Don Orione fu certamente una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente vissuta. Ebbe la tempra e il cuore dell'Apostolo Paolo». Ora potrebbe essere ancora lui proclamarlo santo. Nel nome del sacerdote si continuano a realizzare opere umanitarie in tutto il mondo, come scuole istituti professionali e istituti per handicappati Giovanni Paolo II aveva deciso di beatificarlo già nel 1980: «E' stato una delle personalità più eminenti del secolo per la sua fede» Don Orione nacque nel 1872 a Pontecurone, vicino a Tortona, e morì nel 1940