Borse a rischio dopo un trimestre d'oro di Ugo Bertone

Borse a rischio dopo un trimestre d'oro AL TERMINE DELLA RIMONTA: VOGLIA DI UNA FASE PIÙ TRANQUILLA O NUOVA BOLLA DESTINATA A SCOPPIARE? BRILLA LA STELLA DELLA CINA Borse a rischio dopo un trimestre d'oro Dal Nasdaq a Francoforte a Milano rialzi record Ugo Bertone Alla resa dei conti il vincitore è sempre il Paperone d'America: Warren Buffett. Lui, azionista numero uno di Coca Cola e American Express, non ha fatto mistero negli anni della Bolla di Internet di non credere affatto ai miracoli della «new economy», anche a costo di apparire un dinosauro sulla via del tramonto. Grande fu la sorpresa, perciò, quando, proprio un anno fa, nel luglio 2002, i mercati finanziari scoprirono che il saggio di Omaha aveva investito ben 500 milioni di dollari nelle obbligazioni ad alto rischio di Level 3, ima società di tic sull'orlo del fallimento. «E' vero - si limitò a commentare - non capisco nulla di tecnologia. Ma qualcosa di obbligazioni si...». Buffett aveva capito che la Federai Reserve avrebbe abbassato i tassi fino al punto di evitare i fallimenti più dolorosi. Bastava sceghere i carrier telefonici meno disastrati per avere buone opportunità di fare affari. E la storia gli ha dato ragione. Proprio il pruno luglio Level 3 ha emesso un altro (il terzo in quattro mesi) bond convertibile a basso tasso di interesse per ripagare idebiti più cari: l'equilibrio nnanziarìo è a portata cu mano. Chi, come Buffett, si trova'in mano convertibili al Q?*! (8 punti in più dei tassi a breve) a dieci anni può festeggiare l'ennesimo ottimo affare. Pochi al mondo hanno il tocco di re Mida di un Warren Buffett. Ma le vicende del trimestre d'oro che si è chiuso al 30 giugno scorso hanno probabilmente ridata fiducia a legioni di investitori dopo anni di delusioni. Hanno avuto ragione i più audaci, consapevoli che la riscossa dei listini azionari non poteva che partire dalle posizioni più depresse: il Nasdaq, vero protagonista della riscossa; la Borsa tedesca (rimbalzata del 350Zo dopo un ribasso più profondo della crisi del '29); il Giappone, scivolato a marzo a quota 7600 (contro i 41.000 punti del 1990) ma capace di risalire sopra quota 9500 punti. Anche lltalia non ha fatto eccezione. Il listino ha messo a segno un rialzo medio del 160Zo circa. Ma per molti valori del Mib 30, dalle banche (Intesa, Sanpaolo e Capitalia in testa) alla stessa Fiat la crescita è stata superiore. Soprat¬ tutto, la primavera al rialzo è stata decisiva per portare a compimento con successo un'operazione complessa e delicata come la fusione tra Olivetti e Telecom Italia che consegna a Piazza Affari un gruppo assai più compatto ed equilibrato, pronto a svolgere un ruolo da protagonista. Un piccolo miracolo maturato tra guerre (l'Iraq) e pestilenze (l'effetto Sars) ancor più stupefacente poiché non è andato a scapito né dei bond, né dei beni rifugio (l'oro, innanzitutto) o delle materie prime. Per non parlare del mercato immobiliare. Una nuova bolla destinata a scoppiare? O le Borse hanno «sentito» la ripresa prima delle statistiche o degli economisti? La risposta più ovvia è che i mercati, prima di proseguire nella corsa, hanno bisogno di verificare l'andamento della congiuntura, studiando i conti del secondo trimestre comunque influenzati dalle crisi di primavera (Iraq e Sars). L'impressione è che i più abbiano voglia di passare all'incasso, salvo poi rientrare sul mercato a caccia di buone occasioni. I dividendi Usa, ad esempio, se Microsoft cederà alle pressioni che chiedono a Bill Gates di distribuire ima parte dell'enorme liquidità in. cassa (46 miliardi di dollari) tra gli azionisti. Oppure le storie di ristrutturazione dell' industria europea e italiana in particolare: l'aumento Fiat, opportunità di scommettere al nominale sulla ripresa di un gruppo strategico per la Penisola, ovvero il new look di Benetton. «Un certo nervosismo - risponde Alessandro Fugnoli, strategist di Abaxbank - è scontato. Dopo l'ultimo tasso dei tagli Usa chi aveva bond li ha venduti, temendo che la loro corsa fosse finita. Ma invece di comprare azioni è rimasto liquido. Chi aveva azioni ha visto i bond scendere, il dollaro risalire mettendo a rischio gli utili delle società americane e ha venduto». Ma la fretta, come sempre accade nelle stagioni dell' incertezza, rischia di essere cattiva consigliera. «La bussola da tenere ferma nei prossimi dodici mesi - spiega Fugnoli - deve orientarsi su una modesta correzione dei bond al ribasso. Se il fenomeno si accentuasse sarebbe il momento di comprare». E le azioni? «E' possìbile che rendano almeno quanto un titolo obbligazionario a cinque anni e forse anche di più. Molto dipenderà dalla Cina. In questi mesi gli investimenti diretti in questo paese, nonostante la Sars, hanno viaggiato a un ritmo del SCfó superiore dell'anno precedente. Questo significa che lo spostamento delle industrie dall'Occidente procede a un ritmo furioso. E che i prezzi delle merci sono destinati a scendere. Non è una buona notizia per la nostra bilancia dei pagamenti. Ma la Cina servirà a tenere bassi i tassi reali e ad aiutare le banche centrali a non alzare il costo del denaro». Per tentare una risposta convincente sui nostri investimenti occorre guardare lontano, ai possibili focolai della ripresa intemazionale, tutti però lontani dalla vecchia Europa. Come suggerisce Marc Faber, uno dei guru più fortunati della finanza globale, il primo vero punto di riferimento è il rapporto tra dollaro e yen. «Se il Giappone e il resto dell'Asia dice - riusciranno a mantenere stabile il rapporto tra le loro valute e quella americana potranno continuare ad esportare in America e ad accumulare un forte guadagno di competitività nei confronti delTEuropa». Il risultato? «Vedo una montagna di titoli in Asia che possono rendere il 6-794. E tante buone occasioni in Giappone. L'affare è vendere allo scoperto i titoli di Stato giapponesi. Un guadagno così sicuro capita una volta in una vita». E l'Europa? «A me piace la Gennania - risponde Barton Biggs, strategist di Morgan Stanley perché è il Paese che trarrà più benefici dall'allentamento della stretta monetaria della Bce e guidei^., la ripresa. dfill'Eijcopa che io '(redo dall'anno prossimo». E speriamo che il guru stavolta non sbagli. [Borsa&Finanza] CHI CORRE D'I PIÙ' La crescita delle Borse nel secondo trimestre calcolato sul Dow Jones Global Index in dollari Usa e valuta locale Valuta locale C/o) Dollari Valuta Paese Usa(%) locale (%) (^NuovaZeianda j j .fHIS ^ Olanda +20.49 14,23 +19.37 +17.87 +16.63 ♦15,74 ♦10,03 ♦12,22 ♦13,09 ♦11,75 ♦17,79 ♦4,,63 ♦16,07 ♦10,09 Q Canada Q Finlandia C?" Gran Bretagna W Austria Q Svizzera Q Australia Q' Singapore # Sudafrica ♦22,46 Q Stati Uniti ♦16,46 (Z Taiwan ♦16,95 Q Portogallo ♦22,87 O Irlanda ♦18,04 Q Giappone Q Malaysia ! .+.10.371 ♦10,37 ♦14.99 , a Hpng Kong gjgj.. f8.^ Fonte: Dow Jones Indexes