«Vogliamo vedere le cifre» di Roberto Ippolito

«Vogliamo vedere le cifre» «Vogliamo vedere le cifre» Letta: chi ha ragione, Maroni o Tremonti? intervista Roberto Ippolito ROMA RIFORMA da fare o non fare? «Per le pensioni tutto dipende dalle cifre che non ci sono e che il governo Berlusconi non fornisce» : Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, vuole vedere chiaro. Come fa a dire che mancano le cifre? «Per le pensioni il governo ha formato una commissione guidata dal sottosegretario Brambilla, ma nessuno ha visto i dati e il dibattito di queste ore non è legato a cifre precise. Nessuno per esempio dice che la spesa pensionistica non regge. La commissione Brambilla non dà un'indicazione univoca». La commissione non ha presentato un documento un anno e mezzo fa? E Maroni non ha dedotto che non servono misure drastiche? «La necessità o meno di una riforma delle pensioni non è una questione discrezionale, ma oggettiva: deriva dai dati. Il governo tiri fuori le cifre. Altrimenti la discussione resta astratta. Intanto Maroni dice una cosa e Tremonti un'altra: si mettano d'accordo fra loro». Leicosaprevede? «Terremotare il clima sociale e impaurire la gente, come per l'articolo 18 sui licenziamenti, provocherà un fuggi fuggi: alla prima occasione chi può va in pensione. Non è noto se la linea del governo è quella di Maroni e Brambilla o quella di Tremonti. n dibattito è viziato da eccesso di genericità. Prima che l'opposizione si pronunci, il governo avanzi una proposta». Perché il centrosinistra non dice se considera la riforma necessaria? «Solo il governo conosce l'andamento della previdenza, nessuno sa quale sia il tasso di drammaticità della situazione. Se per il governo la situazione è insostenibile l'opposizione svolgerà con responsabilità la sua parte. Ma cifre alla mano». Dimentica che Uè e Banca d'Italia spingono per la riforma? «Le riforme degli Anni 90 portano i nomi di Giuliano Amato, Lamberto Dini eRomano Prodi, tre presidenti del Consiglio non a caso di centrosinistra. Nessuno può insegnare al centrosinistra il riformismo in campo previdenziale. L'opposizione non si tira indietro da discussioni serie». Ma in sostanza qual è la linea del centrosinistra? «A centrosinistra vedrà le proposte, per ora inesistenti, del governo Berlusconi. Verrà se ci sarà il chiarimento nel governo, finora molto diviso. Terrà un atteggiamento responsabile, senza pregiudiziali contrari. Ma ovviamente non sifida». Dire dì non fidarsi equivale a un no pregiudiziale? «Il centrosinistra è pronto a impegnarsi e a dare un contributo positivo. Ma per le pensioni la discussione è talmente generica che non è possibile dire nulla. Spetta al governo Berlusconi l'onere della prova. Ma il nostro tasso diresponsabilità è strettamente legato a una sfiducia nei confronti di Berlusconi ormai totale: quale affidabilità può avere il premier?». Come valuta la sua proposta di un'intesa europea, la Maastricht dehe pensioni? «L'idea della Maastricht delle pensioni è un palese tentativo di far fare all'Europa quello che Berlusconi non vuole fare. Memore del '94, quando il suo primo governo cadde anche per le proteste contro il progetto per la previdenza. Per un accordo europeo servirebbero almeno un paio di anni e allora.... Allora cosa? «E allora una coalizione di centrosinistra sarà già di nuovo al governo dell'Italia. Perciò posso anche fare unabattuta: se Berlusconi avrà riformato le pensioni, tanto meglio». Teme che lui decida? «Impossibile avere fiducia nel governo che non ha rispettato gli impegni del Patto per l'Italia firmato con le parti sociali: è un govemo inaffidabile anche per i sindacati. Perciò penso che non accadrà nulla». Sicuro? «Il govemo non può mettere in difficoltà la C isl e la Uil che hanno firmato il Patto con l'accordo esplicito di non toccare le pensioni. E ha ragione il segretario della Cisl Pezzetta: riformare le pensioni dopo il condono agh evasori non è coerente. C'è un problema di cornice in cui inserire le operazioni». Enrico Letta (Margherita) Adolfo Urso (An)

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