Un esordio difficile per la «Cabina dì regia» di Flavia Amabile

Un esordio difficile per la «Cabina dì regia» MERCOLEDÌ IL GOVERNO DOVREBBE PORRE LE BASI PER LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA MA RESTANO FORTI I DISTINGUO NELLA MAGGIORANZA Un esordio difficile per la «Cabina dì regia» Sindacati pronti allo sciopero sulle pensioni Flavia Amabile ROMA Sarà mercoledì il giorno-chiave per la riforma delle pensioni. Fra due giorni infatti a Palazzo Chigi l'esecutivo terrà un vertice in cui si tenterà di mettere a punto entità e portata delle modifiche che si intende portare al sistema contributivo e si tenterà di capire anche se sarà il caso di inserire la riforma all'interno della prossima Finanziaria. Una prima indicazione sull'orientamento del governo si avrà già oggi al termine della segreteria della Lega. Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie della Lega, ha spiegato die il tema della riforma previdenziale, nel documento della Cdl, è definito in termini piuttosto generici, si indicano solo le finalità. Bisogna approfondire. Domani (oggi per chi legge, ndr) Maroni illustrerà i termini della questione, «ne parleremo, poi daremo una risposta». In serata il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, è intervenuto sul tema: «Partiamo dalla convinzione che chi ha pagato e ha maturato i suoi diritti debba avere questi diritti e non perderli». Bossi ha proposto anche «un ragionamento sugli incentivi» a proseguire nel lavoro anche dopo aver conseguito l'età pensionabile. «Questa potrebbe essere una via positiva - ha detto con un particolare: che per arrivare agli incentivi bisogna essere in due, da una parte i pensionati, dall'altra gh imprenditori che dovrebbero dar loro il posto e accettare lo strumento degh incentivi». Quanto a toccare le pensioni. Bossi si è scagliato contro «chi non ha mai pagato niente. Il bisognerebbe andare a spulciare». Per Bossi, infatti, «molte pensioni di invalidità sono fasulle». Tutto appare ancora molto fluido dunque, mentre i sindacati tornano a parlare di sciopero generale e gh altri leader e partiti defla maggioranza hanno preferito non prendere posizione. Il presidente del Consiglio Berlusconi ha evitato ogni commento. «Oggi - ha risposto a chi gli poneva una domanda sull'argomento - sono qui per inaugurare il nuovo tunnel di Olbia». Ignazio La Russa ha avvertito che «di pensione si può parlare solo se ci sarà la grande intesa, se si coinvolgono le parti sociah e se non si danneggiano quelli che sono già in pensione». I versanti su cui l'esecutivo dovrà discutere nei prossimi giorni sono tre. Si parla di una estensione del sistema di calcolo contributivo e di tagli ai trattamenti di anzianità con alcune modifiche anche alle pensioni di invalidità, tema che sta molto a cuore alla Lega. Per quel che riguarda l'allai-gamento del contributivo ovvero della pensione calcolata sui contributi versati - il nuovo calcolo dovrebbe valere solo dagh anni di lavoro dal 2004 in poi a meno di una scelta volontaria di andare in pensione anticipata. La modifica non porterebbe risparmi di spesa immediati ma rientrerebbe fra le riforme strutturali di lungo periodo. Per le pensioni di anzianità all'interno dell'esecutivo molti vorrebbero innalzare a 60 anni l'attuale età di uscita fissata a 57 e dunque facendo sì che siano necessari 40 anni di anzianità contributiva contro i 37 sufficienti oggi. Un'altra proposta sul tappeto prevede di accorpare le attuali quattro finestre di uscita in una sola, il che farebbe slittare al 2005 la prossima possibilità di lasciare il lavoro in anticipo e farebbe scattare un forte risparmio per il Tesoro, soprattutto agh inizi. Si discuterà poi se modificare il tetto dei 40 anni di contributi richiesto per lasciare il lavoro indipendentemente dall'età anagrafica. Qualsiasi sarà l'opzione scelta, il centro-sinistra appare decisamente contrario. Il Governo sta proponendo di «infliggere una penalizzazione a chi sta andando in pensione senza dare nessun vantaggio né ai giovani né a coloro che stanno lavorando e che rischiano di avere in futuro pensioni più basse», ha commentato il segretario dei Ds, Piero Fassino. Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, oggi tra le fila della Maigherita, afferma che «la proposta non va neppure discussa, in questi termini, ma sempheemente respinta al mittente. Penso anche che, ah' intemo della maggioranza, emergeranno dei contrasti tra le esigenze di cassa di Tremonti e gli interessi di quello che è il suo migliore alleato, cioè la Lega». Lamberto Dini, della Margherita, autore della riforma di cui oggi si discute e attuale vicepresidente del Senato, auspica «un graduale innalzamento dell'età pensionabile e del passaggio al contributivo. Ma questa è «materia contrattuale» e se il Governo intende affrontarla in Finanziaria andrà incontro, come nel '94, ad uno scontro con i sindacati. «I sindacati si sono sempre opposti al fatto che il Governo possa introdurre variazioni attraverso la Finanziaria», ha ricordato Dini, la previdenza è «materia contrattuale, che deve essere discussa con i sindacati e poi affrontata con legge ordinaria». Roberto Maroni, ministro leghista al Welfare

Luoghi citati: Olbia, Roma