Accusato di copiare le mosse toma il campione degli scacchi

Accusato di copiare le mosse toma il campione degli scacchi ESPULSO DAL TORNEO DI NIZZA: L'ARBITRO SOSTENEVA CHE AFFIDAVA LE SUE FORTUNE A UN PALMARE Accusato di copiare le mosse toma il campione degli scacchi la storia LI ONORE perduto in Francia e i restituito in Italia di Renato Scarenzio, il maestro di scacchi dì Carmagnola cacciato, due anni fa, dal torneo intemazionale di Nizza con l'accusa infamante: «S'aiutava durante le partite con un computer che teneva nella tasca del giaccone posato sulle ginocchia». L'accusa è stata archiviata dal procuratore federale della Federazione scacchistica italiana. Lo scandalo esplose nei primi giorni del gennaio 2002 sulle pagine del Nice Matin e da queste rimbalzò in tutta Europa divulgando una vicenda per tanti aspetti unica. A cominciare dal suo protagonista: Renato Scarenzio, consulente fiscale, alla non più verde età di 56 anni scopre il fascino degli scacchi, vi si deduca anima e corpo, studia, gioca, prende lezioni su lezioni e da umile spingilengo in sette anni scala le classifiche, da semplice inclassificato diventa maestro nazionale. Un'ascesa formidabile, senza precedenti nel mondo: quando andò a Nizza, Scarenzio cominciava addi¬ rittura a «puntare» alla qualifica di «Mf», IMaestro Fide) oltre la quale ci sono soltanto i titoli di «Im» IMaestro intemazionale) e Gm (Grande maestro). Poi, la cacciata dal tomeo, le polemiche sui new groups tra innocentisti e colpevolista in una babele di sussurri maligni «Finalmente, l'hanno preso in castagna» e lodi convinte «Persona correttissima, è vittima di un malinteso», «Chi parla male è per invidia, pura invidia». L'unica voce ufficiale, quella dell'arbitro Erick Mouret, del Chess club Corsica. Arbitro noto, stimato, di grande esperienza. Espulse il maestro di Carmagnola e nel referto scrisse: «Usava di nascosto un computer, un palmare Novag, grigio, di quelli per ciechi». Mouret raccontò a Nice Matin: «Inoltre, ha tentato di corrompermi offrendomi dei soldi. Non parlo l'italiano, però ho capito chiaramente che voleva comperarmi. Mi ha supplicato di non rovinarlo e mi è saltato addosso, sembrava quasi in crisi di astinenza». Il referto fu subito trasmesso alla federscacchi italiana, a Milano, l'inchiesta è stata svolta dal procuratore federale, l'avvocato Giorgio De Gaetano, appassionato scacchista (come tutti coloro che lavorano, gratis, per la federazione) e giocatore di buon livello (prima Nazionale). Dice l'avvocato De Gaetano: «Ho interpellato le due parti, Mouret mi ha scritto una lunga lettera precisando che l'aveva fatta tradurre da un suo amico che conosce perfettamente l'italiano». Il direttore di gara ha ribadito l'accusa. «Però, e qui sta, diciamo così, la "fortuna" dì Scarenzio, la sua tesi non era chiara, nel senso che la Novag produce sì palmari grigi ma non per ciechi e non delle dimensioni dì quello che l'arbitro sostiene che il giocatore italiano nascondesse nella tasca del giaccone tenuto sulle ginocchia. Certo, è possibile ipotizzare che Scarenzio avesse due palmari, però nel referto non è scritto. Dal canto suo, Scarenzio ha confermato che aveva in tasca un palmare della Novag, che d'abitudine lo porta sempre con sé per poi, una volta finita la partita, accenderlo e analizzare le mosse. La parola dell'arbitro è decisiva, però nel nostro caso era molto confusa». Così, il procuratore ha archiviato: la decisione risale all'estate scorsa, è stata taciuta dalla Federazione (solo per regolamento, come sostiene De Gaetano, o forse anche per pudore, perché non si sapesse come si è giunti a salvare Scarenzio?), l'ha resa nota lo stesso maestro alle riviste scacchistiche annunciando querèle e stigmatizzando (di processo di piazza intentatomi da alcuni giornalisti sbrigativi e brutali» e «l'accanimento del signor Mouret: oltre ad avermi ingiustamente espulso dal tomeo ha convocato una conferenza stampaper raccontare la vicenda a modo suo quando, al contrario, avrebbe dovuto tenere un atteggiamento riservato, quale il suo molo richiedeva, limitandosi a relazionare gli enti competenti». Vìa Internet, Erick Mouret ha commentato l'archiviazione in questo modo scrivendo al dottor Carlo Bolmida, presidente onorario della Scacchìstica dì Torino: «Non cambia nulla, ho solo fatto il mio dovere, confermo in tote il referto, quel signore (Scarenzio, ndr) racconta solo menzogne, se la federazione italiana gli dà ragione non posso farci nulla. Se la polizia arresta un ladro e altri lo scarcerano, che può fare la polizia?». Al di là della benevolenza federa¬ le, per convìncere definitivamente che Mouret ha preso un colossalegranchìo, a Scarenzio non resta che riprendere a vincere: però, complici forse inattività e stress, il ritomo alle gare è stato sinora deludente, con qualche sconfitta contro avversari dì categorie inferiori. L'ultima stranezza del clamoroso pasticciaccio scacchistico dì Nizza. le prove a suo carico non erano definitive Così il maestro Scarenzio ha evitato la radiazione La sua carriera era stata fulminea Dopo lo stop ha patito una serie di sconfitte La vicenda del maestro torinese aveva suscitato scandalo nel mondo degli scacchisti, divisi tra innocentisti e colpevollstì

Luoghi citati: Carmagnola, Europa, Francia, Italia, Milano, Nizza, Torino