Strage alla moschea di Quetta

Strage alla moschea di Quetta L'INTEGRALISMO ISLAMICO INCENDIA IL CONFINE PAKISTAN-AFGHANISTAN Strage alla moschea di Quetta In tre attaccano dopo la preghiera: 47 morti ISLAMABAD Hanno scelto il venerdì, giorno di incontro e di preghiera, e l'ora di massimo affollamento - le 13.35 per attaccare la moschea di Quetta e sparare alla cieca contro gli oltre duecento fedeli sciiti che affollavano il luogo. Un nuovo bagno di sangue - a meno di un mese dall'ultimo - nella turbolenta città pachistana al confine con l'Afghanistan, con un bilancio di vittime ancora incerto: ieri sera, secondo una nota del Ministero degli Interni pachistano, i morti erano 47 e i feriti ricoverati in ospedale 65. L'attacco è partito da tre uomini armati, che si sono aperti la strada fulminando con una raffica di mitra l'unica guardia privata che proteggeva il tempio e hanno poi lanciato granate e sparato all'impazzata con i mitragliatori contro i fedeli che stavano uscendo dalla moschea, dopo la fine della preghiera comumtaria del venerdì. C'è stata anche un' esplosione, quasi certamente provocata da un uomo-bomba. Stando ad alcune testimonianze, i tre assalitori sono tutti rimasti uccisi: due facendosi saltare in aria nella moschea con l'esplosivo che portavano addosso, il terzo dissanguato dalle gravi ferite. Quetta, la capitale della regione del Belucbistan che conta oltre un milione di abitanti - due terzi sunniti, un terzo sciita - è scivolata nel marasma. Appena si è diffusa la notizia della strage, nel quartiere della moschea sono spuntate barricate, con violenti scontri tra sunniti e sciiti. Per riportare la calma e l'ordine, le autorità hanno dovuto vietare la circolazione per le strade e imporre il coprifuoco, mentre spari e incendi scoppiavano anche in altre zone della città. La polizia ha fatto sapere di aver arrestalo un uomo, senza però precisare se sia uno dei componenti del commando o qualcuno legato alle organizzazioni para-militari sunnite messe fuorilegge l'anno scorso. Uno dei feriti ha raccontato di avere visto due uomini bomba entrare nella moschea. «Uno stava sistemando qualcosa, che ho ritenuto essere una bomba, quando è stato sorpreso dalle guardie di sicurezza della moschea. La guardia lo ha ucciso e l'altro uomo si è fatto saltare in aria». I feriti sono stati portati in ospedale, ma la folla si sarebbe infuriata per l'insufficienza di medici e ambulanze. Sarebbe stata questa la scintilla della protesta, cominciata con qualche slogan e culminata in un'esplosione di rabbia contro l'incapacità delle autorità di garantire la sicurezza: fuoco a tre autobotti dei pompieri, attacco all'ospedale civile, assalto ai negozi. Nei disordini sarebbe morta una persona. Le autorità cittadine hanno chiesto l'aiuto delle guardie della vicina frontiera afghana mentre il presidente pachistano Pervez Musharraf, in visita a Parigi, ha condannato l'attentato annunciando «azioni molto dure» con¬ tro i responsabili dell'attacco. Solo il mese scorso, sempre a Quetta, erano stati uccisi in un attacco con armi da fuoco undici giovanissimi cadetti di polizia di fede sciita. I ragazzi, tutti di etnia hazara, stavano rientrando a bordo di mezzi militari nel loro collegio quando il convoglio era stato attaccato da uomini armati. I sospetti erano subito caduti sulle organizzazioni estremistiche sunnite Lashkar-e-Jhangvi e Sipah-e-Sahaba, le stesse che potrebbero aver organizzato anche la carneficina nella moschea. I morti per conflitti religiosi degli ultimi anni nel Sud del Pakistan sono ormai migliaia. All'odio antico dei sunniti per gli sciiti - considerati eretici - si è aggiunto negli ultimi anni il contrasto politico legato all'Afghanistan e alle sue guerre. Formazioni di mujaheddin pachistani sostenuti finanziariamente dall' Arabia Saudita e da altri Paesi moderati - combatterono in Afghanistan contro gli invasori sovietici diventando, dopo l'arrivo al potere dei taleban, sostenitori dei fondamentalisti. A loro volta anche gli sciiti diedero vita a organizzazioni di volontari, finanziati dall'Iran, che è abitato in maggioranza da sciiti. Sunniti e sciiti si combattono da più di vent'anni e non riescono a trovare una collocazione civile nell'area che ha almeno due punti di infezione, il Kashmir e l'Afghanistan, dove i fondamentalisti tentano di tornare al potere. [e. st.] Due uomini-bomba saltano in aria, il terzo spara. Per ritorsione scoppia la rivolta sciita Imposto il coprifuoco Un pakistano gravemente ferito e con le vesti intrise di sangue viene portato fuori dalla moschea di Quetta

Persone citate: Pervez Musharraf

Luoghi citati: Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Islamabad, Pakistan, Parigi, Quetta