Ahmad, ultima vittima senza passato

Ahmad, ultima vittima senza passato Ahmad, ultima vittima senza passato Dai viaggi in treno ai naufragi, una lunga scia di tragedie Grazia Longo Ahmad aveva un nome dal suono dolce, così pure la nave Sabrina - che lo ha portato in Italia dalla Grecia. Ma di dolce, questo viaggio della speranza, diventato un viaggio di morte, non ha proprio nulla. Chissà se è stato un caso, o aveva scelto on container diretto a Torino perché proprio all'Interporto di Orbassano i clandestini si nascondono spesso dentro i convogli che raggiungono Londra attraverso l'Euro Channel sotto la Manica. Nel 2000 una ragazza di 19 anni è morta assiderata ad Orbassano sull'Eurotunnel, il treno della disperazione. È lì che voleva salire Ahmad Horami? Probabilmente non lo sapremo mai. Delle persone come lui spesso non ci resta nulla che racconti, che spieghi se non la sua vita almeno i suoi sogni. L'unico conosciuto è quello di rifarsi una vita altrove, lontano dal proprio Paese, alla ricerca di una vita migliore. A qualsiasi prezzo, compresa la vita. Chi non muore per asfissia dentro un container, annega dopo essere caduto dalle «carrette del mare», come sono chiamate le navi-rottame, vecchi traghetti usati per sbarchi di massa dopo traversate in condizioni drammatiche di uomini, donne e bambini stipati in ogni angolo di quelle imbarcazioni. Gli ultimi, una settantina, hanno perso la vita nelle acque di Lampedusa il 17 giugno scorso. Sempre a Lampedusa, il 7 marzo 2002, un natante, con almeno 65 curdi, si è ribaltato. Vennero recuperati 12 cadaveri, incerto il numero dei dispersi, forse circa 40. Tra i naufragi recenti, il più grave, per numero di morti, resta comunque quello della notte di Natale del 1996: almeno 200, ma forse più di 300, clandestini morirono annegati nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, dopo lo scontro tra il cargo libanese Friendship e la motonave Yohan. Ma non c'è soltanto il mare a intrappolare il corpo di chi ha tentato un viaggio disperato. In una tomba si è trasformato il container stoccato nella Darsena Toscana, a Livorno, dentro al quale nel dicembre 2001 viaggiavano 4 romeni. Sono morti per il freddo o forse perché non riuscivano più a respirare nel sarcofago di accia¬ io pieno di mattonelle. Vennero trovati per caso, perché un finanziere vide i sigilli del container rotti. Delle quattro vittime si sa soltanto che volevano raggiungere il Canada. Niente di più. Hanno invece potuto descrivere la loro angoscia i 5 giovani afghani che, nel giugno 2000, hanno rischiato di morire soffocati nel container carico di angurie. Quando non ce l'hanno più fatta a resistere, al casello di Arma di Taggia, hanno iniziato a picchiare sulla lamiera attirando l'attenzione dell'autista dell'autoarticolato. I cinque uomini, sedicenti afghani, tra i 20 e i 35 anni, erano denutriti e sporchi, con evidenti difficoltà respiratorie. L'autista del tir carico di angurie ha riferito agli inquirenti di non essersi accorto della loro presenza. Aveva agganciato il rimorchio in Grecia e si era imbarcato per Venezia, poi il tratto fino in Riviera, dov'è avvenuta la scoperta. Quei profughi sono stati espulsi dall'Italia, ma ce l'hanno fatta a salvarsi. Ahmad Horami, no. Nel 2000, su un vagone fermo ad Orbassano, era morta assiderata una ragazza di 19 anni Per molti clandestini. Torino è un crocevia per raggiungere le città del Nord Europa

Persone citate: Ahmad Horami, Grazia Longo Ahmad