Pericolosa Deneuve tra 700 e Anni 60 di Alessandra Comazzi

Pericolosa Deneuve tra 700 e Anni 60 AL430 FESTIVAL DELLA TELEVISIONE DI MONTECARLO Pericolosa Deneuve tra 700 e Anni 60 Alessandra Comazzi inviata a MONTECARLO Sì, lei è Catherine Deneuve. E' bella, è altera e ha ceduto alle lusinghe della tv diventando la spregiudicata Madame de Merteuil nella nuova versione, realizzata apposta per TF1, di quelle «liaisons dangereuses» che tanti registi hanno ispirato, da Roger Vadim a Milos Forman a Stephen Frears. Ne sentivamo il bisogno? Forse no, ma almeno siamo usciti un po' dai temi della guerra, guerre di ogni tipo e in ogni parte del mondo, che stanno imperversando qui a Montecarlo, al 43 " Festival della Televisione: non soltanto nelle sezioni dedicate ai documentari, ma anche in quelle più squisitamente votate ai prodotti di fiction. D'altronde, per evitare ai giurati l'imbarazzo del voto, hanno messo la grande produzione francese deneuviana fuori concorso, e non ne parhamo più. La regista è quella Josée Dayan, già autrice delle non memorabili «traduzioni» per il piccolo schermo del «Conte di Montecristo» e dei «Miserabili». Dopo Dumas e Hu10, adesso tocca dunque a Choderos de Laclos, i francesi non si fanno sfuggire le loro glorie patrie. Però, per evitare la stucchevolezza dell'abito settecentesco che avrebbe inevitabilmente ricordato i troppi vicini Glenn Close e John Malcovich e Uma Thurman, l'azione è stata trasferita negli Anni 60 del Novecento, la bella signora tentatrice è presidente di una fondazione dedicata alla scoperta di giovani artisti. H corrotto Valmont, Rupert Everett con la sua faccia tenebrosa ma non sufficientemente ambigua, è un fotografo di moda e varia mondanità; un «serial lover», insomma, che si sposta più a caccia di prede femmimli che delle immagini del secolo. Viaggia su una provocante Aston Martin tra Parigi e Saint-Tropez, dove, a chiedersi perché, c'è Nastassja Kinski-Madame de Tourvel, mentre l'agnello sacrificale. Cécile Volange è Leelee Sobieski. Non è improbabile che la tivù italiana compri da quella francese questo sceneggiato, che alla fine si presenta come un incrocio tra Luchino Visconti e «Beautiful»: bell'ambientazione, belle immagini, ma una sceneggiatura che toghe spessore alla morbosità suadente di Choderlos. E' d'altronde l'eterno lùnite dei film per la televisione, soprattutto quando trattano soggetti non originali: assottigliano, estremizzano, propongono trovate superficiali. Deneuve, alla sua prima avventura televisiva, pare rendersi conto che il cinema è un'altra cosa, per altro sempre meno praticabile, e dice: «Ci sono personaggi che saranno sempre più grandi dei loro interpreti». Che lucidità, madame.

Luoghi citati: Montecarlo, Parigi