SUL GOVERNO L'OMBRA DEL «LIBERI TUTTI» di Luigi La Spina

SUL GOVERNO L'OMBRA DEL «LIBERI TUTTI» SUL GOVERNO L'OMBRA DEL «LIBERI TUTTI» Luigi La Spina PERrimmagine intemazionale di Berlusconi l'incidente al Parlamento europeo è stato certamente grave, ma le diplomazie al lavoro, dal Quirinale a Montecitorio, sono già riuscite a comporre e riusciranno, nei prossimi giorni, a metabolizzare la crisi tra Roma e Berlino. Per l'Italia il rischio, invece, è maggiore e il compito dei mediatori più arduo. Un felice avvio del semestre all'Ile avrebbe aiutato il presidente del Consiglio anche a risolvere, con una più forte autorevolezza, la cosiddetta «verifica» di governo che, trascinandosi per troppo tempo, sta scollando la coalizione in modo pericoloso. Poiché non sono politicamente possibili né crisi, né elezioni anticipate, l'ipotesi di una sostanziale inazione della produttività governativa nella seconda parte della legislatura, soprattutto sui problemi di politica economica, sembra affacciarsi minacciosamente. Il film dell'ultimo mese nella maggioranza è eloquente: dopo la sconfitta nelle amministrative, i contrasti e le polemiche tra ministri, leader di partito, parlamentari si susseguono a ritmi crescenti. Gianfranco Fini si è spinto molto avanti nella sua richiesta di una cabina di regia per i provvedimenti economici e le posizioni di Tremonti e della Lega non lo aiutano a uscire da un angolo dove la ritirata è certamente da escludere. La rivolta, pubblica e benedetta dal vertice del partito, dei parlamentari di An che hanno votato l'emendamento di Rifondazione sulla vendita delle case dei militari conferma platealmente un'impressione: la difesa degli interessi politici di ogni gruppo, all'interno dello schieramento di centrodestra, sembra ormai aver superato gli obblighi di ima coalizione che dovrebbe sostenere in modo collegiale il suo governo. Il segnale parlamentare mandato dal partito di Fini è allarmante per Berlusconi: quale sorte potrebbe avere sia il Decreto di programmazione sia la Finanziaria nelle aule di Camera e Senato, se nelle file della maggioranza il messaggio «liberi tutti» diventasse la parola d'ordine dell'autunno? Sullo sfondo, ricordiamolo perché la politica italiana ha l'occhio elettorale molto lungo, stanno le consultazioni europee del prossimo anno, con il sistema proporzionale. Quello die fissa, in modo incontrovertibile, il peso di ciascun partito nei due schieramenti. Questo traguardo accentuerà, anche senza bisogno di particola-' ri contrasti, una campagna di concorrenza intema che si accanirà più contro gli alleati che contro gii avversari. Insomma, anche il calendario pare favorire più i litiganti che noni pacieri. La lunga fase di stagnazione economica, con la crisi dei consumi che si prolunga in maniera preoccupante, dovrebbe essere combattuta con un energico piano di riduzioni di costi per liberare risorse indispensabili ad aiutare la ripresa. Del resto, nel merito dei provvedimenti, le ricette del govematore Fazio e quelle del ministro del Tesoro non sono, poi, così lontane. Ma in un clima governativo tanto lacerato come si riuscirà ad assicurare il consenso politico e il sostegno parlamentare a interventi che, come ha anticipato lo stesso Tremonti, non promettono agli italiani di «passare alla raccolta», ma li devono convincere a «seminare ancora»?

Persone citate: Berlusconi, Fini, Gianfranco Fini, Tremonti

Luoghi citati: Berlino, Italia, Roma