Accostamenti intriganti
Accostamenti intriganti Accostamenti intriganti NESSUNO può negare che sia ricco, e vano, e articolato, il programma delTExtraFestivai di quest'anno; ma è altrettanto vero che i soliti ipercritici avrebbero non uno ma tante assenze da segnalare, fra i mille cartellom possibili. Lo stesso vale per la qualità musicale; c'è qualcosa, anzi molto di buono ma anche facce vecchie, diciamo pure stanche, e nessuna novità veramente straordinaria. La colpa in effetti, se una colpa c'è, non è delTExtraFestivai; è piuttosto di una scena pletorica e disordinata, di una musica che strilla continuamente da cento bocche sonore e pure finisce per dissolversi in fretta. Siamo assediati da canzoni, dischi e show come forse mai negli ultimi quarant'anni; eppure ci viene sempre in mente che si stava meglio quando si stava peggio, che certe emozioni irresistibili le abbiamo provate solo quando c'era pochissimo in giro da ascoltare. Ad ogni modo, viva l'ExtraFestival con tutte le sue luci e ombre, con Julio Bocca mescolato a Michael Franti, con il tango impastato alla nuova electronica e certe pieghe del cartellone che sembrano virtuosismi sulla tavola da surf quando il mare è mosso - o forse no, forse è solo il vecchio Manuale Cencelli applicato al rock. Segnalo tre serate soprattutto, ci metto la stellina della preferenza o, perlomeno, della curiosità, ^«attacco» del 4 luglio, con Moby e Audio Bullys; scommetto una cena che chi ha le orecchie (non tutti, di questi tempi) uscirà più soddisfatto dei giovani teppisti londinesi, «i Clash del nuovo millennio», rispetto al noto tappezziere Moby. Seratina curiosa quella del 7 luglio, con l'ensemble di violoncelli del Teatro Regio accoppiati ai Jethro Tuli. Ci fosse stato un ExtraFestival nel 1972, avrebbero suonato tutti insieme appassionatamente; qui non dovrebbe accadere, ed è meglio così, ma l'accostamento è intrigante - un modo divertente e anche un po' provocatorio di dire che un certo rock è diventato classico, nel senso anche di «accademico». Più intrigante di tutto, comunque, sembra lo show del 12 lugho, quello dei Toto con Elio e Le Storie Tese. Saranno anche unite dalla passione per Frank Zappa, quelle due band, ma le vedo lontane anni luce; i Toto sono ragionieri del suono, bravi a leggere spartiti e minute contabili, gii Elii invece dei barbari casinisti con una musica sporca di bucce e spine trovate nella rudera (milanese per «spazzatine») della vita contemporanea. Ascoltarli insieme sarà un'esperienza indimenticabile, da mare forza 9. Consiglio una jam session finale con un medley di canzoni macché di Zappa, di Gianni Bella. Riccardo Bertonceiii
Persone citate: Frank Zappa, Gianni Bella, Julio Bocca, Manuale Cencelli, Michael Franti, Zappa
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