CAMPANE, CAMPANELLE E CANNONI di Leonardo Osella
CAMPANE, CAMPANELLE E CANNONI CAMPANE, CAMPANELLE E CANNONI Come per tutte le opere pucciniane, anche la genesi di «Tosca» si accompagna a un'aneddotica curiosa. Cosi ad esempio il finale del primo atto, in cui si mescolano le turpi macchinazioni amorose di Scarpia con il rito del Te Deum di ringraziamento nella chiesa di S. Andrea della Valle, vide l'autore coinvolgere direttamente l'amico prete don Pietro Panichelli, quale consulente: gli ci voleva una frase giusta da far «brontolare con voce sommessa e naturale» da clero e popolo prima che si intoni l'Inno vero e proprio. La scelta cadde su «Adiutorium nostrum in nomine Domine Qui fecit coelum et terra» Da notare che nel grandioso tripudio sonoro entrano campane, organo e persino colpi di cannone. L'inizio del terzo atto prevede un intervento di campane e campanelle. Queste ultime sono quelle dell'armento che si deve immaginare in transito dietro la scena sotto Castel Sant'Angelo, all'epoca della vicenda in piena campagna. Pur non essendo oggetto di precisa notazione, la partitura ne indica gli spostamenti nello spazio. Vi è poi il concerto di campane di svariati timbri e di diverse altezze: volendo adottare come base armonica il suono del campanone di San Pietro, Puccini si sobbarcò ad un viaggio apposito a Roma per verificare in loco i possibili effetti. Il medesimo avvio d'atto, una sorta d'ddilho», prevede pure il canto del pastorello (definito come «ragazzo»). Puccini voleva dei versi in romanesco, che né Dlica né Giacosa gli potevano fornire. Invitò allora il povero Giacosa a trovargli qualcuno che li componesse, e gh inviò pure un goliardico «metro» posticcio su cui appoggiare la melodia: «Ho pianto tanto e n'ho fatto una boccia 7 perché nel core io non t'ho fatto breccia/ofioribeUi/che state al sol, Z chinate il capo, /passa il mio amor». Ma toccò infine ad un altro amico. Guido Vandini, lucchese e maestro sostituto al Teatro Costanzi di Roma, trovare il «poeta» giusto, che fu Luigi Zanazzo. Leonardo Osella Massimo Zanetti, Daniele Abbado, Phillip Joll
Luoghi citati: Castel Sant'angelo, Roma
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