Sponsor cercasi perché a casa di Lalla Romano diventi un «museo vivo»
Sponsor cercasi perché a casa di Lalla Romano diventi un «museo vivo» Sponsor cercasi perché a casa di Lalla Romano diventi un «museo vivo» L mìo sentimento dominante è lo scoraggiamento. Niente o quasi sì sta facendo per Lalla. A soli due anni dalla sua scomparsa è come dimenticata...». Così Antonio Ria, custode (dopo esseme stato per decenni compagno tenerissimo, collaboratore insostiuibile, infine anche marito) non solo della memoria ma di tutto quanto Lalla Romano ha lasciato. Ria soffre. Ma perché? Dalla scomparsa dell'autrice dì «Una giovinezza inventata», romanziera tra le più amate del 900, è stato tutto un susseguirsi dì eventi a lei dedicati, soprattutto mostre che hanno fatto conoscere a fondo a Lalla pittrice. Iniziative volute e perseguite fortemente da Ria ma cui hanno aderito con passione amici, critici ecc. «Sì però la Lalla più importante, la Lalla scrittìce è rimasta nell'ombra...». Ma non è uscita da Einaudi una plaquette proprio in memoriam?, non sono uscite da Interlinea «Le poesìe (forse) utili»? E non è stata presentata proprio martedì a Milano, a cura del Centro Documentazione Leonardo Sciascia dì San Marco in Lamia, la traduzione inglese, opera finissima dì Joseph Tusìanì, dell'((Autunno», le liriche die la Romano pubblicò nel '55, seconda raccolta dopo ((Fiore», suscitando l'attenzione non solo di Carlo Bo che ne ha scritto l'introduzione? e Lalla non è poi uno dei pochissimi autori contem ppochissimi autori contemporanei cui è stato dedìcato un ((meridiano» Mondadori? Tutto questo va bene. Ria lo sa. Ma non basta. Il problema che si pone agli eredi di un artista importante è quello dì contìnua re a far vivere il loro pre¬ zioso patrimonio di libri, lettere, documenti, inediti (della Romano «tantissimi per quanto riguarda la poenza degli eredi medesimi pqgpsia») al dì là della esistenza degli eredi medesimi. Corretto, personalmente dèi tutto disinteressato, dopo aver regolato, ci dice Ria, la situazione patrimoniale con il figlio di Lalla, Piero Monti, si tratta ora, fondamentalmente, dì rispettare la volontà della scrittrice, e cioè che la casa dì via Brera a Milano dove lei è vìssuta per 50 anni possa restare intatta e diventare una «casa museo», ma un museo vivo aperto agli studiosi. A che altro pensare se non a una Fondazione? Antonio Ria aveva tentato, tempo fa, di avviarla ma poi tutto si è arenato. Nel frattempo ha ricevuto, a partire dal presidente Ciampi sino alle autorità milanesi. Comune, Regione ecc attenzione verso il suo progetto (che non è esclusivo. Ria sì dichiara pronto anche ad altre soluzioni purché italiane). Per concretizzare il quale è però necessario riuscire a coinvolgere almeno uno sponsor privato, ma prima ancora costituire un comitato dì esperti «che sì muova ufiBcìalmente». Ria si rivolgerà chiedendo il loro aiuto a quel gruppo di amid che sono anche tra i nomi più importanti della cultura italiana. Battete un colpo, se d siete. «Harry Potter e le grandi manovre alla Salani». Mentre da stanotte, tra Londra e N.Y. il nuovo maghetto vola a milioni di copie (10 per cominciare) con (d'Ordine della Fenice» nella sempre più imaginificaconsumistica fiera delle mercanzìe (e relativi furti) e anche gli italiani anglofoni grazie ad Amazon avranno subito rambita primizia, l'editore italiano si é fulmineamente impossessato delle 896 pagine sino a ieri avvolte nel mistero: una corsa contro il tempo per varare le prime 300-400 mila copie prima dì Natale (i precedenti 4 libri sono arrivati da noi a quasi 4 milioni), prenotazione dal 1 ', settembre. Una attesa strategicamente lunga. Ma non dìsperiamod: Fanucd d offre, intanto, ((La farfalla degli abissi» di Peggy Sue, un Harry Potter al femminile e la Salani U sesto volume dì Lemony Snicket «Il vile villaggio» con gli scalognati Baudelaire forse anche più divertenti (e raffinati) del fenomenale ragazzino con gli occhiali. AL LANCIO DI HARRY POTTER: DAL 10 SETTEMBRE LA SALANI PRONTA PRENOTAZIONI
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