Simulation One7, star virtuale

Simulation One7, star virtuale Simulation One7, star virtuale VEKTOR Taransky (Al Pacino) è un regista giunto onnai al suo personale viale del tramonto. E infatti gira un film dal titolo improbabile, «Sunrise Sunset». Il vento gli scompiglia ì capelli, cosa che al cinema capita a chi è solo e con molti problemi. Mentre le donne gli scompigliano tutto il resto, cioè la vita. La produttrice, Elaine Christian (Catherine Keener), che è anche la sua ex moglie, gli ha già annunciato che questo sarà il suo ultimo film («Licenziato dalla madre di mia figlia!»). In più deve sottostare ai capricci della star di turno, Nicola Anders (Winona Ryder), che si lamenta della roulotte, del caffè e della sua parte in scena. Come se non bastasse, la figlia adolescente, Lainey (Evan Rachel Wood), lo scruta con quello sguar- do che sì dedica solo ai padri disastrosi. Accade in «Simone», film del 2002 diretto da Andrew Niccol, regista neozelandese dì gran lunga più ingenuo dì Peter Jackson, ma fra gU sceneggiatori dì «The Truman Show», 1998, e autore e regista di «Gattaca», 1997. Il film è ora disponibile in dvd. Un giorno, come un angelo spuntato dai nulla, appare negli studios dove lavora Viktor un informatico piuttosto geniale, ma fuori di testa. Si chiama Hank Aleno (Elias Roteasi. Hank ha dedicato tutto il suo tempo alla progettazione di una persona fuori dal comune, una attrice virtuale. Annuncia a Viktor che ha la soluzione di tutti i suoi problemi in un dischetto. Simone, cioè Simulation One, è brava, bella e professionale. E' pronta a fare ciò che il regista le ordina di fare, senza pause caffè, né controfigure, né bizzarre richieste. Simone è il sogno di tutti ì registi e produttori di Hollywood, avere sotto contratto un'interprete docile e efficace, che non sbaglia la battuta e non ti chiede la Bentley con autista per andare a fare il lunch downtown. Hank muore ma lascia Simone in eredità a Taransky. Qui il regista, quello vero, Niccol non Viktor, non sa più dove andare. E' indeciso fra l'opera morale, la fantascienza e la storia d'amore. Solo il capello e il profilo scomposto dì una vecchia volpe, come Al Pacino argina il disastro. Quando il film venne lanciato a Hollywood, nel 2002, la produzione e Andrew Niccol, fecero intendere che la Simone che appare sulla pellìcola era da un prodotto vero computer. Un volto perfetto, costruito con il meglio delle star del cinema. Un pizzico di Lauren Bacali, un po' dì Meryl Streep, un pizzico di Madonna e quel tocco dì Audrey Hepbum, proprio quella di «Colazione da Tiffany». Ma il corpo e il volto di Simone appartengono alla spendida e algida modella Rachel Roberts, al suo primo film Ricchi gli extra, con le scene tagliate in montaggio e altre sorprese. eMevilacqua@lycos.com Al Pacino è un regista ormai al tramonto, lo salva un informatico che ha la soluzione di tutti i suoi problemi in un dischetto Andrew Niccol Simone con Al Pacino, Rachel Roberts, Usa 2002 Warner Home Video, C24

Luoghi citati: Hollywood, Usa