A Barcellona aspettando il tram

A Barcellona aspettando il tram A Barcellona aspettando il tram A Spagna vive oggi una stagione di grande e ■■■varia narrativa. A dircelo sono i romanzi di autori giovani, uomini e donne (e valga per tutti, ma sono tanti, il di Ai M il nome di Antonio Munoz Molina con il suo incomparabile Sefarad), ma anche le opere di coloro che sono nati molto prima, quasi settant'anni fa, e avendo traversato, miracolosamente, l'epoca franchista e la transizione, rievocano un passato vivo e struggente. Tale il caso di Juan Marsé, splendido narratore, la cui biografia e bibliografia sembra seguire di pari passo le vicende pohtiche spagnole: nato nel 1933 a Barcellona, figlio adottivo, cominciò giovanissimo a fare l'operaio in una oreficeria, poi raggiunge la fama con i primi racconti e due ottimi romanzi, Encerrados con un solo juguete (Rinchiusi con un solo giocattolo) del 1962 e Ultimas tardescon Teresa (Ultimi pomeriggi con Teresa) del 1965, che riproducevano l'atmosfera sof- focante del franchismo. Nel frattempo, però, la vicinanza della casa editrice Seix Barrai di Barcellona e al gruppo degli scrittori della Nueva Ola, determinarono anche un ento nel linguaggio cambiamento nel linguaggio narrativo e Site dicen que cai (Se ti dicono che sono caduto) del 1973 fu l'ultimo libro a essere pubbhcato fuori di Spagna perché non gradito alla censura franchista. Code di lucertola, tradotto in italiano presso Frassinelli come il precedente Mistero di Shangai, risulta, però, opera esemplare e unica in una narrativa così varia e ormai ampiamente riconosciuta. Lo scenario è la periferia della Barcellona povera e oppressa dove è nato Marsé stesso, colta nel 1945, l'anno della bomba atomica, mentre uno dei tre-quattro personaggi della vicenda è David, più o meno autobiografico, un ragazzo che ha già quattordici anni, ma probabilmente perché non possiede altro, porta ancora i pantaloni corti. I suoi problemi sono quelli di un adulto emarginato, perché il padre, per ragioni varie e non strettamente pohtiche, è fuggito e neppure in maniera molto eroica e a lui tocca difendere la madre, una bella donna dai capelli i-ossi, al momento incinta, (felle attenzioni di un poliziotto della Brigata Politico-Sociale che è perdutamente innamorato di lei ma perseguita tutta la famiglia. Per di più, i pensieri, le parole e i gesti del ragazzo ci vengono offerti indirettamente attraverso la consapevolezza del fratellino non ancora nato: un filtro antico e modernissimo che fin dalle prime righe dà il tono della tragedia. «L'uomo continua piantato davanti alla porta di casa con il suo impermeabile grigio ripiegato su una spalla, batte flemmaticamente 1 estremità della sigaretta sull'unghia del pollice e attende. Ma David percepisce la combustione intema di quel volto spento e, ancora prima di ricevere l'ordine, ha visto fugacemente riflessa in quegli occhi liquidi e afflitti l'immagine fem- minile che lo conturba; così adesso se ne sta in silenzio, guardandosi dentro senza dire quello che anche lui sta vedendo e, per un attimo entrambi, bambino e pohziotto, rivedono la mamma che aspetta il tram al sohto posto e nella stessa posizione, appoggiata al medesimo lampione della Travaserà con il libro aperto fra le mani, lo stesso sole ardente sui capelli e la stessa aria sognante negh occhi. Bellissima nella sua attesa assorta, la nostra rossa non ha né lo sguardo né il pensiero attenti alla pagina del hbro, ma al fumo azzurro della sigaretta che tiene fra le dita, o forse al di là del fumo, a qualche ripiegamento funesto della luce, un'ombra di malaugurio che soltanto lei coglie in quella radiosa mattina di luglio». Difficile non pensare al cinema di Almodóvar in questo comunicare attraverso e al di sopra della realtà, in questo affidare a pochi personaggi esemplari il peso di vicende quotidiane che, nella loro semplicità, portano il segno del destino. Nel caso di Marsé, va però tenuta anche in conto una straordinaria scrittura che ha tante corde diverse e sa passare dall'ironia alla tragedia, dal passato all'attualità. Infatti, per una simpatica coincidenza, troviamo nell'editoria italiana di oggi un altro testo suo, piuttosto breve, intitolato II caso dello scrittore sfamato, pubbhcato dalla nuova casa editrice Nottempo (trad. di Fiammetta Biancatelli, pp. 63, e 8). Molto attuale, riguarda l'immagine di uno scrittore che, avendo deciso di comparire per una volta in un programma televisivo, proprio in quel momento comincia a sfumare e poi a sparire e non soltanto alla televisione, ma dalla famiglia, dalla vita, e anche dalla letteratura, fino a non esistere più. Non so se Ceronetti lo conosca, ma forse gh piacerebbe. «Code di lucertola» di Juan Marsé: 1945, un ragazzo difende a madre «assediata» da un poliziotto Marsé, nato a Bercellona nel 1933 Juan Marsé Code di lucertola traduzione di Claudio M. ValentìnelH e Hado Lyria, Frassinelli. pp. 341, Gì 7 ROMANZO

Persone citate: Antonio Munoz Molina, Ceronetti, Frassinelli, Hado Lyria

Luoghi citati: Barcellona, Shangai, Spagna