Vìnce Barrichello, ma è un gioco di Stefano Mancini

Vìnce Barrichello, ma è un gioco SIMULATO UN GP AL COMPUTER DURANTE LA PREMIAZIONE DEI FORNITORI FERRARI E MASERATI Vìnce Barrichello, ma è un gioco Montezemolo: Montoya lo affiderei a Lunardi Stefano Mancini inviato a MARANELLO Se Michael Schumacher arriva ultimo ed è contento, si tratta ovviamente di un gioco. Il campione questa volta è Rubens Barrichello, che strappa la pole position e domina la corsa dall'inizio alla fine. Alle sue spalle i collaudatoli Felipe Massa e Luca Badoer, poi, mezzo minuto più tardi, il pilota tedesco, che tra fuoripista e testacoda ne combina di tutti i colori. «Ho avuto problemi con le gomme», commenta divertito. Non ci sarebbe nulla da ridere se non si trattasse, appunto, di un videogame. I quattro maranelhani sono scesi in pista ieri mattina a Fiorano, il circuito privato del Cavallino. Non sul tracciato reale in asfalto, ma su quello virtuale (di Monza) simulato dal cd-rom della EaSports. Nell'area logistica di Fiorano viene ricostruito untine settimana di gara. Ottimo il realismo: oltre ai piloti in carne e ossa, sono installate quattro monoposto autentiche collegate a un computer, una riproduzione del muretto box dove prende posto il direttore tecnico Ross Brawn, cui viene fornita una banana da mangiare durante la corsa (nei momenti cruciali della Formula 1, lo stratega della Ferrari è sohto fare merenda). «Abbiamo voluto svelare quanto avviene dietro le quinte di un Gran Premio - spiega il presidente Luca Montezemolo - dalla partenza da Maranello fino alla conclusione della cor- sa». Gh spettatori sono cinquecento, in rappresentanza delle oltre trecento aziende fornitrici di Feirari e Maserati, invitati all'annuale cerimonia del Podio Ferrari (premiati Lear, Skf e Rieter). Appena smaltita la mezza sconfitta del Nuerburgring e alla vigilia del fine settimana di Magny-Cours, i quattro piloti godono di ottimo umore. E sono molto più autoironici di quando commentano le imprese che contano. Barrichello, per esempio, della sua pole virtuale dice: «Per ora sono soddisfatto, ma domani è un altro giorno». Frase sentita una cinquantina di volte almeno: lui lo sa e strizza l'occhio. «Ho vinto perché mi alleno tutti i giorni alla Playstation - aggiunge -. Michael non mi faceva paura: temevo soltanto Massa, che è più bambino di me. Certo è stata dura, con tutti questi piloti che non rispettano le regole». I suoi tre rivali l'hanno speronato e hanno taghato tutte le chicane possibili, però non ci sono state sanzioni. Schumi si è inflitto tre penalità ai box, sgridato da Brawn: «Nessuno ti aveva chiamato ai box, dovevi restare in pista». Prima della gara, il direttore tecnico ha raccontato l'organizzazione di una trasferta: nelle tappe europee vengono caricate su Tir circa 40 tonnellate di materiale, in quelle extraeuropee (con trasporto aereo) ci si limita a 35. «Durante le riunioni parliamo soprattutto di strategie e gomme, analizzando i dati che abbiamo raccolto - spiega ancora Brawn -. Prima di scendere in pista per le prime prove libere del venerdì mattina, abbiamo già fatto così tante simulazioni che siamo a un buon livello di messa a punto». Il momento più difficile è il sabato mattina: dopo due sessioni di test, c'è tempo dalle 11 alle 14 per decidere la strategia da gara, perché le nuove regole vietano di intervenire sulla vettura al termine delle qualificazioni. «Due ore prima del via mangiamo un piatto di pasta e ci corichiamo un momento», dicono Barrichello e Schumacher. Sulla griglia di partenza ai piloti vengono fatte le ultime raccomandazioni. «Ripasso con loro la strategia e li infonno delle previsioni meteo», svela Brawn. «Io, invece, ricordo loro alcuni punti del regolamento, per esempio nel caso che la partenza debba essere ripetuta», aggiunge il team manager Stefano Domenicali. «Abbiamo simulato il Gran Premio di Monza - conclude Montezemolo - perché mi ricorda due dei momenti più belli della mia carriera: il successo di Niki Lauda nel 75 che riportò il titolo a Maranello dopo 15 anni e quella di Michael nel 2000, quando mancavano quattro corse alla fine della stagione e dovevamo vincerle tutte per diventare campioni. E così fu». Del Nuerburgring Montezemolo non parla. A'chi gh chiede se togherebbe qualche punto alla patente di Montoya per il suo sorpasso al limite su Schumacher, risponde con una battuta: «Lascio decidere al ministro Lunardi». Il prossimo Gp? «Lho detto a inizio anno che sarebbe stato un anno difficilissimo. Qualcuno diceva che non c'era più la McLaren, che invece ha fatto una belhssima gara domenica scorsa. La Williams è progredita molto, e i fornitori di gomme dei nostri avversari (Michelin, ndr) hanno fatto un gran¬ de passo avanti. È normale: dietro ai nostri rivali lavorano le più grandi case automobilistiche del mondo». Che non sarà facile, l'aveva ricordato dal palco anche Jean Todt, chiamato a presentare tutti gh uomini della gestione sportiva: «È sempre stato difficile stare al vertice e dopo un 2002 dominato, i nostri avversari hanno reagito. La competizione è più serrata». E in testa c'è ancora la Ferrari. Rubens Barrichello, dopo la vittoria virtuale, vuole quella reale: magari domenica prossima a Magny-Cours

Luoghi citati: Maranello, Monza