Sulla caccia alla volpe Blair in crisi

Sulla caccia alla volpe Blair in crisi RIBELLIONE TRA LE FILE LABURISTE CHE HANNO VOTATO PER IL DIVIETO Sulla caccia alla volpe Blair in crisi Maria Chiara Bonazzi LONDRA La caccia alla volpe ha arroventato il termometro politico neh' aula dei Comuni al punto che il governo ha dovuto concedere un voto libero per abbassare la temperatura. La febbre della ribellione parlamentare, che tre mesi fa non aveva prodotto numeri sufficienti a impedire la guerra in Iraq, stavolta è dilagata fra i deputati di Blair, i quali con una stragrande maggioranza hanno bandito quest'attività da sempre al centro di polemiche, in cui cani e cavalieri inseguono una povera volpe. . fi primo ministro aveva sperato fino all'ultimo di far passare un compromesso che avreb¬ be consentito di conservare la tradizione della caccia alla volpe, pur entro i limiti di una speciale licenza. Ma gli animi dei deputati si sono surriscaldati e il ministro degh Affari rurali, AJun Michael, ha ricevuto in extremis da Blair l'ordine di battere in ritirata e di concedere la possibilità di un voto libero, cioè secondo coscienza. Al termine di un dibattito di cinque ore durato fino a tarda notte, Blair non si è presentato in aula per il voto, data la certezza di una sua bruciante sconfìtta. I deputati ostili alla caccia alla volpe hanno fatto quadrato intorno a un emendamento proposto dall'ex ministro laburista allo Sport, Tony Banks, che eliminava le circostanze speciali proposte dal governo in favore di una proibizione totale. I Comuni lo hanno approvato con una risonante maggioranza di 362 voti contro 154. Fuori dal Parlamento, i sostenitori della caccia erano sgomenti e hanno preannunciato fuoco e fiamme alla Camera dei Lord, dove la nuova proposta di legge arriverà in autunno. Se i Lord - si oppongono a una proibizione totale alla caccia alla volpe sin da quando i laburisti andarono al potere nel 1997 - dovessero respingerla, i deputati potrebbero decidere di passarla in due successive sessioni parlamentari e quindi respingere a loro volta le obiezioni dei Pari invocando il cosiddetto «Parhament Act», che permette ai Comuni di prevalere sui Lord. Sarebbe una procedura piuttosto rara, ma possibile in presenza di una simile crisi istituzionale. Il ministro per gli Affari rurali ha preannunciato che il governo «non bloccherà» un' eventuale applicazione del «Parhament Act» e alla Bbc ha detto che «sarebbe molto sorpreso» se la caccia alla volpe fosse ancora praticata fra un paio d'anni. Da parte loro i sostenitori della caccia alla volpe riuniti sotto l'influente sigla della «Countryside Aliian- ce» (l'alleanza per la campagna) dicono che il voto di reri irrigidirà ulteriormente l'opposizione dei Lord, promettono enormi dimostrazioni di protesta come-quella dello scorso settembre e giurano: «Un bando totale oggi è più lontano, anziché più vicino». Mentre le testate inglesi sfornavano commenti quali «Blair si lecca le ferite», gh oppositori della caccia con i cani gioivano. Phyllis Campbell, direttrice del Fondo internazionale per il benessere degh animali, sezione britannica, ha detto: «La crudeltà della caccia con i cani è inaccettabile nella società moderna e questo voto significa che i Comuni hanno messo la Earola fine a questa attività arbarica». II premier britannico Tony Blairnon nasconde il suo disappunto dopo la ribellione del Labour in occasione del voto ai Comuni sulla caccia alla volpe

Persone citate: Maria Chiara Bonazzi, Phyllis Campbell, Tony Banks

Luoghi citati: Iraq, Londra