La Libia accetta «pattuglie congiunte» contro i clandestini

La Libia accetta «pattuglie congiunte» contro i clandestini RAGGIUNTA L'INTESA SUL «PROTOCOLLO TECNICO» La Libia accetta «pattuglie congiunte» contro i clandestini Rinviata di un giorno la visita del ministro dell'interno Pisanu a Tripoli Impegno dell'Italia a far cessare l'embargo. Frattini: «L'accordo dimostra ai partner europei la buona volontà delle autorità libiche» Guido Ruotolo ROMA L'accordo «tecnico» c'è anche se non sarà fumato domani, anche se la missione a Tripoli del mini^ stro dell'Interno, Beppe Pisanu, è stata rinviata di ventiquattr'ore. Le delegazioni «tecniche», dopo due giórni di confronto ravvicinato, hanno trovato l'intesa, hanno limato la bozza deh'accordo, modificato qualche suo punto, chiarito gh «equivoci». Per esempio, a sentire le indiscrezioni che filtrano dal Viminale: il pattugliamento deUe coste libiche sarà consentito anche se non più nella formulazione di «pattuglie miste» ma di «pattugliamento congiunto»."La differenza è di sostanza, perché sarà prevista sempre la presenza di uomini di coUegamento suUe motovedette. La rivendicata «sovranità libica» viene così in ogni caso garantita, perché se una motovedetta itahana si trovasse ad operare neUe acque territoriali lo farebbe sempre sotto controllo libico, con la presenza a bordo di militari di Tripoli. Sarà confermata la presenza di militari italiani neUa missione libica? Molto attento a non irritare Tripoli, ieri il ministro della Difesa, Antonio Martmo, si è limitato a dire: «Quando e se ci sarà richiesto, ovviamente, lo valuteremo con la massima disponibilità». Il ministro Martino, però, ha aggiunto: «Noi già partecipiamo attivamente al contrasto dei flussi di immigrazione clandestina: la Marina militare, nelle acque intemazionali, fa un monitoraggio». Mentre si vedevano i «tecnici» libici con quelli italiani, sempre al Viminale il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, ha ricevuto l'ambasciatore libico a Roma, Abdulati Alobidi. «Nel corso dell'incontro - si legge nella nota ufficiale del ministero - sono stati passati in rassegna gh ultimi dettagli della visita a Tripoli del ministro Pisanu, che le due parti - per rispettive esigenze di agenda - hanno concordato si svolga giovedì 3 luglio». Al di là della giustificazione ufficiale, il rinvio di un giorno della missione a Tripoli del ministro Pisanu, in realtà, è stato deciso per rafforzare quella «cor¬ nice» politica e diplomatica che deve sostenere l'intesa tra Roma e Tripoli nel contrasto ai trafficanti di clandestini. Intanto, ci sono gli appuntamenti internazionah di BruxeUes dai quali potrebbero arrivare, in queste ore, ulteriori segnali di disponibilità e, soprattutto, di condivisione europea all'accordo che il ministro Pisanu siglerà giovedì a Tripoli. Ieri, per esempio, il ministro degh Esteri, Franco Frattini, ha espresso «la grande soddisfazione per la disponibilità del governo di Tripoli ad arrivare in tempi straordinariamente brevi a un accordo dall'elevato valore politico». E ha aggiunto: «L'accordo è anche una risposta ai jartner europei sulla buona voontà della Libia». Per non essere equivocato sul isostegno itahano al superamento dell'embargo europeo nei confronti della Libia, il responsabile della Farnesina ha precisato: «Ci aspettiamo dalla Libia segnah concreti e quelli di questi giorni mi pare che lo siano». La partita che si è aperta tra Libia e Italia, e che ruota attorno all'accordo contro i trafficanti di clandestini, è più complessa. La questione dell'embargo, del suo superamento è uno dei suoi mo¬ menti decisivi, anche se non è l'unico. L'embargo limita la possibilità di commerciare «materiali di possibile uso bellico» ma di fronte all'ostacolo europeo i libici, accettando l'intesa con Roma, nei fatti riconoscono all'Italia l'impegno per il suo superamento. E questo perché, al di là della loro gestione materiale, mezzi di supporto logistico e tecnologico italiani saranno trasferiti sul suolo libico, soprattutto in funzione di «controUo congiunto deUe frontiere terrestri». E che il «problema» decisivo per Tripoli sia il superamento dell'embargo, lo ha ribadito ieri il nuovo ambasciato¬ re libico presso la Santa Sede, nel suo indirizzo di saluto al Papa, durante la cerimonia di presentazione delle credenziah. L'ambasciatore Abdulhafed Gaddur ha voluto ringraziare il Papa «per la coraggiosa e forte posizione» contro l'embargo nei confronti di Tripoli. Chi ha seguito da vicino gh incontri di questi giorni al Viminale, chi ne ha respirato l'aria, sintetizza così la situazione: «Dal punto di vista tecnico la mediazione trovata sull'intesa operativa soddisfa tutti. La difficoltà, potremo chiamarla l'irritazione, è insorta perché i libici non hanno apprezzato la strumentalizzazione politica della stessa intesa». Questa irritazione era nota almeno da giovedì, da quando il presidente del Consiglio Berlusconi presentò in Parlamento l'invio della missione in Libia in termini di «militari e navi». Quella interpretazione dell'accordo fu respinta lo stesso giorno dal ministro degh Esteri Libici, Shalgham, che rinvedicò la inviolabilità della sovranità nazionale, invocò una sorta di grande piano Marshall dell'Europa nei confronti dei paesi africani e dichiarò che i libici non avrebbero mai sparato contro gh immigrati, come chiedeva «il ministro Bossi». Il quale, ieri, intervistato da Radio Padania Libera, ha annunciato una (metaforica?) «battaghafinale»: «Gh occidentah sono uomini in carne ed ossa, ma non hanno alcun diritto davanti all'immigrazione. Gh immigrati hanno il diritto di venire qui a disintegrare la nostra cultura e le nostre radici. Siamo alla battaglia finale». Materiali e mezzi di supporto logistico e tecnologico saranno trasferiti nel paese nordafricano soprattutto in funzione di controllo delle molto estese frontiere terrestri le motovedette italiane che opereranno nelle acque territoriali lo faranno con la presenza a bordo di militari libici L'ambasciatore Abdulhafed Gaddur ha voluto anche ringraziare il Papa per i suoi sforzi contro le sanzioni Una delle carrette del mare attraccate a Lampedusa la scorsa settimana