Il dolore e l'orgoglio dei fedelissimi E la cura rimane sempre popolare

Il dolore e l'orgoglio dei fedelissimi E la cura rimane sempre popolare L'AMORE PER IL MEDICO DAL VOLTO UMANO Il dolore e l'orgoglio dei fedelissimi E la cura rimane sempre popolare Sul sito Internet una serie continua di messaggi: «Abbiamo perso un faro» "professorLui9iDiBellaaveva91anni testimonianze Raffaella Quaquaro corrispondente da MODENA LI ULTIMA volta che l'ha visto è stato lunedì sera, verso le 20. Immobile e incosciente nel suo letto d'ospedale. Gli ha stretto la mano, l'ha salutato, come tutte le sere. Ma stavolta lui non ha risposto, come faceva sempre, «Grazie signora». «Da qualche giorno non mi riconosceva più. Mi aspettavo la sua morte, ma è una notizia ugualmente terribile e devo faticosamente prenderne atto». Ivana Bergonzini è una paziente un po' speciale del professor Luigi Di Bella. L'ha conosciuto sette anni fa, «dopo che mi avevano diagnosticato un male cosiddetto incurabile, un mieloma. Un tumore nel sangue, quindi inoperabile. Avevo rifiutato la chemio, senza conoscere la sua terapia. Due mesi dopo ho avuto un appuntamento. Mi ha visitato e non mi ha detto che mi avrebbe guarito, ma che avrebbe provato a controllare la malattia. Da allora, non ho mai perso un solo minuto della mia vita lavorativa, sociale. Insomma, della vita normale». Oltre al lavoro alla Cgil, Ivana ne ha aggiunto un altro: è presidente della sezione modenese dell'Alan, l'Associazione malati neoplastici. Da oggi questo lavoro la assorbirà ancora di più: «Aiutare i malati, solo questo ci chiedeva. E questo faremo». Eravate diventati amici? ((Amici è una parola grossa - precisa Ivana -. Diciamo che ho avuto il privilegio di poter tante volte parlare con lui di tutto, anche del mondo al di fuori della terapia. Era un grande saggio, una persona umile, colta, intelligente, essenziale nell'uso delle parole. Ha dedicato la propria vita agli altri. Non ha mai ratto vacanze e di certo non si è mai arricchito. Però ha arricchi¬ to le persone che l'hanno conosciuto». Il telefono dell'Alan squilla in continuazione. In tanti voghono sapere se è vero ciò che dicono radio e tivù. Se è proprio vero che l'uomo che sembrava invincibile se n'è andato. «E adesso? cosa faremo adesso?». Ivana non perde la calma. «Io faccio la terapia da sette anni. Non c'è bisogno di strutture né di ricoveri, si può fare da soli a casa, basta seguire scrupolosamente le indicazioni». Ma come faranno i tanti che Di Bella non l'hanno conosciuto ma ancora oggi vorrebbero iniziare la sua multiterapia? Le telefonate arrivano a centinaia e basta dare un'occhiata al sito Internet (www. luigidibella.it), nella mailing list sui medici «accreditati». I messaggi sono tanti, decine anche in questi ultimi giorni. «So che neanche voi potete darmi certezze, non è quello che sto cercando. Arrivati a questo punto è solo di speranza che dobbiamo parlare. Non voglio che mia madre soffra per poi morire, non voghe starmene con le mani in mano» scrive Valentino, dalla provincia di Verona. Come tanti, chiede il nominativo di un medico che prescriva la terapia Di Bella nella sua città. Ha fretta, come tutti, perché la malattia non aspetta. E non gh importa nulla del fatto che la sperimentazione abbia dato esito negativo. Mail arrivano da Rovigo, Padova, Torino, Caserta, Trieste, Milano, dalla Liguria, da Cremona, Roma. Messaggi essenziali: in poche righe c'è non solo la diagnosi, ma la sofferenza di un'intera famiglia. Chi la madre, chi il figlio, chi il fidanzato, chi un amico da far curare. Sul sito non c'è un elenco «ufficiale» dei medici abilitati a prescrivere la Multiterapia. Ma lo staff del professore risponde alle singole mail, fornendo indirizzi e nommativi. Sempre via mail trova sfogo il dolore di centinaia di persone che hanno perso un «faro». A dare il via è un messaggio comparso alle 13,44. «Oggi alle 10,04 si è spento a Modena il nostro amatissimo professor Luigi Di Bella. Non lo dimenticheremo mai e continueremo a lavorare affinché venga riconosciuta la sua opera di scienzia' to. Da parte nostra un grande, caloroso e fraterno abbraccio al caro Professore». Pochi minuti, e da ogni angolo d'Italia iniziano a fioccare le mail. «So che mi ascolterà anche dal cielo, perché lei adesso è lì, è nel posto che si merita per il solo fatto di aver dato anche una minima speranza a tantissima gente che ormai aveva perso la voglia di vivere e di ridere», scrive Massimo. ((A mia madre - aggiunge - lei ha restituito quella gioia di lottare contro una malattia che è più forte di noi, che ci prende a tradimento, che non ci dà il tempo di reagire, che ci lascia senza fiato ma che grazie a lei è apparsa molto meno terribile di quanto finora avessimo creduto». «La sua grandezza è tale che sarà una di queUe cose che, ne sono certa, faranno studiare nei libri di scuola. Spero tanto che dove si trova adesso possa godere di quella serenità e di quel riconoscimento che il genere umano le ha usurpato qui sulla Terra», commenta Piera. C'è la testimonianza dolorosa di Grazia. «Mio marito - scrive - è morto 17 mesi fa, aveva 44 anni e un tumore terribile ai polmoni. Un uomo grande e grosso ridotto in pochi mesi dalle chemioterapie ad uno scheletro, e proprio per aver fatto le chemioterapie non abbiamo avuto il tempo necessario per smaltire tutte le porcherie che aveva nel sangue per poter fare la cura Di Bella. Però nel frattempo siamo riusciti a fare una cura di vitamine prescritta da un dottore seguace del prof. Di Bella. Posso solo dire che mio marito, dopo aver cominciato questa cura, non ha avuto tutti quei dolori atroci che mi avevano detto gh "altri" medici, si sentiva megho e più in forze. Sono rimasta con un dolore terribile dentro di me per non aver saputo convincere mio marito a iniziare da subito questa cura. Chiedo perdono al mio amatissimo marito e al professore che ho tradito non dandogli la fiducia che meritava». «Certo - aggiunge un altro paziente - uno che ti visita due ore e non vuole una lira, qualche invidia nel sistema medico la provocherà pure...».

Persone citate: Di Bella, Ivana Bergonzini, Luigi Di Bella, Raffaella Quaquaro