Solana: sarà una leadership nella continuità di Enrico Singer

Solana: sarà una leadership nella continuità Solana: sarà una leadership nella continuità «Non cambieranno le strategie e le priorità da qui a dicembre restano le stesse» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Continuità. La parola d'ordine è continuità. E Javier Solana, Alto rappresentante della Uè per la politica estera e la sicurezza, è convinto che la presidenza italiana non farà eccezione a questa regola aurea e che non ci saranno «strappi». Delle polemiche e delle critiche rimbalzate soprattutto sui giornali di mezza Europa in questi ultimi giorni, non vuole nemmeno parlare: l'altra redola aurea che governa l'establishment dell'Unione è che contano soltanto i fatti e che nelle polemiche nazionali è meglio non entrare. «L'agenda delle priorità è stabilita all'unanimità nei vertici europei e su quella, poi, si lavora per il resto dell'anno». E' così in tutte le politiche della Uè, «ma ancora di più in politica estera». C'è un «passaggio di testimone», dice Solana, ma non un «cambio di strategie» anche perché, «sui grossi temi intemazionali in sei mesi le priorità restano le stesse». Anzi, per la prima volta nella storia comunitaria, all'inizio del 2003 lltalia e la Grecia, protagoniste dei due semestri, hanno presentato un programma concordato, proprio per dare maggiore continuità al lavoro delle presidenze. In politica estera, spiega Solana, gli obiettivi sono quattro. Al primo posto c'è il processo di pace in Meclio Oriente, da favorire «attraverso il dialogo continuo con entrambe le parti» - israeliani e palestinesi - nel quadro del lavoro del cosiddetto «quartetto» che è composto da Usa, Uè, Russia e Gnu e che tiene saldamente in mano i difficili negoziati. Poi c'è il recupero delle relazioni transatlantiche, incrinate dalla crisi irachena. E Javier Solana ricorda che «già nel vertice di Salonicco la Uè ha ribadito la centralità del rappòrto tra Europa e Stati Uniti». Le altre due priorità sono il lancio nei Balcani di nuove operazioni «gestite da forze europee e sotto bandiera europea», dopo quella, riuscita, del maggio scorso in Macedonia, e il dialogo con i Paesi del Sud del Mediterraneo che è anche uno dei principali punti di forza della linea della Commissione guidata da Romano Prodi. Su questi quattro punti, secondo Solana, c'è sintonia con il programma italiano e la prossima settimana - probabilmente già martedì 8 - l'Alto rappresentante della Uè per la politica estera e la sicurezza sarà a Roma per un incontro con Silvio Berlusconi e per una «lunga riunione» con Franco Frattini con i temi intemazionali al centro dei colloqui. Gli obiettivi indicati da Solana si ritrovano nel programma del semestre italiano che, domani, Berlusconi illustrerà di fronte alTEùroparlamento riunito in sessione plenaria a Strasburgo. Certo, l'appuntamento centra- le del semestre è la Conferenza inteigovemativa di Roma che dovrà trasformare la bózza preparata dalla Convenzione nel nuovo trattato costituzionale della Grande Europa e che è richiamato anche nell'ambizioso slogan scelto da Berlusconi per la presidenza: «Europa, cittadini di un sogno comune». Ma nella scala delle priorità, la «costruzione di un ruolo intemazionale delTUnione più incisivo» arriva alla pari con le altre due emergenze europee: il rilancio dell'economia e l'immigrazione. In politica estera i punti forti sono: dialogo transatlantico, ricostruzione dell' Iraq, lotta al terrorismo, rapporti con i Paesi del Mediterraneo. Per quest'ultimo capitolo è stata già fissata una «conferenza Euromed» che si terrà a Napoli il 2 e 3 dicembre, appena dieci giorni prima del vertice conclusivo del semestre che è programmato per il 12 e il 13 dicembre a Bruxelles. Nelle intenzioni italiane, questo summit dovrebbe essere dedicato proprio ai temi di politica intemazionale, mentre economia e immigrazione dovrebbero dominare il primo vertice europeo del semèstre (il 16 e il 17 ottobre). Questi, almeno, sono i progetti che adesso dovranno trovare sostegni, alleanze. Un invito a «giudicare dai risultati» è arrivato ieri dal tedesco Hans Gert Poettering che è il capogruppo del Ppe all'Europarlamento. Poettering ha lanciato ima specie di appello a chi già critica la presidenza italiana: «Non è questo il momento di dire sì o no. Alla fine del semestre si vedrà: se la presidenza farà cose importanti per l'Europa, si dovrà riconoscerlo; se non farà del suo megho, allora la criticheremo». La Commissione Prodi conferma che «lavorerà con la presidenza italiana come ha lavorato con tutte le altre presidenze: molto da vicino». Tutto questo basterà per placare le polemiche? Da oggi si vedrà. L'S luglio a Roma il ministro degli Esteri dell'Unione incontrerà il premier e con Frattini avrà una «lunga riunione»