Rumsfeld: in Iraq ci saranno altri agguati ai nostri di Paolo Mastrolilli

Rumsfeld: in Iraq ci saranno altri agguati ai nostri «GLI AUTORI SONO UOMINI DEL VECCHIO REGIME, TERRORISTI E PERSONE INFLUENZATE DALL'IRAN» Rumsfeld: in Iraq ci saranno altri agguati ai nostri I capo del Pentagono loda i carabinieri Paolo Mastrolilli NEW YORK «La guerra contro i terroristi in Iraq non finirà presto». E' l'avvertimento che ha lanciato ieri il capo del Pentagono Donald Rumsfeld mentre i soldati della Quarta divisione di fanteria continuano l'operazione «Sidewinder», crotalo del deserto, proprio per colpire la resistenza e possibilmente mettere le mani su Saddam e i suoi figli. Eppure proprio il ministro della Difesa ha messo le mani avanti, dicendo che «i raid probabilmente non basteranno a fermare gli attacchi» degh ultimi giorni contro le forze di occupazione, e quindi il Paese deve prepararsi ad altri attentati e forse ad altre vittime. Rumsfeld ha deciso di parlare perché gli agguati, in corso da quando il presidente Bush ha proclamato la fine dei combattimenti, stanno facendo circolare a Washington le parole «guerriglia» e «pantano». I morti americani dal primo maggio ad oggi sono 63, in parte per incidenti e in parte per attacchi, e domenica alcuni senatori come Hagel e Biden hanno attaccato direttamente il capo del Pentagono dicendo che dovrebbe mettere da parte i suoi pregiudizi ideologici e aprire la forza intemazionale di pace alla Nato, compresi i soldati francesi e tedeschi. Rumsfeld ieri ha risposto che è sbaghato parlare di guerriglia perché non c'è una resistenza centralizzata, ma piuttosto azioni diverse da parte di criminali, membri del vecchio regime, terroristi venuti dall'estero e «persone influenzate dall' Iran». Secondo il Segretario è un problema serio, tanto in Iraq quanto in Afghanistan, che richiede una forte presenza militare. Ma proprio per questo Washington sta collaborando con altri Paesi, compresa l'Italia, i cui carabinieri sono stati citati da Rumsfeld come esempio. «Ciò che stiamo facendo - ha spiegato - è difficile: far passare un Paese dalla dittatura al sistema rappresentativo. Ci vorrà tempo per raggiungere l'obiettivo». Sul terreno l'operazione «Sidewinder» in due giorni ha portato all'arresto di circa 180 persone, dal confine con l'Iran alle regioni del Nord vicine alla città d'origine di Saddam. Il Pentagono non dice che l'ex Raiss è l'obiettivo dell'offensiva, ma Rumsfeld ha ammesso che «questa resta una delle nostre priorità, perché è chiudere la sua storia». Comun- qua domenica sera, proprio mentre «Sidewinder» era in pieno svolgimento, qualcuno ha osato ancora sparare col lanciagranate contro una colonna di mezzi americani a Falluja, ferendo un giornalista della televisione Nhc che viaggiava nel convoglio. Tre iracheni sono morti nello scontro tra alcuni mezzi che portavano soccorsi. Una ventina di civili, invece, hanno perso la vita nell'esplosione avvenuta in un deposito di munizioni nella città di Haditha, a Nord-Ovest di Baghdad. I problemi per gu amministratori americani continuano anche sul piano politico. Ieri hanno destituito l'uomo che proprio loro avevano scelto come sindaco di Najaf, città santa nel cuore della regione abitata dalla maggioranza sciita. Abu Haydar Abdul Munim era un ex colonnello dell'esercito, inviso alla popolazione, ed è stato arrestato insieme con circa 60 collaboratori accusati di corruzione e sequestro di persona. Al suo posto gli americani hanno messo l'ex vice sindaco Haydar Mahdi Mattar al-Maj ali. A Najaf è sorto un problema anche con l'ayatollah Ali al-Sistani, forse il più rispettato leader sciita, che finora ha sollecitato i fedeli a non combattere contro l'occupazione. Al Sistani ha emesso una fatwa, cioè un editto religioso, in cui critica l'idea di far scrivere la nuova Costituzione del Paese a un consiglio di persone nominate da Washington. Ma secondo molti esperti la resistenza acquisterà forza finché il processo di condivisione del potere con gli iracheni non partirà. Destituito per corruzione il sindaco di Najaf che era stato nominato da Washington. Esplode un deposito di munizioni a Haditha, morti una ventina di civili Dipendenti disoccupati del settore petrolifero protestano a Baghdad chiedendo lavoro agli americani: manifestazioni di questo tipo sono quotidiane in Iraq