Italia, lo Stato efficace

Italia, lo Stato efficace HIGH-TECH E DEVOLUZIONE: COME CAMBIA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Italia, lo Stato efficace Gianfranco Dioguardi NELLA recente intervista rilasciata a Flavia Podestà per La ^ Stampa, il Ministro per l'innovazione Lucio Stanca ha evidenziato come le nuove tecnologie abbiano consentito all'Italia, e in particolare alla sua Pubblica Amministrazione, di realizzare un forte recupero in termini di efficienza competitiva. Al proposito, va considerato come gli andamenti del settore privato e di quello pubblico non sempre procedono in sintonia nel loro sviluppo. Si sono registrati, nel passato, importanti successi del settore produttivo nazionale ottenuti nonostante una Pubblica Amministrazione fortemente burocratizzata, che indusse Mora Govematore della Banca d'Italia Guido Carli a coniare l'affermazione, divenuta poi celebre, di «lacci e laccioli» che invischiavano l'azione imprenditoriale. Oggi emergono gravi preoccupazioni per un pericolo di declino del sistema produttivo italiano; legato in particolare allo stato di crisi consistente che si registra nell'ambito di grandi imprese, non sufficientemente compensato dalla crescita emergente di nuovi soggetti imprenditoriali. Uno stato di crisi che spesso si estende ad alcuni distretti industriali in presenza di uno stentato sviluppo in nuovi settori. D'altra parte le capacità di sviluppo di una nazione sono legate anche all'efficienza della Pubblica Amministrazione da interpretare come vero punto di forza del sistema paese, giacché rappresenta, per così cure, la struttura dì riferimento attraverso cui si articolano le attività dei vari settori produttivi operanti sia nell'ambito privato sia in quello pubblico. Oggi un chiaroscuro di luci e ombre caratterizza la burocrazia pubblica nella sua sfida verso l'innovazione dell'hi-tech nel cui ambito, tuttavia, le luci sembrano prevalere consentendo un riequilibrio dei giudizi negativi sul sistema Paese. Ricordando l'insegnamento di Giambattista Vico, saremmo in presenza di una sorta di corsi e ricorsi storici nei quali l'interazione sinergica fra le due realtà - pubbbea e privata - riesce alla fine a temperare minis quello che di negativo si prospetta ora da un lato ora dall'altro, inducendo perciò ad avere ancora fiducia per il futuro, e quindi, nello «stellone italico» promotore di vari miracoli economici che così troverebbe anche una sorta di razionale giustificazione. In effetti, c'è del nuovo nell'ambito della Pubblica Amministrazione e il Ministro Stanca ne ha evidenziato la forte valenza. Si avvertono sintomi di maggiore efficienza, in particolare nell'azione degli enti locali che interagiscono con i cittadini e con le loro imprese, manifestando un'efficacia insolita in grado di far riemergere fiducia nei rapporti in passato non sempre ottimali. Ci troviamo in presenza di una più spiccata imprenditorialità, che sembra poter caratterizzare sempre più la Pubblica Amministrazione attraverso processi di auto organizzazione periferica posti in atto sia per il decentramento dei poteri dello Stato centrale in quella die oramai è chiamata, con termine brutto e inappropriato, «devoluzione» - sia per l'esplicita volontà espressa dagli enti locali di procedere sulla strada dell'innovazione organizzativa accompagnata da intensa formazione professionale, con conseguente e significativa «evoluzione» delle proprie strutture operative. Concorrono al successo nuove strategie che hanno portato gli enti locali a rendere prioritari gli impegni proprio nel campo della formazione avanzata. Sintomatica al proposito è per esempio la loro partecipazione al Formez, associazione con personalità giuridica in cui interviene direttamente lo Stato attraverso la Funzione Pubblica e poi l'ANCI (l'Associazione Nazionale Comuni Italiani), ITTP! (l'Unione Province Italiane), l'UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Montane) insieme con alcune regioni, generabnente meridionali, fra le quali la Puglia e la Campania, n Formez costituisce quindi struttura di supporto tecnico del «Dipartimento della Funzione Pubblica», e si propone come strumento di attuazione dei programmi di governo sia in ambito centrale sia in sede locale per innovare la Pubblica Amministrazione, grazie a una più efficace qualificazione professionale orientando le sue strutture verso una maggiore efficienza nella govemance territoriale. Questa Istituzione ha da qualche tempo messo in atto strategie operative che, pur nel pieno rispetto delle finalità pubbliche, hanno per cosi dire miettato nella struttura un nuovo «spirito d'impresa» che ha consentito di conseguire performance di significativo rilievo, ampliando, fra l'altro, la presenza operativa del Formez dal Mezzogiorno sull'intero territorio nazionale, con un notevole incremento delle attività. 1 È importante oggi che istituzioni del genere consolidino il loro ruolo di veri e propri «centri d'eccellenza», come riferimenti per la Pubblica Amministrazione nei programmi di sviluppo innovativo e professionale, e dunque anche nelle prestazioni nei confronti dei cittadini e delle imprese, riproponendo un'atmosfera di fiducia in un Sistema Paese oggi per tanti versi in crisi di competitività produttiva neEa sfida europea e sui mercati globali. Gli enti locali divedano più imprenditoriali: il positivo esempio della «rete» del Formez ministero della Funzione Pubblica

Persone citate: Flavia Podestà, Giambattista Vico, Gianfranco Dioguardi, Guido Carli, Lucio Stanca

Luoghi citati: Campania, Italia, Puglia