«Una riforma che dà più forza all'Europa» di Maurizio Tropeano

«Una riforma che dà più forza all'Europa» LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE VALUTANO L'INTESA DI LUSSEMBURGO «Una riforma che dà più forza all'Europa» La modifica degli aiuti crea condizioni favorevoli per le trattative Wto E'essenziale ottenere il massimo sostegno ai prodotti mediterranei nel semestre di presidenza italiana. Preoccupazione per il biologico Maurizio Tropeano ROMA «E'stato un negoziato duro e complesso che ha visto pesanti contrapposizioni. Bisogna essere realisti: le condizioni dei rapporti nell'unione Europea non hanno lasciato alla fine molti spazi per andare più avanti nella riforma. E'stato un compromesso ma adesso con questo risultato, con questa riforma parziale si può andare a discutere al negoziato Wto di Cancan». La riflessione di Massimo Pacete, presidente della Cia, può essere delìni ta la sintesi del pensiero delle organizzazioni agricole sulla conclusione delle trattative per la riforma della pohtica agricola comune. Da ima parte, infatti, si registra il commento quasi entusiasta del presidente della Coldiretti, Paolo Pedoni: «L'Italia incassa un risultato postivo. E'stato realizzato un cambiamento profondo della pohtica agricola comune nell'Europa allargata a favore della competitività deUe imprese che guardano al mercato, producono qualità, rispettano l'ambiente e voghono rispondere alle nuove domande dei cittadini-consumatori». Dall'altra c'è chi non nasconde l'insoddisfa¬ zione come Augusto Bocchini, presidente di Confagricoltura: «Il conclamato riequilibrio a favore dell'Italia si è progressivamente sgonfiato. Non possiamo ritenerci soddisfatti perché in modo pesante le carni bovine e in maniera minore il grano duro scontano significative riduzioni dei trasferimenti». Senza dimenticare l'Aiab che boccia il compromeso raggiunto «perché penalizza fortemente il settore biologico». Insomma, posizioni variegate che però hanno alcuni punti in comune. Il primo: un generale apprezzamento per il lavoro svolto dal ministro Gianni Alemanno (espresso soprattutto dalle tre grandi organizzazioni). Il secondo: lo spostamento dell'attenzione, verso le prossime scadenze intemazionali, cioè il semestre di presidenza itahano dell'Ile e il negoziato Wto che si svolgerà da settembre a Cancun. Partiamo dal semestre di presidenza itahano che inizierà dopodomani. Pacetti chiede un «forte impegno complessivo per gestire bene il turno di presidenza italiana tutelando le produzioni mediterranee e prestando attenzione all'intero settore zootecnico». Per Bedoni «il compito dell'Italia sarà quello di valorizzare gh elementi innovativi della riforma nel corso del proprio semestre di presidenza». Secondo il presidente della Coldiretti gh elementi innovativi sono essenzialmente quattro: «Il rafforzamento della pohtica a supporto degh investimenti per lo sviluppo deUe imprese delle campagne; i nuovi interventi a sostegno della qualità degh alimenti; la maggiore attenzione ai giovani e il rafforzamento del legame tra impresa e mercato». Tra gh impegni del semestre itahano c'è anche l'avvio del negoziato in seno all'organizzazione mondiale del commercio. Bocchini lega strettamente l'intesa siglata a Lussemburgo con l'avvio delle trattative a Cancun: «Le sostanziah limitazioni che sono state introdotte al disaccoppiamento, dai cereali al settore zootecnico, la cui appheazione può essere posticipata dagli Stati membri fino al 2007 dimostrano -secondo Bocchini - che questa innovazione è stata immaginata ad un solo scopo : favorire la trattativa in seno al Wto». Anche l'Aiab sostiene una tesi analoga, anche se più radicale: «La riforma non favorisce il biologico e nemmeno l'agricoltura di qualità. Si tratta soltanto di una mediazione fra chi voleva un accordo pohtico sul disaccopiamento per sostenere la posizione negoziale liberista dell'Ile a Cancun e chi difendeva i propri interessi di bottega». La Cia, invece, sottolinea l'importanza di aver trovato un accordo prima dell'avvio del round negoziale mondiale. Spiega Pacetti: «Un eventuale rinvio delle decisioni del Consiglio dei Ministri Uè avrebbe potuto compromettere in maniera decisamente penalizzante fondamentah interessi dell'agricoltura italiana. Se il negoziato si fosse riaperto dopo l'appuntamento del Wto, le decisioni sarebbero state adottate solo nel 2004, con una situazione più difficile per l'Italia visto che ai negoziati avrebbero partecipato in modo diretto anche i nuovi dieci Paesi membri dell'Ue spostando ulteriormente l'equilibrio a sfavore delle nostre produzioni». Bedoni, comunque, resta convinto che adesso «l'Italia ha un quadro di riferimento con risorse certe, nuovi strumenti per affrontare la sfida sul commercio intemazionale e condizioni per superare i ritardi strutturali del nostro Paese». Il ministro Alemanno con il Commissario alla tutela dei consumatori, Byrne (a sinistra) e quello all'agricoltura, Fischler

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