Maroni all'attacco su pensioni d'oro e invalidità

Maroni all'attacco su pensioni d'oro e invalidità IL MINISTRO DEL WELFARE FAVOREVOLE AD UN CONTRIBUTO SUI VITALIZI D'ORO. IL PREMIER: «INTERVENIRE PRIMA DELL'ESTATE» Maroni all'attacco su pensioni d'oro e invalidità Berlusconi: riforma subito. Fini: no a un decreto ROMA Una decisione rapida? Per le pensioni adesso è il presidente del consigho Silvio Berlusconi ad accelerare. Ma il vice Gianfranco Fini frena subito. Impegnato ieri ad Arezzo, come riferito alla Stampa dal sindaco Luigi Lucherini, aderente di Forza Italia, il premier rivela a un gruppo di amministratori locali l'intenzione di intervenire «prima dell'estate», ovvero prima della sospensione dell'attività politica ad agosto. Berlusconi, sempre in base alla ricostruzione fornita da Lucherini, ritiene assolutamente necessaria una riforma «altrimenti non quadrano i conti». In sostanza, il premier è convinto, che «il problema del welfare», cioè dello stato sociale, sia ((preoccupante». Alla Festa del tricolore, però. Fini ha toni molto diversi: «Quando leggo sui giornali che si vuole intervenire per decreto sulle pensioni, inorridisco». Fini dice che prendere decisioni «sulle pensioni di anzianità per decreto sarebbe un errore madornale» perché «su temi così importanti bisogna ragionare con le parti sociali, sindacati e imprenditori». Da tempo è evidente che all'interno del governo e della maggioranza di centrodestra convivono posizioni differenziate. Del resto è fermo in parlamento da un anno e mezzo il disegno di legge delega presentato dal ministro del lavoro e delle politiche sociali Roberto Maroni, esponente della Lega. Disegno di legge che Màroni ha dichiarato di aver difeso nel corso dell'incontro avuto mercoledì scorso con il ministro dell'economia Giulio Tremonti al quale è invece attribuita la volontà di adottare misure più severe. La posizione di Maroni è condensata in ima serie di dichiarazioni rilasciate ieri a Bagnolo San Vito, nel Mantovano, in occasione della riunione del Comitato padano promossa dalla Lega. Maroni afferma che «non ci sarà alcun intervento sulle pensioni di anzianità» (riconosciute in base agli anni di contributi e non all'età), intervento da sempre contrastato dalla Lega, mentre è necessario prendere provvedimenti per gli assegni di invalidità nel caso di abusi. E il ministro del lavoro ritiene che i titolari di «pensioni d'oro» debbano versare un contributo. A proposito delle pensioni di anzianità, Maroni dichiara: «Posso dire qual è la posizione attuale della Lega, del governo, della maggioranza: la delega previdenziale che la camera ha approvato non prevede alcun intervento sulle pensioni di anzianità. Questa è stata la posizione della maggioranza della Casa delle libertà alla camera». Maroni riconosce poi che è «sem¬ pre possibile cambiare opinione naturalmente». Ma «occorre un atto foimale per cambiare un'opinione che attualmente non è della Lega ma della maggioranza del governò. Domani, comunque, scadono i termini per la cosiddetta terza finestra: la richiesta di uscita dal lavoro anticipata rispetto all'età. Dal primo luglio può ottenere la pensione di anzianità un dipendente del settore privato che a 57 anni abbia 35 anni di contributi. I lavoratori autonomi possono andare in pensione a 58 anni con 35 di contributi. Nei primi tre mesi del 2003 le pensioni di anzianità liquidate dalì'Inps sono diminuite del 7,140Zo mentre quelle di vecchiaia sono aumentate dell' 1,81. Per l'invalidità Maroni sostiene: «Se ci sono degli abusi devono essere corretti e questo lo faremo». H ministro rileva che (de cosiddette pensioni di invalidità rappresenta- no una categoria rilevante di spesa superiore ai 10 mihardi di euro l'anno». Pertanto «occorre guardarci dentro» e infatti si stanno «programmando delle verifiche». Per le pensioni d'oro, ovvero quelle «superiori ai 10 mila euro» al mese, Maroni richiama la sua pro¬ posta per il versamento di un contributo avanzata nel 2001 «che venne bocciata ma la ritengo giusta». Non sarebbe in discussione «una nonna che modifica diritti acquisiti» perché «il prelievo» è considerato possibile con le regole esistenti. Maroni definisce poi «assurdo» ipotizzare uno scambio devolutionpensioni: «La devoluzione è uno dei quattro punti che hanno dato vita alla Casa delle libertà. E tra questi quattro punti non c'erano le pensioni. Dunque non c'è alcuna possibilità di scambio». [r.ipp.l 17 LA SPESA PER LA PREVIDENZA l LE PREVISIONI j^llTE: Ragioneria generale delld Stato 2005 2010 2015 2020 2025 2030 mQ 2045 2050

Luoghi citati: Arezzo, Bagnolo San Vito, Roma