IG Metall perde la battaglia sulle 35 ore di Francesca Sforza

IG Metall perde la battaglia sulle 35 ore ZWICKEL: ABBIAMO FALLITO. I DATORI DI LAVORO NON HANNO MOLLATO: «PROTESTA ILLEGITTIMA» IG Metall perde la battaglia sulle 35 ore Inutili gli scioperi, l'orario e i salari non saranno adeguati Francesca Sforza corrispondente da BERLINO Per la prima volta in cinquant'anni il potente sindacato tedesco IG Metall ha perso una battaglia. «E' l'amara verità - ha ammesso il leader Klaus Zwickel - lo sciopero è falhto». Sedersi al tavolo delle trattative con le associazioni dei datori di lavoro per sedici ore non è servito a nulla: l'adeguazione dell'orario di lavoro tra operai dell'Est e operai dell'Ovest resta un miraggio. Se ne riparla in autunno, ma certo una sconfìtta così pesante lascerà il segno. Nella storia del mondo sindacale tedesco - tradizionalmente poco abituato a incrociare le braccia - è la prima volta che uno sciopero durato quasi quattro settimane fa registrare, come risultato finale, un assoluto nulla di fatto. Niente adeguamento dei salari (16,12 euro lordi all'ora per un lavoratore dell'Ovest, e 11,32 per uno dell'est), niente adeguamento dell'orario di lavoro (all'est si lavora 38 ore a settimana, contro le 35 dell'ovest). L'obiettivo del sindacato era avviare un sistema di adeguamento progressivo, che dal gennaio 2004 fino al 2009 (massimo 2011), avrebbe portato alla parificazione di orari di lavoro e contribuzioni, e soprattutto evitare che la contrattazione unitaria della categoria fosse scavalcata da accordi aziendali all'interno dei singoli stabilimenti. I datori di lavoro, però, si sono seduti al tavolo delle trattative con la rigidità di chi, fin dall'inizio, ha considerato lo sciopero «illegittimo e non rappresentativo». Solo l'S per cento dei 125 mila metalmeccanici della Sassonia aveva aderito allo sciopero, e anche nel Brandeburgo e a Berlino la partecipazione era stata consistente, ma non massiccia. La produzione però ne ha risentito: Volkswagen ha rallentato la produzione di Lupo e Golf, e Bmw ha dovuto fermare la produzione della serie 3 negli stabilimenti di Monaco e Batisbona, perché i pezzi prodotti nelle industrie dell'Est non arrivavano. H ritmo riprenderà normalmente lunedì, ma per assorbire gli effetti del calo produttivo - dicono alla Volkswagen - ci vorranno diverse settimane. «I sindacati dovrebbero pensare a questo punto come risarcire le aziende che hanno danneggiato - ha detto il capogruppo della Cdu Friedrich Merz nel lodare i datori di lavoro per essere riusciti a tenere il punto. E sempre dalle file dell'opposizione cristiano democratica, si chiede al sindacato di «mettere in atto un ripensamento». «Non abbiamo alcuna intenzione di modificare la nostra agenda» ha risposto però Klaus Zwickel «e i temi affrontati nell'ultima trattativa saranno ripresi dopo l'estate». «Se continueranno a mostrarsi così poco disposti al compromesso - ha detto Boland fischer, uno degli imprenditori che hanno preso parte alla contrattazione - non vedo una soluzione neanche in futuro». La sconfitta del più grande sindacato tedesco non è priva di significato pohtico: se IG Metall è debole, anche le altre organizzazioni sindacali non possono non risentirne. Prima l'approvazione dell'«Agenda 2010» che li ha visti su una posizione minoritaria e infine scavalcati dal congresso straordinario dell'Spd, poi lo sciopero falhto e l'interruzione delle trattative. «Non cambieremo nulla della nostra attuale strategia», ha detto il numero due di Ig Metall e prossimo successore di Zwieckel Juergen Peters., Ma qualcosa, ieri, è già cambiato.

Persone citate: Boland, Friedrich Merz, Klaus Zwickel, Peters

Luoghi citati: Berlino, Brandeburgo, Monaco, Sassonia