Per la Rai «Orgoglio» con giudizio di Simonetta Robiony

Per la Rai «Orgoglio» con giudizio SCENEGGIATO DIRETTO DA VITTORIO DE SISTI E GIORGIO SERAFINI CON ELENA SOFIA RICCI Per la Rai «Orgoglio» con giudizio Sacca: «Non chiamatela soap ma piuttosto un kolossal, un grande romanzo popolare» Simonetta Robiony ROMA Per festeggiare i cent'anni dalla sua fondazionela Titanus, gloriosa casa cinematografica resa grande da Goffredo Lombardo, ha deciso di finanziare con la Rai uno sceneggiato storico alla maniera antica: «Oigoglio», tredici puntate in costume destinate ad andare in onda nel 2004 su Raiuno. Pur possedendo tutti gli ingedienti classici di una soap, e cioè amori contrastati, figli illegitimi, agnizioni impreviste, fortune dissipate, e poi l'emigrazione nelle Americhe, la guerra di Libia, i contrasti tra ricchi e poveri, rimprenditorialità nascente e chi più ne ha più ne metta, a «Oi^oglio» spetterebbe infatti la definizione di feulleiton per i toni, lo sfarzo, l'intreccio narrativo. La storia si svolge nella campagna romana durante l'anno 1911, quello della guerra di Libia. L'aristocratica Anna ObrofariElena Sofia Ricci è costretta a sposare il conte Herman Ludovici-Franco Castellano per rimpolpare le casse di famiglia impoverite dal fratello Enrico- Luigi Saravo. Praprio nel giorno delle nozze toma al paese Pietro Pironi-Daniele Pecci, il figlio del fattore degli Obrofari che quindici anni prima era stato legato ad Anna da una passione contrastata per sfuggire alla quale era emigrato in America dove aveva ereditato una grossa fortuna. Né lei, la marchesina Anna, né lui, il giovanotto Pietro, hanno mai smesso di amarsi ma ormai entrambi ritengono che il destino li abbia separati per sempre. A unirli per la seconda volta è il caso. Pietro salva da una caduta da cavallo la giovanissima Aurora-Cristiana Capotondi che tutti credono essere l'ultima figlia dei marchesi e invece è nata quindici am^póma dall'amore tra lui e Anna ma, per salvare le apparenze, è stata cresciuta all'oscuro della verità. Da questa premessa si sviluppa poi la trama ricca di colpi di scena che non si conclude con il lieto fine in attesa di altre 13 puntate. A scriverla, e chi altri poteva essere?, Maria Venturi, regina italiana del «rosa» televisivo. A dirigerla un duo formato da Vittorio De Sisti e Giorgio Serafini. A produrla, per un costo complessivo di 13 milioni e mezzo di euro, Raifiction e la Titatus che partecipa col 25l)(i. Prodotto da grandi numeri, «Orgoglio» è soprattutto le sue cifre. 40 settimane di girato. Una troupe di 200 persone. 30 protagonisti. 3000 costumi realizzati da Walter Azzini. 400 tra cavalli, carrozze, calessi, motociclette e auto d'epoca. 150 location utilizzate. Tra loro Villa Parisi di Frascati, palazzo Brancaccio di Roma, il Parco Veio, palazzo Chigi di Ariccia dove ieri era schierato il cast al completo, una magnifica dimora dei Castelli utilizzata proprio dalla Titanus per «A Gattopardo» di Visconti. Protagonista della serie è Daniele Pecci, un attore di teatro che debutta nella fiction televisiva. «E' perfino troppo perfetto, questo mio Pietro Pironi. Un eroe positivo e leale, un uomo a tutto tondo, tanto che è stato difficile riuscire a daigli tratti più umani, più quotidiani». Mentre Ele- na Sofia Ricci, nome assi più noto al pubblico tv, della sua marchesina Anna dice che è una donna che non conosce la ribellione: «E' una figura femminile che subisce fino in fondo le regole ferree dettate dall'epoca in cui vive e dalla famiglia in cui è nata». Il titolo, «Oi^goglio», spiega la Venturi, ha una doppia valenza: «E' l'orgoglio di chi ha umili origini ma ha voglia di alzare la testa e l'orgoglio dei nobili che non sanno riuninciare ai loro privilegi per arroganza». Oltre ai quattro protagonisti, Barbara D'Urso, Paola Ferrari, Gabriella Pession, Imma piro, Enzo Decaro, Nicola Pistoia, Gianna Paola Scafiddi, Nicola Di Finto, Caterina Murino, Marco Vivio. Agostino Sacca, direttore di Raifiction, ha colto l'occasione della presentazione di «Orgoglio» per precisare che non c'è alcun blocco della fiction su Gino Bartali: la Horizon che deve produrla non è più da due anni di GianClaudio Innocenzi, figlio del sottosegretario alle comunicazioni. E' solo per un ritardo di trascrizioni che Innocenzi viene ancora considerato amministratore delegato. Chiarito l'equivoco la fiction partirà. Elena Sofia Ricci

Luoghi citati: America, Ariccia, Frascati, Libia, Roma