BOLOGNA BEAUBOURG di Bruno Ventavoli

BOLOGNA BEAUBOURG NASCE IL POLO CULTURALE DEL DAMS, CITTADELLA DELL'ARTE CON UN OSPITE D'ONORE: LA CINETECA BOLOGNA BEAUBOURG Bruno Ventavoli Inviato a BOLOGNA VETRO, acciaio, vecchi mattoni rosso sangue. Dalle rovine di una zona dismessa, è nato a Bologna un polo dell'arte, una cittadella della cultura unica in Europa. L'ha progettata l'architetto Aldo Rossi e sarà inaugurata domani dal sindaco Giorgio Guazzaloca e dal rettore dell'Università Pier Ugo Calzolari. Ospiterà cinema, teatro, musica, danza, libri, arti figurative, in manifestazioni pensate e coordinate da docenti universitari in modo che la ricerca teorica, lo studio si bagnino continuamente di realtà e pubblico. La «Manifattura delle arti» sorge poco lontano dal centro della città. Per secoli, quella zona di porto è stata laboratorio di mestieri e imprese. Dal Rinascimento in poi lì si produceva, si scambiava, si inventava. Poi sono arrivati i piani regolatori ottocenteschi e le bombe della guerra. I mulini, le manifatture tabacchi, il macello cittadino, le cartiere, sono stati ridotti in macerie. E lo sono rimasti per parecchi lustri. A partire dal '96, i 100 mila metri quadrati dell'area sono stati riprogettati e ristrutturati dal Comune e dall'ateneo di Bologna. Con un investimento di circa 50 milioni di euro. I «laboratori», coordinati da Lamberto Trezzini, comprendono un teatro di 150 posti a struttura mobile (molto rosso, come il sangue delle bestie uccise nel vecchio macello), un auditorium da 210 posti, uno spazio destinato agli uffici del Centro la Soffitta, otto locali per la produzione di cinema e audiovisivi, con studi di registrazione, mixer digitale, sala montaggio e postproduzione. Qui si alternano spettacoli e concerti coordinati dai docenti del dipartimento di musica e spettacolo dell'Università diretto da Marco De Marinis. Progetti culturali ad ingresso gratuito o agevolato che vanno dalla cultura indiana a Pippo Delbono, dal Teatro della Valdoca al Nò giapponese, dagli omaggi a Carmelo Bene (con lezioni video inedite degli Anni '80) a Martha Graham, dai suoni di Ligeti a quelli di Schumann. La storica cineteca di Bologna, nata negli Anni '60 e sistemata da qualche anno nel bellissimo edificio Liberty che serviva a trattare i tabacchi e a rollare sigarette, avrà nel polo culturale nuovi spazi. Il cinema Lumière, sdoppiato in due sale, che da oggi" ospitano il festival cult del «Cinema ritrovato» e la bellissima biblioteca disegnata da Rossi poco prima di morire in un incidente automobilistico, che si estende su 2800 metri quadrati. Conserva 20 mila volumi, 200 mila manifesti e locandine, un milione di fotografie, 2 mila testi di grafica e fumetto, scaffali di gialli popolari, francobolli, brochure. E' dotata di postazioni per collegamenti a Internet e per risanare le pellicole. La cineteca, nota in tutto il mondo, conserva 18 mila pellicole, restaura, strappa all'oblìo e alla distruzione fondi provenienti da collezionisti, produttori ed esercenti privati. Tra gli ultimi interventi filologici, il recupero de II bidone di Fellini, Il posto di Ermanno Olmi, Dolci inganni di Alberto Lattuada e tutta l'opera di Chaplin, che gli eredi del grande attore e regista americano hanno affidato alle cure bolognesi. La programmazione del Lumière è ispirata, come il cartellone di teatro e musica alla curiosità, al recupero, alla osmosi tra ricerca e pubblico, alle proposte di opere penalizzate dal mercato. La nuova cittadella diventa dunque un importante polo pubblico (le risorse finanziarie per funzionare le trae dall'università, dagli enti pubblici, da un paio di fondazioni private) per la didattica e il consumo culturale. Si integra con la vicina Salara, sede dell'Arcigay, e con il Bastione di Porta Lame. Il progetto di Rossi ha cercato di conservare intatto il nucleo storico delle vecchie fabbriche. Rimangono in piedi i vecchi muri di mattoni, le ciminiere, i tetti operosi. Ma tutto s'accentra ora idealmente nel cortile, una sorta di «piazza» dechirichiana, con un cilindro, un cubo, un parallelepipedo, una galleria. Qui, nell'ex forno del pane, nascerà tra poco (nel 2005) la nuova galleria d'arte moderna. A completare idealmente il polittico dell'ingegno. Troverà sistemazione la biblioteca di 20 mila volumi disegnata da Aldo Rossi. A lui si deve il restauro dell'intero complesso Recuperata una zona industriale dell'800: teatro auditorium e new media gestiti dall'Università TUTTO QUANTO FA SPETTACOLO IL TEATRO Si chiama «La Nuova Soffitta». Sostituisce la sala che il Dams gestisce da una quindicina d'anni. Dotato di 150 posti a struttura mobile, è dedicato all'attività laboratoriale, di ricerca e di spettacolo in senso tradizionale, avulso però dai criteri commerciali. Destinar! sono gli studenti ma anche la città. L'AUDITORIUM E' la sala destinata all'attività musicale. E'dotata di 210 posti. E' stata progettata per ospitare i concerti curati dal Dipartimento della Musica. In alcuni casi potrà interagire con la sala teatrale. In questi spazi si alterneranno la cultura indiana, il Teatro Nò e Pippo Delbono. Si prepara un omaggio a Carmelo Bene con lezioni video inedite degli anni Ottanta. L'ARTE La Galleria d'Arta moderna di Bologna trova i suoi nuovi spazi espositivi all'interno della «Manifattura», nell'ex forno del pane. Collocata alle porte della città, questa zona del porto fluviale è stata per secoli un laboratorio di mestieri e imprese. Le vecchie fabbriche ora hanno un nuovo volto. Al loro centro è stata ricavata una piazza con un cilindro, un cubo, una galleria e un parallelepipedo. ETTACOLO CSeFrBOmmunprPascfastfapesoplodvdchqMMnracatasestLLazvapin L'ex Macello di Bologna, recuperato e affidato all'Università

Luoghi citati: Bologna, Europa, Salara