La nave d'oro fa litigare Madrid e Londra di Gian Antonio Orighi

La nave d'oro fa litigare Madrid e Londra PARTE DEL CARICO ERA DESTINATO A VITTORIO AMEDEO DI SAVOIA, PERCHE' COMBATTESSE CONTRO L'ESERCITO DEL «RE SOLE» La nave d'oro fa litigare Madrid e Londra «Gli inglesi non hanno diritti sul relitto da 3,5 miliardi» Gian Antonio Orighi MADRID Come ai tempi del corsaro britannico Sir Francis Drake, grande depredatore dei ricchissimi galeoni spagnoli nel XVn secolo per conto di Sua Graziosa Maestà, Madrid e Londra sono di nuovo ai ferri corti per un carico d'oro. Il «casus belli» è costituito dal favoloso carico trasportato dalla nave ammiraglia inglese «Sussex», affondata a Est di Gibilterra nel 1694, con lingotti e monete d'oro per un valore di 3,5 miliardi di euro, destinate a Vittorio Amedeo n di Savoia. Gli inglesi, in joint-venture con il «caccia-tesori» statunitense «Odyssey», lo vorrebbero recuperare tra breve. Ma gli spagnoli, memori delle passate razzie della «Perfida Albión» rispondono picche. La storia comincia nel febbraio 2002. Dopo 7 anni di indagini sul campo e un investimento di 3 milioni di dollari, la «Odyssey Marine Exploration Ine» di Tampa, in Florida (la più famosa società di recupero di tesori sommersi del mondo), annunciava trionfante di aver individuato a 900 metri di profondità i resti della «Sussex», naufragata a causa di una tempesta vicino alla Rocca (fino al 1794 parte integrante della Spagna, poi colonia della Gran Bretagna). Ovviamente, non è stato rivelato il punto preciso, ma la zona dovrebbe trovarsi tra San Roque (Cadice) e Estepona (Malaga). Lo scopo del viaggio segreto dell'ammiraglio Sir Francis Wheeler (il cui cadavere venne ritrovato proprio sulla spiaggia di Gibilterra) era quello di portare un «omaggio» di Londra che «convincesse» Vittorio Amedeo di Savoia a rimanere nella «Lega di Augusta», che combatteva lo strapotere di Luigi XIV di Francia, il «Re Sole». Ma del gigantesco galeone, armato con 80 cannoni e con un equipaggio di 500 tra marinai e soldati, non si seppe più nulla e i Savoia non ricevettero neanche l'ombra di una lingotto, tanto che - e forse non è un caso - il Piemonte ritornò nel 1696 ad allearsi con Parigi. Inizialmente la «Odyssey» si accordò con il «Museo Navale del Regno Unito», ente statale di Portsmouth ed emanazione della Marina britannica. La ragione? Per il diritto intemazionale del mare, quanto si trova nelle stive di una nave affondata appartiene allo Stato armatore. Ma in un secondo momento la società americana chiese un permesso di ricerca al governo di Madrid, che, sempre secondo la stessa legislazione, può consentirla oppure no. L'ok alla fine arrivò, anche se, dal momento che c'era di mezzo uno dei tesori sommersi più ricchi del mondo, gli Spagnoli decisero di affiancare nelle ricerche di americani e inglesi alcuni ufficiali della propria Marina. Non soltanto. Secondo gh accordi, tutti resti avrebbero dovuto essere esaminati nel «Centro nazionale di archeologia sottomarina» di Cartagena. Nessuno dei due governi, all'inizio, aveva da obiettare. Londra, grazie alla joint-venture, non solo non ha sborsato una sterlina, ma ha sottoscritto un accordo con gh americani in cui cede alla «Odyssey» «soltanto» l'SCtó dei primi 40 milioni di euro di oro recuperato, il 5007o fino a 456 milioni e il 4007o del resto. Gh spagnoli, dal canto loro, potevano collaborare, gratis, a ima ricerca dal grande interesse storico, anche perché di galeoni spagnoli carichi d'oro sono pieni i fondali. Ma in realtà, tutto si è rapidamente ingarbugliato. Primo problema: è possibile che il relitto ritrovato non sia il «Sussex» (come sostiene la Marina inglese), ma un «galeón» sfuggito all'avido Drake. Di certo, finora la «Odyssey» ha riportato alla luce, grazie ai bracci di un robot telecomandato, solo un cannone e un'anfora. E, proprio quando gh angloamericani hanno deciso di far riemeigere il relitto entro l'estate, è scoppiato il secondo problema e, quindi, la lite. «Abbiamo comunicato ai "cacciatori di tesori" che si astengano dell'iniziare qualsiasi ricerca senza prima richiederci il pennesso - tuonava ieri, perentorio, un alto funzionario del governo madrileno -. Inoltre, li abbiamo avvertiti che non otterranno nessuna autorizzazione prima di dimostrare che il carico d'oro appartiene al "Sussex", fatto di cui dubitiamo». A questo punto tutto sembra bloccato, a meno di clamorosi colpi di scena. «Sarebbe megho se la Spagna e ringhilteira cooperassero e si spartissero i resti», ha suggerito, salomonicamente, da Madrid uno storico che conosce bene la materia, Mariano Aznar. L'ammiraglia della Marina di Sua Maestà «Sussex» affondò durante una tempesta nel 1694 I favolosi resti sono stati individuati nei pressi di Gibilterra, ma secondo il governo spagnolo si tratta di un galeone affondato da Drake m u tS: "ì "'*fc. ■•- -:t «i- Il veliero inglese «Sussex», affondato nel 1694