«Siamo pronti a vendicare i martiri dell'Islam»
«Siamo pronti a vendicare i martiri dell'Islam» MILANO, GLI INQUIRENTI: NON ERANO SOLO FINANZIATORI DELTERRORISMO «Siamo pronti a vendicare i martiri dell'Islam» Svelate le intercettazioni dopo i 6 arresti. Chiusa la moschea di Gallarate MILANO Finanziatori del terrorismo islamico, sì, ma anche uomini pronti a scendere in campo per azioni violente. Dalle intercettazioni raccolte dagli investigatori nell'inchiesta milanese che ieri ha portato all'arresto di sei nordafricani, accusati di fornire supporto logistico al terrorismo intemazionale, emergono preoccupanti riferimenti alla pratica del martirio. C'è, per esempio,,una telefonata tra un soggetto non identificato e uno degh arrestati, Trabeisi Chabaane, già condannato nel suo Paese d'origine, la Tunisia, per terrorismo. Il 10 settembre del 2002, dopo aver raccontato al suo interlocutore l'attività svolta con i «fratelli» per la causa, si dice pronto ad intervenire, a «vendicare i martiri», se fosse stato necessario. «Conversazioni - scrive il gip Gianluca Pistorelh nella sua ordinanza di custodia cautelare - il cui inquietante contenuto vale ad evidenziare, come già avvenuto in passato per i loro sodah che già sono stati condannati, che gh odierni indagati sono anche disponibili ad essere impiegati in azioni violente». Il quadro ch^ emerge è tiuello di un gruppo di persone attive, tramite le cooperative di pulizia e facchinaggio, nel finanziamento delle cellule islamiche, ma anche aderenti - scrive il gip «alle finalità e ai metodi violenti praticati all'interno dei gruppi, come il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, in cui più direttamente sembrano riconoscersi». I sei arrestati, cinque tunisini e un marocchino, saranno sentiti tra domani e dopodomani dal gip per l'interrogatorio di garanzia. Intanto, a Gallarate, la moschea di via Peschiera di cui era imam uno degh arrestati, El Mahfoudi Mohamed, 38 anni, (accusato di procacciare clandestini per le false regolarizzazioni a pagamento), è stata chiusa su ordine del sindaco Nicola Mucci, della Casa deUe Libertà. Ufficialmente, per motivi tecnici e di sicurezza. Nei mesi scorsi, infatti, l'ufficio tecnico edilizio del Comune aveva riscontrato ima serie di anomalie, l'uso improprio dell'edificio e la mancanza di rispetto deUe norme di sicurezza e igiene. Una serie di irregolarità, già segnalate allo stesso imam, da quattro anni responsabile della moschea. L'imam era stato sohecitato a provvedere, ma la situazione è rimasta invariata e ieri è scattato quindi il provvedimento di chiusura. Un provvedimento che era nell'aria, quindi, ma che l'annuncio degh arresti ha sicuramente accelerato. Nel consiglio comunale dell'altro ieri sera l'argomento è stato al centro del dibattito. La Lega Nord ha presentato un ordine del giorno m cui, sottolineando la preoccupazione della popolazione, ha chiesto un intervento immediato in via Peschiera per bloccare l'attività della moschea. Ordine del giorno che è stato approvato all'unanimità da tutte le forze politiche della Casa delle Libertà. Il sindaco ha definito «inquietante» l'episodio dell' arresto dell'imam e ha aggiunto: «Bisogna capire perché proprio a Gallarate si siano verificati questi due episodi ovvero l'arresto del capo spirituale e la scoperta della cellula terroristica due anni fa in via Dubini. Se ciò sia da attribuirsi alla presenza di Malpensa o al fatto che Gallarate è uno snodo ferroviario così importante». «Sono preoccupato - ha ag;iunto il sindaco - ma vogho che a popolazione stia tranquilla, perché mi rendo conto che le forze dell'ordine stanno operando molto bene. L'episodio, in ogni caso, non pregiudica la fiducia e il dialogo complessivo con la comunità islamica, anche se questo imam, per noi, ha rappresentato una forte disillusione», [sil.rub.j L'imam della moschea di Gallarate, El Mahfoudi Mohamed, nel momento in cui viene arrestato dalla Guardia di Finanza «PpT«tdmtsr
Persone citate: Chabaane, El Mahfoudi Mohamed, Gianluca Pistorelh, Nicola Mucci
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