La Lombardia «laboratorio» delle guerre dentro il Polo

La Lombardia «laboratorio» delle guerre dentro il Polo REGIONE, COMUNE E PROVINCIA DI MILANO: RAPPORTI TESI NEL CENTRODESTRA La Lombardia «laboratorio» delle guerre dentro il Polo Fra Lega e An è scontro aperto al Pirellone, ma Formigoni esclude la verifica: «Governiamo bene, nessuno vuole la crisi» Fabio Potetti MILANO Tutti contro tutti come nelle peggiori famiglie. Il Comune contro la Provincia. Il sindaco Gabriele Albertini contro il presidente Ombretta Colli che ha spostato i piatti della bilancia Serravalle, la società mista pubblica e privata - leggasi Marcelhno Gavio - che amministra autostrade e tangenziali: «La società di cui divento oggi presidente si chiamerà Milano-Mare. Resterà pubblica, ma entro il 2006 dobbiamo andare in Borsa». E poi parole grosse al Pirellone. Dove il giorno dopo il tiro al bersagho contro la legge sui dialetti, 11 franchi tiratori che affossano il progetto della Lega, Davide Boni, capogruppo del Carroccio, sbatte la porta e non le manda a dire: «E' un attacco al popolo lombardo. Ci sono logiche razziste da Roma imperiale. Quelli di An si muovono nel solco tracciato dall'aratro fascista. Ci vuole una verifica della maggioranza». Accuse e contro accuse nella Regione pilota della Casa delle libertà. Però sotto sotto c'è chi pensa che questa battaglia ai lunghi coltelli tra Lega e An, sia solo l'effetto di quello che avviene a Roma. Una specie di ritorsione in sedicesimo: la Lega chiede la testa del ministro Pisanu, in Lombardia An affossa il progetto sui dialetti. Ma intanto, ci si mette il presidente Formigoni a stoppare la verifica in Lombardia: «Non c'è bisogno. Tutti mi hanno ribadito la volontà nel voler proseguire la collaborazione. Abbiamo governato bene e continueremo a farlo». Unico contentino alla Lega dopo il tiro a segno degli 11 franchi tiratori, una possibile revisione del voto segreto: «Occorre favorire ogni forma di chiarezza». Chissà se l'intervento del presidente Formigoni, riuscirà a far ingoiare il rospo alla Lega? Il capogruppo lombardo di Forza Italia Giulio Boscagli, prova a metterci una pezza: «Non c'è una crisi politica. C'è solo un malessere che spero rientri al più presto». Ma la frittata è fatta. E che frittata. Silvia Ferretto di An, se la prende con «il caldo e il tasso alcolico». E da ex missina, non manda giù quel «fascista» che arriva da Davide Boni: «Ma se nell'SO era nel Fronte della Gioventù di Mantova, un vero duro e oltranzista prima di convertirsi al Dio Po...». Beghe di coalizione. Ouasi un replay della crisi di gennaio, rientrata a fatica. E le opposizioni non ci stanno più. Il verde Carlo Monguzzi è il più drastico. Di tirare avanti in queste condizioni fino al 2005 non se la sente: «Si voti a ottobre». Gli altri non sono da meno. Pierangelo Ferrari dei Ds chiede che la maggioranza al Pirellone vada a casa: «La Regione più importan¬ te del Paese soffre di una crisi evidente». Più ò meno le stesse parole di Battista Bonfanti della Margherita: «In Regione c'è una oggettiva paralisi. Formigoni non c'è mai, pensa a fare solo il ministro degh Esteri». Se i rapporti dentro al Pirellone non sono all'insegna dell'ilarità, quelli tra Comune e Provincia sono pure peggio. A fare da paciere ci si è messo pure Silvio Berlusconi, che due sere fa si è incontrato con Ombretta Colli. Mezz'ora a villa San Martino dove si è parlato di tutto. Anche del futuro del Presidente della Provincia, con il mandato in scadenza l'anno prossimo. Quando ci saranno le elezioni euro- pee che farebbero gola a Ombretta Colli che però non disdegnerebbe anche un posto da sottosegretario. Ma fino a qui sono solo iboatos della politica. Che l'unica cosa certa, visto come è andata a finire, è il via libera arrivato da Arcore all'operazione Serravalle. Ombretta Colli mette a segno più di un colpo. Diventa presidente della neonata società Milano-Mare e nel nuovo cda entra a far parte anche un uomo di MarceUino Gavio, Agostino Spogliami, presidente dell'Autostrada MilanoTorino, spostando così gli equilibri già solidi per la Provincia, che rimane il primo azionista con il 33,50Zo delle quote. Ombret- ta Colli promette molto: «Oggi inizia un nuovo corso. Ci saranno nuove infrastrutture. La società rimarrà a maggioranza pubblica, ma entro il 2006 bisogna andare in Borsa». Palazzo Marino, dopo mesi di trattative e scontri, appare a questo punto il grande sconfitto. Il sindaco Albertini non parla, è a Sofia dove incontra re Simeone, ultima tappa del suo viaggio che lo ha portato anche a Gerusalemme. Il suo portavoce Aldo Scarselli, boccia il blitz di Ombretta Colli: «Ha smentito sé stessa, contraddicendo quanto dichiarato più volte». Denuncia lo spostamento di rapporti dentro alla nuova società, in violazione dei più recenti accordi: «La Colli ha preferito un socio privato, mettendo in minoranza un socio di peso come il Comune». E annuncia che non finisce qui: «Valuteremo molto attentamente le carte, poi decideremo il da farsi». E a a fianco di Albertini, a questo punto ci sono anche le opposizioni. Il coordinatore Sandro Antoniazzi: «La nomina della Colli è inaccettabile. Siamo al controllore che controlla sé stesso». La bocciatura della legge sul dialetto voluta dal Carroccio è soltanto l'ultimo incidente Fra Albertini e Colli è braccio di ferro per l'autostrada [ Milano-Serravallei La presidente l'altra sera mezz'ora dal Cavaliere Ombretta Colli, presidente della Provincia Il SEMESTRE "LOMBARDO" DI PRESIDENZA EUROPEA Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia Gabriele Albertini, sindaco di Milano