Nel cuore della fabbrica di dinamite

Nel cuore della fabbrica di dinamite Nei periodi di massima attività dava lavoro a 5 mila persone, ma causò 72 morti Nel cuore della fabbrica di dinamite Lo stabilimento Nobel diAvigliana ora è museo Nel secondo piano del palazzo Comunale il smdaco, Carla Mattioli, con i suoi collaboratori analizza i dati relativi alle presenze nei primi mesi di funzionamento del dinamitifìcio di Avigliana, oggi museo. "Ed ora che il primo lotto dei lavori è terminato, quello che ha permesso di ristrutturare alcune gallerie e il rifugio antibombardamento aereo, ci stiamo concentrando sui lavori previsti nel secondo lotto e finanziati con 600.000 euro. Di questa somma il 350Zo è a carico del Comune, il rimanente arriva da fondi comunitari - precisa il sindaco - investimenti che serviranno a recuperare la parte più alta della collina, dove vi erano alcuni centri di produzione e valorizzare la storia di una fabbrica che ad Avighana dava lavoro, nel periodo di massima attività, a 5.000 persone". Occupazione, ma anche vittime nella storia del dinamitificio voluto da Alfred Nobel. Nel 1872 lo scienziato svedese era alla ricerca di un luogo dove produrre grandi quantitativi di dinamite a fini terapeutici: la nitroglicerina, esplosivo da cui deriva la dinamite, era stata inventata pochi anni prima dal medico Ascanio Sobrero che si accorse che, oltre ad essere un potente esplosivo, era anche un vasodilatatore che venne poi utilizzato nella cura dell'angina pectoris. Avighana aveva tre requisiti per potere ospitare una produzione così pericolosa: l'acqua, necessaria nella fabbricazione, una ferrovia che arrivava in zona e una collina che avrebbe salvato il centro abitato da eventuali esplosioni. E fra i tanti dipendenti la fabbrica di esplosivi ne ha avuto uno d'eccezione: Primo Levi, che proprio ad Avighana nello stabilimento Duco, una società derivata dall' azienda di Nobel, che si occupa¬ va della produzione delle vernici, ha scritto " Se questo è un uomo" ed a lui l'amministrazione comunale ha dedicato una via che parte proprio dallo stabilimento. Levi, al ritomo dal campo di concentramento di Auschwitz nel 1946, ha lavorato per un anno nel laboratorio chunico e qui ha iniziato a mettere ordine in quei fogh sparsi di appunti che sono diventati una delle opere più conosciute di Primo Levi. "Il dinamitificio venne realiz¬ zato grazie all'intuito che ebbero i miei predecessori - continua a spiegare il smdaco - che avevano capito che le ricadute occupazionali senza dubbio sarebbero servite per lo sviluppo di Avighana e cosi diedero gratuitamente a Nobel i terreni per far sorgere la fabbrica. Ma il lavoro sicuro per tanti giovani che avevano come unica alternativa il lavoro nei campi, ha pagato anche un alto prezzo in termini di terribili esplosioni". In quelle gaUerie uomini, ma anche tante donne, lavoravano sino a 12 ore al giorno, nel 1914 si guadagnava sino a 4 lire al giorno per chi era addetto al reparto dinamite, mentre le donne, che preparavano le cartucciere, 2 lire e 90 centesimi, per 8 ore di lavoro. Un buon salario, secondo l'azienda, poco per i dipendenti che erano entrati in sciopero. "La fabbrica, che aveva avuto una grande importanza anche nell'industria civile, da qui erano partiti i candelotti per il traforo del San Gottardo - precisa il sindaco- negh anni della Grande Guerra ebbe il periodo di maggior produzione. Aumentarono le assunzioni, ma anche le vedove. Nei documenti, che con precisione ricordano la storia di questa fabbrica, si legge che dal 1874 al 1961 vi furono 31 esplosioni con 72 morti e centinaia di feriti, fl fatto più grave avvenne il 16 gennaio del 1900, quando i cadaveri furono trovati disseminati in un'area vastissima, le polemiche divamparono, ma gh aviglianesi piansero i loro morti e continuarono a difendere la loro fabbrica la "Povrera", così preferivano chiamare il dinamitificio Nobel, con un nome più facile da ricordare e con un suono più valliggiano. Nella seconda Guerra Mondiale la fabbrica rifornì di dinamite, dopo il 18 settembre, clandestinamente, i partigiani e nel 1965, quando si verificò l'ennesima esplosione, chiuse definitivamente. Ora, ogni domenica pomeriggio, riapre i suoi cancelli, le guide del gruppo "Amici di Avighana", i volontari dell' Ente parco accompagnano i visitatori nei cunicoli scavati nella montagna e più si entra nel cuore della fabbrica e più sembra di sentire le voci degh operai, e quasi si respira la paura che avevano quegli uomini e quelle donne die si alzavano all'alba per andare a lavorare alla "Povrera".

Persone citate: Alfred Nobel, Ascanio Sobrero, Carla Mattioli, Primo Levi

Luoghi citati: Avigliana