«Quella nave era come una bomba atomica» di Maurizio Molinari

«Quella nave era come una bomba atomica» SI TEME CHE POTESSE RIFORNIRE ILTERRORISMO INTERNAZIONALE «Quella nave era come una bomba atomica» Vlistero sul cargo con 680 tonnellate di tritolo intercettato in acque greche Maurizio Molinari corrispondenti; da NEW YORK Seicentottanta tonnellate di esplosivo e ottomila detonatori. A bordo della nave «Baltic Sky» sequestrata nel Mediterraneo dalle autorità elleniche c'era un'autentica santabarbara: un quantitativo tale da far dire al ministro greco della Marina Mercantile, lorghos Anomeritis, che «era come se trasportasse una vera e propria bomba atomica». Intercettata appena entrata nelle acque territoriali greche e fatta attraccare da unità della Marina al porto commerciale di Plati-Yali, circa 250 chilometri a Nord di Atene, la nave è al centro di una vicenda che assomiglia a un intrigo internazionale e ha fatto scattare l'allarme terrorismo fra i Paesi alleati. Costruita in Ungheria, fino a due anni fa cambogiana e ora battente bandiera delle isole Comore, ma intestata a una società delle isole Marshall, nel Sud del Pacifico, la «Baltic Sky» era partita da un porto albanese il 27 aprile con equipaggio ucraino e azero per arrivare il 12 maggio a Gabes, in Tunisia, dove ha imbarcato l'esplosivo e i detonatori destinati a una società sudanese, il cui indirizzo però corrisponde solo a una cassetta postale di Karthum. Salpata da Gabes, la nave ha passato lo Stretto dei Dardane li ed è entrata nel Mar Nero per poi tornare a Istanbul il 2 giugno e quindi vagare nel Mediterraneo e nello Jonio in maniera da destare sospetto fino al momento in cui le autorità greche - che da tempo la tenevano sotto controllo - hanno deciso di inter- venire per intercettarla. «Si tratta della più grande quantità di esplosivo illegale mai sequestrata e ciò può far supporre collegamenti con gruppi terroristi», ha dichiarato il ministro Anomeritis, confermando che a bordo si trovava tritolo sebbene i documenti di bordo indicassero il carico come un esplosivo denominato «Anfo», in genere usato per miniere e costruzioni. I detonatori portano invece la dicitura in francese «corto ritardo Tige 3,5». Al momento del contatto con la guardia costiera ellenica il comandante della nave, l'ucraino Anatolij Baltak, di 64 anni, ha evitato di dire# quale fosse il realtà il carico che trasportava. I cinque ucraini e due azeri dell'equipaggio sono adesso in stato di fermo e vengono interrogati nel tentativo di rispondere ai molti interrogativi mentre l'esplosivo è stato trasportato a terra per ragioni di sicurezza. «Nessuno sa chi doveva ricevere questo esplosivo né come avrebbe dovuto essere adoperato», ha sottolineato il ministro. La destinazione sudanese potrebbe implicare la consegna a uno dei gruppi militari che si combattono nel Paese da molti anni, oppure a una cellula terroristica essendo stata Khartum una delle basi adoperate da Osama bin Laden per organizzare la rete di Al Qaeda. Gli ultimi attentati realizzati da Al Qaeda in Marocco e Arabia Saudita sono avvenuti con il ricorso a ingenti quantitativi di esplosivi, anche se in genere si è trattato di sostanze diverse dal tritolo. L'attenzione è dunque anche per l'origine dell' esplosivo in quanto la Tunisia è considerata uno dei Paesi del Maghreb dove operano cellule di Al Qaeda. L'episodio della nave delle Comore ha sollevato allarme negli Stati Uniti, da dove negli ultimi dieci giorni sono partiti diversi allarmi-terrorismo relativi all'Africa. Prima c'è stata la denuncia della scomparsa a metà maggio, dalla pista dell'aeroporto di Luanda in Angola, di un Boeing 767, scomparso letteralmente nel nulla e intestato a una società di Miami i cui uffici sono stati trovati deserti. Poi è arrivata la chiusura dell'ambasciata di Nairobi, in Kenya, nel timore di attentati nella regione del Corno d'Africa. Ieri inoltre nel Malawi, in Africa Australe, la polizia locale ha confermato l'avvenuto arrestò di cinque sospetti militanti di Al Qaeda di nazionalità saudita, turca, sudanese e kenyota - dei quali gli Stati Uniti hanno chiesto subito l'estradizione. La visita in Africa del presidente americano George Bush, prevista fra il 7 e il 12 luglio, la portato ad aumentare l'impegno delle forze di sicurezza americane al fine di scongiurare possibili atti terroristici. Bush si recherà in visita in Sud Africa, Botswana, Senegal, Uganda e Nigeria. Era stato proprio il presidente americano, durante la recente tappa in Qatar, ad indicare nell'Africa la nuova frontiera della lotta al terrorismo affermando che le truppe del Comando Centrale erano «a caccia» nella regione del Corno d'Africa. A bordo anche 8 mila detonatori. Il carico era destinato a una società del Sudan che esiste solo come cassetta postale Un poliziotto di guardia alla Baltic Sky nel porto di Plati-Yali ad Astakos, in Grecia, dove è stata fatta attraccare dopo il sequestro: secondo le autorità elleniche il mercantile è una «bomba atomica»

Persone citate: Anatolij Baltak, Anomeritis, Bush, George Bush, Osama Bin Laden, Plati