I mistero del teatro di Shakespeare di Osvaldo Guerrieri

I mistero del teatro di Shakespeare UN LIBRO AL GIORNO I mistero del teatro di Shakespeare Osvaldo Guerrieri IL Globe, lo sapete, è un mistero. U teatro in cui agiva Shakespeare con la sua compagnia è un luogo indecifrato, una leggenda architettonica suUa quale si sono incrociate, nei secoli, più supposizioni che certezze. Che cos'era U Globe? Com'era fatto? In che consisteva l'unicità che gh storici gh attribuiscono, ma che nessuno, fino ad oggi, ha potuto documentare, pur cercando di ricostruirlo? L'enigma, diventato cruciale nell'Ottocento con la ripresa deUa fortuna shakespeariana, ha tentato più di recente lo spirito investigativo di Frances A Yates. Acuta studiosa del Rinascimento inglese, la Yates è morta nel 1981. Ha fatto in tempo, però, a pubblicare Theatrum Orbis, che appare come la più minuziosa ricognizione di quel mistero e ora esce daUe edizioni Aragno. Come accade in tanta letteratura poliziesca, il procedimento è deduttivo: parte da indizi labili che, col procedere deU'inchiesta, s'infoltiscono e s'irrobustiscono. Da dove comincia la Yates? Nientemeno che daUa bibhoteca di un certo John Dee, un matematico cinquecentesco folgorato daU'architettura di Vitruvio e daUa sua concezione deU'edificio teatrale. Voi sapete che un teatro romano era di forma circolare e racchiudeva una cavea e un'orchestra. Ciò che colpì Dee non fu la semplice descrizione del luogo, ma la quantità di simboli che l'architetto deU'impero romano gh annetteva: una visione cosmica, simboUca e religiosa ripresa successivamente da Leon Battista Alberti. John Dee scrisse tutto questo in una «Prefazione» a Euclide e, in un certo senso, fornì aU'InghUterra elisabettiana, molto meno raffinata di Francia e Italia, il punto zero di un percorso dagli sviluppi impensabili. L'edificio teatrale inglese del Rinascimento partì proprio da lì, da queUa prefazione di John Dee. E non sarà un caso se tutte le sale di spettacolo in qualche modo si somigliarono. Cominciò John Burbage, che da buon falegname innamorato del teatro costruì U suo edificio nel 1576 adoperando soltanto U legno. Quello non fu soltanto U primo teatro pubblico deUa Londra elisabettiana e giacomiana. Fu anche U prototipo che ispirò gh altri, compreso il Globe. Anzi quest'ultimo fu, secondo la Yates, il teatro che più d'ogni altro si avvicinava al modeUo descritto da Vitruvio. Esaminando carte trascurate, scoprendo disegni che ipotizzavano vari elementi deUa sala teatrale (palcoscenico, porticati, logge, aperture, camminamenti), la studiosa arriva a formulare un'ipotesi architettonica die deve fermarsi a un passo daUa certezza. Ma può formulare una conclusione: U Globe era, più degh altri, un teatro magico, un teatro cosmico, un teatro di corpi fisici, progettato per dare U più completo sostegno al gesto e aUa voce degh attori mentre recitavano U dramma deUa vita umana aU'intemo del ((teatro del mondo». Qui viene in mente Shakespeare. La famosa battuta «U mondo è un palcoscenico» forse non aUudeva aU'insensato esibizionismo del mondo. Forse intendeva dire agh spettatori: guardate, noi siamo qui, in questo teatro che con tutti i suoi elementi, e con noi uomini al centro, è la sintesi prfetta del cosmo, è U theotrum cms. Frances A. Yates Theatrum Orbis Aragno 365 pagine, 20 euro

Luoghi citati: Francia, Italia, Londra