SE NON CI PENSA LO STATO
SE NON CI PENSA LO STATO PERCHE SERVE LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE SE NON CI PENSA LO STATO Paolo Costa SI dice che non serve, si scrive che andrebbe cancellata. Si afferma che la costituzione di parte civile dello Stato nei più significativi processi penali è attività inutile - perché il risarcimento degli interessi collettivi lesi può essere ottenuto anche in sede civile dopo le eventuali condanne penali -, se non addirittura dannosa, sia perché appesantirebbe l'attività dell'Avvocatura di Stato, sia perché sbilancerebbe il processo a favore dell'accusa. Eppure, come non rendersi conto che con questa eventuale «acqua sporca» si rischia di buttare il «bambino» della tutela dei diritti e degli interessi collettivi, soprattutto quando sono in gioco beni pubblici come la salute e l'ambiente? E la storia più recente che ci dice come risultati decisivi per la difesa delle risorse naturali e il ripristino ambientale sono stati ottenuti proprio solo grazie alla presenza dello Stato come parte civile. Un caso per tutti: il processo al Petrolchimico di Porto Marghera. In quella vicenda lo Stato, costituendosi parte civile, è riuscito a porre a carico di Montedison l'onere di interventi di messa in sicurezza e di bonifica ambientale nella Laguna di Venezia per quasi 300 milioni di euro. Visto poi l'esito assolutorio del processo penale, la considerazione è ovvia: non sarebbe mai stato possibile ottenere un simile risultato se l'azione in sede civile si fosse dovuta rimandare a processo penale concluso. La costituzione di parte civile dello Stato, pertanto, non costituisce soltanto una scelta di valore, irrinunciabile in sé in un paese civile; essa è spesso la sola concreta opportunità di ottenere risultati decisivi per la difesa non solo a parole di interessi pubblici fondamentali, con un impegno tutt'altro che sproporzionato, se è vero che interessa circa 2.000 cause sul totale annuo che si aggira attorno alle 150.000. Per questo l'idea, fatta balenare qualche giorno fa, di annullare in un solo momento, addirittura con decreto legge, tutte le costituzioni di parte civile dello Stato nei processi pendenti appare, anche senza indulgere in interpretazioni maliziose legate al prpeesso Sme, un tentativo di zittire l'interesse pubblico, di rinunciare immotivatamente alla tutela di diritti fondamentali. C'è da sperare in un ripensamento sul tema da parte del Governo. Ce peraltro da assicurare che - qualora lo Stato dovesse impedire alla sua Avvocatura di continuare a perseguire anche con le costituzioni di parte civile la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini - il compito non possa non essere assunto in proprio da Comuni, Province e Regioni, per conto della Repubblica tutta, secondo lettera e spirito del nuovo Titolo V della Costituzione che gli italiani hanno votato col referendum del 7 ottobre 2001. Sindaco di Venezia
Persone citate: Paolo Costa
Luoghi citati: Venezia
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