Contro i terroristi non basta lo Scudo di Busi di Aldo Rizzo
Contro i terroristi non basta lo Scudo di Busi Contro i terroristi non basta lo Scudo di Busi Aldo Rizzo L 21 giugno 1985, nell'isola di Mani, nell'arcipelago delle Hawaii, fu sparato un raggio laser il cali scopo era raggiungere uno specchio posto sulla fiancata della navetta «Discovery», che volava a una velocità di 28 mila chilometri orari,' a una quota di 354 mila metri: raggiungerlo e rimbalzare al punto cu partenza. L'esperimento era stato tentato due giorni prima ed era falhto. Ma gli americani non si erano arresi e il secondo tentativo riuscì. Quattro giorni fa, da un'altra isola dello Hawaii, Kauai, è stato lanciato verso il Pacifico un missile Aeris, e dall'incrociatore «Lake Erie» è partito un missile intercettore SM-3, che ha mancato il bersaglio. Anche questa volta, gU americani non si sono preoccupati più che tanto, e anzi la Casa Bianca e il Pentagono hanno detto che i preparativi per la messa in opera di una prima parte dello Scudo spaziale, previstaperil2004-2005,proseguiranno. Del resto, altri tre esperimenti di questo tipo avevano avuto successo. Dunque resta grande la determinazione della Superpotenza di dotarsi di sistemi antimissilistici, nonostante i risultati siano stati altalenanti per tanti anni. O meglio per vent'anni. Perché fu proprio vent'anni fa, il 23 marzo 1983, che l'allora presidente Ronald Reagan lanciò ufficialmente la famosa «Strategie Defence Initiative» (Sdi), suscitando al contempo ondate di entusiasmo e di scetticismo, e anche di panico, in quell'Unione Sovietica che era alla vigilia di una storica bancarotta pohtica, economica e tecnologica. Con gli anni, il quadro è molto cambia- to, la Russia post-sovietica si è rassegnata a non ostacolare i disegni americani e sono cadute anche molte diffidenze europee, e se pure la svolta strategica ha dato finora risultati tecnici intermittenti, si è ormai diffusa la convinzione della sua inevitabUità. Non certo su scala globale, come sognava un po' ingenuamente Reàgan, ma parziale, e in una chiave aggiuntiva, e non sostitutiva, della «deterrenza». Questo processo, chiamiamolo così, cominciò con Bush padre e continuò negli otto anni di Clinton, ma è stato Bush figlio a dargli contenuti concreti, immediatamente attivi, dopo l'I! settembre, per il timore che dopo gb attacchi terroristici aerei si passasse a missili con testate devastanti, magari fomiti dai cosiddetti «Stati canaglia». E, dunque. sono stati già stanziati 18 imbardi di dollari per i prossimi due anni, per basi a terra e in mare, mentre si prevede una spesa complessiva di almeno cento miliardi per un sistema più ampio. Vanno aggiunti gb aiuti a paesi amici come Israele, che ha sviluppato un suo sistema «Arrow», pare assai più efficace dei vecchi Patriot, che pure fecero la loro parte contro gb Scud iracheni nel 1991. Detto tutto questo, anche in positivo, resta che la minaccia terroristica, nucleare o chimica, non necessariamente si affida ai missib, sono più probabib intrusioni clandestine di pezzi da assemblare, che richiedono un altro tipo di difesa. E infine, in un senso conclusivo molto generale, non va dimenticato che la soluzione o l'arginamento di minacce «epocali» vanno cercati, in ultima analisi, nella pobtica, non solo neir«inteUigence» e nella tecnologia mibtare. Oggi la minaccia, nucleare o chimica, non necessariamente si affida ai missili, sono più probabili intrusioni clandestine di pezzi da assemblare, che richiedono un altro tipo di difesa
Persone citate: Bush, Busi, Clinton, Ronald Reagan
Luoghi citati: Hawaii, Israele, Russia, Unione Sovietica
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