Parolaio di Pierluigi Battista

Parolaio Parolaio Pierluigi Battista ED1TOKI ITALIANI. Ma allora le case editrici, che ci stanno a fare? Se le discussioni che posso; o accendersi dopo la pubblicazione di un libro diventano motivo per censurare quel libro e decidere preventivamente di non pubblicarlo, che funzione possono mai avere i libri? Non si dice che la diversità di idee è una ricchezza, una risorsa, un'opportunità? Eppure è proprio la sorprendente motivazione, l'impossibilità di accettare una discussione, con cui l'editore Bruno Mondadori ha deciso di non pubblicare un libro che la stessa casa editrice aveva chiesto a un pur recalcitrante Christian Rocca, il quale ha deciso sul Foglio di rendere di pubblico dominio la censura. Ecco il comunicato: «La Bruno Mondadori stava per mandare in libreria un volume sul pensiero neoconservatore americano. Il libro conteneva testi di Ken Jowitt, Stanley Kurtz e Christian Rocca- Lo scritto di Rocca ha provocato all'interno della redazione discussioni e dissensi che hanno fatto decidere all'Editore di sospendere la pubblicazione». Liberissimo «l'Editore» di non pubblicare (eufemisticamente: «sospendere») un libro che aveva esso stesso chiesto all'autore di scrivere (sapendo benissimo come la pensava). Stupefacente, però, che «discussioni e dissensi» diventino addirittura un disvalore, ragione di censura, cancellazione del testo incriminato. In Italia. Nel 2003. BENIAMINO. Lungo, lunghissimo apologo di Pietro Citati su Repubblica: uno sguardo inedito sui grandi temi della globalizzazione attraverso una promenade tra le trattorie, le botteghuccie, i pub e i viali del quartiere romano dei Parioli. Tra una botteguccia e una trattoria, però, Citati trova occasione per togliersi, come si dice, qualche sassolino. Due, per l'esattezza. Uno ricordando malignamente che «Alberto Asor Rosa pronunciava, per la fortuna degli studenti italiani, la sua ultima lezione universitaria». Per la fortuna degb studenti, italiani, nientemeno? Ecco l'altro: dedicato a Toni Negri che «corrompeva gli adolescenti con citazioni sbagliate di Spino- za». Citazioni sbagliate? Nel senso che Toni Negri ha preso fischi per fiaschi errando completamente il senso delle citazioni di Spinoza? Urge arbitrato filologico. SÌ E NO. Legittimo il sospetto di Liberazione .ialle dichiarazioni di voto degli intellettuali italiani nell'ultimo (fallito) referendum sull'estensione dell'artìcolo 18. Su sollecitazione di un lettore, infatti, il quotidiano di Rifondazione comunista osserva che «la dichiarazione di Franco Ferrarotti per il Sì è stata da noi ripresa dall'Espresso» mentre sul «Corriere della Sera la stessa persona, Franco Ferrarotti, si dichiara convinto per il No». Domanda ingenua e sentimentale: cosa diavolo ha votato Ferrarotti? Ni. TERZISMOv Deve essere un' abitudine. È già la seconda volta in pochi giorni che Francesco Cossiga allude maligno alla «terzietà» in senso sessuale. Lo aveva fatto criticando il governo belga. Adesso, in un'intervista a Luca Telese per il Giornale sulla censura da lui subita dalla Bbc, Cossiga dice che i funzionari dell'emittente britannica «sono venuti con un grande apparato di mezzi, uomini, donne... Se poi ci fosse qualcuno del terzo sesso non sono in grado di dirlo». Non è in grado. Ma pure se ci fosse stato? P.S. Con ammirevole caparbietà, Luigi Manconi continua imperterrito a persistere nell' errore. Già una settimana fa aveva definito «favola» il fatto documentalmente accertato che il Corriere della Sera di Piero Ottone non mise il nome di Indro Montanelli nel titolo in cui si dava conto del ferimento di quel giornalista da parte dei terroristi. E invece quel nome, a differenza di quanto pervicacemente continua a sostenere Manconi (chissà perché, poi: errare è umano), non c'era, non c'era, non c'era. È vero, il titolare di questa rubrica chiede venia: il Corriere non fu l'unico giornale a non mettere il nome di Montanelli nel titolo. Ciò non toglie che, malgrado i vani sforzi di dimostrare il contrario, nel titolo del Corriere il nome di Indro non c'era. Non c'era. Non c'era. Punto. Toni Negri: Pietro Citati ricorda che il professore padovano «corrompeva gli adolescenti con citazioni sbagliate di Spinoza». Francesco Cossiga (in alto) continua con le sue allusioni alia «terzietà» in senso sessuale

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