Guadagnare sui listini con i bond

Guadagnare sui listini con i bond OBBLIGAZIONI TELECOM Guadagnare sui listini con i bond Lorenzo Dilena E' stato l'affare dell'anno: nel giro di pochi mesi le emissioni obbligazionarie di France Telecom, confortate da due promozioni nel giro di pochi mesi, hanno messo a segno incrementi delle quotazioni a due cifre. Ma il miracolo dei bond non è isolato. Da Fortis, a Xerox, fino all'italiana Lucchini, sono tanti gli emittenti di bond che hanno varato aumenti di 'capitale o si apprestano a farlo, un'operazione che, almeno nel breve, di solito pesa sulle quotazioni borsistiche ma per gli obbligazionisti è comunque una buona notizia: la società rafforza la propria struttura finanziaria, migliorano i ratio patrimoniari e l'affidabilità creditizia. E salgono di conseguenza le valutazioni dei bond. Il caso esemplare è quello di France Télécom. Con un monte debiti di 68 miliardi di euro a fine 2002, la società francese ha approvato a fine marzo un maxi aumento di 15 miliardi. I titoli a 5 anni del gruppo erano arrivati a pagare fino al 7,70Zn. Ma da quando si è cominciato a parlare di aumento di capitale con il sostegno del governo la tendenza si è invertita: nei primi giorni del dicembre 2002 il rendimento si è contratto di oltre 100 punti base fino all'attuale 3,400Zo. Lo stesso è accaduto con il nuovo decennale (7,250Zo gennaio 2013). Dal picco toccato il 17 gennaio, il rendimento è sceso fino al 4,60Zo, riducendosi di oltre 250 punti base sui titoli di Stato equivalenti. Lo stesso era accaduto nel marzo 2002 con l'aumento di capitale dell'olandese Kpn e alcuni mesi dopo con Ericsson. Esemplare il caso Deutsche Telekom, il 19 febbraio scorso: il lancio cri un bond convertibile (destinato quindi a rimpolpare il patrimonio) da 2,3 miUardi ha affossato le azioni del gruppo tedesco (e tutte le tic europee) ma ha fatto bene ai bond. Reazioni simili sono state registrate da Axa, Fortis e Allianz. L'aumento di capitale, insomma, piace agri obbligazionisti, che si sentono più sicuri con l'arrivo di mezzi freschi. E il tutto a costo zero: a mettere mano al portafoglio devono essere infatti gli azionisti. Certo, non sempre finisce bene, specie se la situazione si deteriora oltre il limite: senza andare lontano basti pensare al gruppo Cirio. In questo caso la ricapitalizzazione dovrebbe essere preceduta dall'abbattimento del capitale esistente e dalla conversione di bond in azioni, con rinunce sul credito nominale comprese tra il 22 eì'86,5%. Venendo a operazioni recenti, annunciate o probabili, sono da citare Corning, Xerox, Aes Corp. e Heidelberg. «I trader seguono con molta attenzione queste operazioni - osserva Diego Degli Espostidi Caboto - perché i capital gain sui bond possono essere elevati e non avere nulla da invidiare a quelli borsistici». C'è irifine la vicenda del gruppo Lucchini, in affanno per uscire da una crisi di liquidità. L'eventualità, anche solo teorica, di un default sul bond da 300 milioni in scadenza a luglio/ha depresso le •già illiquide quotazioni, che oggi viaggiano, a seconda delle scadenze, tra 75 e 93. Ma la soluzione ormai prossima del caso, attraverso una ristrutturazione che prevede anche l'aumento di capitale, sta riaccendendo l'attenzione degli addetti ai lavori. [Borsa&Finanza]

Persone citate: Ericsson, France Telecom, Heidelberg, Lucchini

Luoghi citati: Axa, Fortis