Iraq senza pace: attentato all'oleodotto di Kirkuk di Maurizio Molinari

Iraq senza pace: attentato all'oleodotto di Kirkuk AUTOCARRO USA SALTA FORSE SU UNA MINA: UN SOLDATO MORTO E DUE FERITI Iraq senza pace: attentato all'oleodotto di Kirkuk Test del Dna per alcuni resti carbonizzati, «potrebbe essere Saddam» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «Al Awdah» ovvero «Il ritomo». E' questa la denominazione che i fedelissimi del Baath hanno dato alla rete di combattenti creata in Iraq con l'intento di obbligare americani e britannici a ritirarsi e poter tornare al potere. Dopo . aver ammesso alcuni giorni fa l'esistenza della guerriglia, il Pentagono ha fatto trapelare la conferma del nome, sulla base dell' interrogatorio di numerosi guerriglieri arrestati negh ultimi giorni durante l'operazione «Desert Scorpion»: non solo iracheni, ma anche siriani, sauditi, yemeniti, algerini, libanesi e ceceni. Tali conferme avvalorano il sospetto che vi sarebbero - secondo quanto riportato dal «New York Times» - contatti fra i fedelissimi di Saddam Hussein e Al Qaeda. «Al Awdah» lascia tracce ogni giorno. Due gh attacchi registrati nella giornata di ieri. A Hit, a Ovest della capitale, un'esplosione ha danneggiato l'oleodotto che trasporta carburante dalla città di Kirkuk, nel Nord, verso varie stazioni di servizio nel resto del Paese. L'esplosione è stata violenta e ha sprigionato fiamme visibili a distanza, pur causando danni limitati e quindi non obbligando le autorità militari a chiudere l'oleodotto. Poche ore più tardi un nuovo attacco, questa volta un agguato a Sud di Baghdad a un convoglio militare americano poco fuori della capitale, che ha causato un morto e due feriti fra i soldati. Forse si è trattato di una mina. Gh episodi di guerriglia si moltiplicano in un triangolo di territorio compreso fra Baghdad, Tikrit e Falluja: in una zona a maggioranza sunnita, tradizionale territorio di clan e tribù fedeli al deposto regime. I miliziani del disciolto partito Baath opererebbero però assieme a «stranieri» e al momento le sigle dei gruppi in campo sono diverse. Con una cassetta recapitata alla tv libanese «Lbc» sono scesi in campo i Fedayn del «Fronte nazionale iracheno» che, negando qualsiasi legame con il regime di 'Saddam Hussein, hanno promesso guerra senza tregua agli americani. «Rimanderemo indietro i corpi dei loro soldati uno a uno, per rappresaglia contro le azioni barbare e terroristiche che compiono», ha detto l'uomo mascherato ripreso nel video mentre leggeva un testo scritto, definendo il presidente americano George Bush «uno scagnozzo criminale». Nell'incertezza su chi in realtà guidi la guerriglia, l'esercito americano continua la caccia a Saddam Hussein e ai suoi due figli, Uday e Qusay, di cui si sono perse le tracce dalla -caduta di Baghdad, il 9 aprile. Mercoledì scorso l'unità speciale «Task Force 20» ha identificato nei pressi del confine siriano un convoglio dove si trovava qualcuno che parlava da un cellulare attribuito a stretti collaboratori di Saddam. Gh ehcotteri Apache hanno annientato i veicoh e ora l'intelligence sta conducendo l'esame del dna sui resti di chi vi viaggiava ma, nella serata di ieri, fonti del Pentagono escludevano che potesse trattarsi del Raiss in persona. A capo dell'amministrazione militare, Paul Bremer, assicura che la sicurezza intema «sta migliorando» grazie all'opera di duemila poliziotti iracheni e affianca la lotta alla guerriglia al tentativo di accelerare la ricostruzione. In settimana parteciperà a New York a una conferenza di Paesi donatori convocata per aiutare la ripresa dell'economia. Washington scommette molto sull'esportazione del greggio: il primo milione di barili esportato dall'Iraq dall'inizio della guerra è stato imbarcato nel porto turco di Ceyhan sulla petroliera «Ottoman Dignity» e quindi inviato a una raffineria nel Mar Egeo. Sono già otto milioni i barili di greggio trasportati dall'oleodotto KirkukCeyhan che presto dovrebbe consentire di riprendere l'opera di pompaggio. Un Hamvee dell'esercito americano in prossimità del rogo dell'oleodotto di Kirkuk colpito da un attentato

Persone citate: George Bush, Paul Bremer, Saddam Hussein