Il Mulino di Amleto macina utopie di Osvaldo Guerrieri
Il Mulino di Amleto macina utopie Il Mulino di Amleto macina utopie Osvaldo Guerrieri Montaltp Dora è un'appendice di Ivrea. Al ((Mulino di Amleto», bellissima struttura industriale pervasa da un acuto profumo di farina, è in corso da qualche tempo una specie di messa in atto della Repubblica di Platone. Qui si fa teatro; qui s'insegna, si produce, si discute, si progetta sottoponendosi a una coabitazione multinazionale. L'altra sera abbiamo assistito a ((Rosetta», un elegante e magmatico esempio di teatrodanza curato da Barbara Altissimo; uno spettacolo che ha il suo cuore nelle spirali dell'incoscio e nelle paure da cui il personaggio del titolo cerca di fuggire. Era interpretato da attori professionisti e dagli allievi usciti da una stage del Mulino: tutti bravi. Tuttavia non è l'offerta di spettacoli ciò che, adesso, ci preme registrare. E', piuttosto, lo scatto con cui la struttura guidata da Oreste Valente cerca di trasformarsi in un polo inventivo che non avrebbe precedenti nel nostro Paese. Con un provvedimento e un finanziamento dell'Unione europea, il Mulino di Montalto si è consorziato artisticamente con due città straniere sociologicamente omogenee. Sono Roubaix, nel nord della Francia, e Mons, in Belgio: città dal passato industriale glorioso e dal presente un po' malinconico. Come il comprensorio di Ivrea. Ebbene, queste tre località hanno intrecciato un reticolo progettuale che ha portato, l'anno scorso, al summit di Roubaix da cui sono scaturiti progetti di sceneggiature e di testi per la scena. Questo autunno i partner scenderanno a Montalto per ripetere l'esperienza. Teatranti e scrittori italiani dialogheranno con i loro colleghi continentali, cercando di definire e realizzare un futuro di invenzioni e di idee che dovrebbero trasformare Montalto (e magari qualche altro centro) in una città spettacolo. I lavori, per ora, sono in corso.
Persone citate: Barbara Altissimo, Montalto, Oreste Valente, Platone
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