Nasce l'Islam d'Europa, ma senza identità

Nasce l'Islam d'Europa, ma senza identità MIGRARE IN OCCIDENTE, SRADICAMENTO DALLE CONSEGUENZE ENORMI SUL MODO DI ESSERE: UN CONVEGNO A TORINO Nasce l'Islam d'Europa, ma senza identità Khaied Fouad Allam IL convegno che si è chiuso ieri a Torino sul «Trattamento giuridico delle minoranze musulmane in Europa e negli Stati Uniti», organizzato dalla prof. Giovanna Zincone e dal Forum Intemazionale ed Europeo di Ricerca sull'Immigrazione, e che ha riunito i maggiori esperti mondiali sulla questione, si inserisce in un contesto nazionale e mondiale in cui la problematica dell'Islam è ormai entrata nel dibattito pubbhco. Non c'è paese in Europa e in Occidente in cui non si pongano questioni legate all'Islam, dal velo alle moschee alla laicità. Purtroppo la griglia di lettura utilizzata nell'analisi di questi fenomeni risente ancora di quella che ho più volte chiamato una visione iconica, legata a un approccio culturalista all'Islam, secondo cui i musulmani rimarrebbero sempre eguali a se stessi, e i loro comportamenti' non sarebbero altro che un'eredità del loro passato. In realtà tutta la sociologia che studia la presenza musulmana in Europa evidenzia come nell' Islam della diaspora stia avvenendo qualcosa di inedito. E di fronte a questo fenomeno inedito vanno trovate delle grighe di lettura in grado di decodificarlo. Tnnangj tutto, contrariamente a quanto avvenne nelle conquiste musulmane del X e XI secolo, l'Islam presente oggi in Europa e in Occidente risulta dallo spostamento volontario di intere popolazioni, ma la migrazione di migliaia di musulmani nel vecchio continente nella prima metà del secolo scorso è stata provocata anche dalla fine degli imperi coloniali, in particolare di quello francese e di quello inglese. Il fatto inedito non risiede tanto nello spostamento di popolazioni, quanto nelle sue conseguenze; noi parliamo di ' immigrazione, ma essa ha oggi un carattere definitivo: quei musulmani sono qui e vi rimarranno per sempre. Questo carattere di definitività ha conseguenze enonni nello stesso definirsi musulmano, nel modo di valutare il rapporto fra identità religiosa e cultura: in definitiva questa enorme diaspora musulmana pone e porrà il problema della riformulazione di un'identità religiosa in relazione alla struttura culturale del paese dove si emigra, ciò che il paese ospitante non aveva previsto, perché l'Islam era sempre identificato con i paesi islamici, con le culture, gli usi e i costumi, i riti, il diritto di quei paesi. Tutto questo è oggi completamente rovesciato dalla realtà dell' immigrazione. Ciò che sta awe- nendo in Europa e in tutto l'Occidente, è la reinvenzione di un Islam attraverso categorie ancora deboli, embrionali. L'Islam delle minoranze in Europa ha tutto da inventare: un universo, degli usi e costumi, un immaginario, proprio perché nell'immigrazióne il mondo delle origini si dissolve nel ricordo e nella memoria: Questo fenomeno ha un nome, che i politici dovrebbero capire: si chiama acculturazione, e significa che nel caso specifico dell'Islam le culture d'origine - del Marocco, dell'Egitto, dell'India, del Pakistan - si stemperano per poi dissolversi. Questo fenomeno ha un risvolto drammatico, perché che lo si voglia o no - coincide con l'esperienza dello sradicamento e della solitudine: solitudine per¬ ché esso evolve in un quadro in cui i rapporti fra Islam e Occidente sono prigionieri di condizionamenti ideologici, che rendono meno percorribile il ragionamento critico e meno operative le progettualità politiche, mentre di queste ultime vi sarebbe estrema necessità. Perché, anche se non abbiamo stime esatte della popolazione islamica in Europa, la sua dimensione è comunque consistente e inoltre essa è, demograficamente parlando, una popolazione in crescita. La situazione di queste minoranze rimane preoccupante sotto vari punti di vista. Da una parte assistiamo all'attestarsi di alcune tendenze neoconservatrici nella diaspora musulmana proprio perché il mondo estemo e refrattario alla presenza islamica: il ripiegamento comunitario è spesso la risposta di mondi che si autoescludono, o che si escludono reciprocamente. E' proprio su questo ripiegamento che i movimenti neofondamentalisti o radio ah fanno leva per alimentare la loro ideologia. Ma di tale fenomeno va data una lettura più politica e meno religiosa di quanto in genere si faccia: anche in Europa, nella contestazione e nel militantismo radicale islamico ci sono molto più invettive antimperiahste che rapporti con la tradizione religiosa: il Corano non parla dell'America. Ma accanto a questi movimenti, e largamente maggioritaria rispetto ad essi, vi è tutta un'altra realtà della diaspora musulmana: quella della reinvenzione di una religiosità, più consonante alla società globale, di cui quasi nessuno parla, ma che è presente nel silenzio delle nostre società. La diaspora musulmana è un fenomeno estremamente complesso; questa complessità è colta dai ricercatori, ma raramente dai politici e dai legislatori: perché il dibattito è attraversato da forti tensioni ideologiche. H risultato è per certi versi tragico; perché da un lato i musulmani si sentono incompresi, e si rifugiano in miti identitari; e così spesso l'opinione pubblica continua a proiettare su di essi la dimensione iconica di un Islam che non esiste più, e che però rimane presente nella drammaticità degli eventi intemazionaU: nel terrorismo islamico globale, e nello scontro tra Stato e fondamentalisti all'interno dei paesi islamici. Tutti questi nodi sfuggono spesso alle nostre logiche, distruggono ponti che oggi sarebbe importante costruire fra musulmani ed europei: perché sta nascendo, fatto medito nella storia, un Islam d'Europa. È necessario riformulare la religiosità in rapporto alla cultura del paese ospite: si eviteranno radicalismo, solitudine e conservatorismo

Persone citate: Fouad Allam, Giovanna Zincone