Aperitivo in casa Montalban

Aperitivo in casa Montalban TENDENZE Aperitivo in casa Montalban Aumentano i locali dedicati a scrittori e artisti ambienti che ricreano atmosfere dei romanzi Citazioni per Fante, Marinetti, Pennac eTotò TOIANAPUMZER «Vagavamo nelle piccole vie della rambla cercando la bottega di un tatuaggista, per caso ci siamo trovati di fronte al "Pastis": potevamo non entrare?». Impensabile, immersi in una magica sera a Barcellona e fortunosamente capitati in uno dei locali più ricordati per un passato che inizia con i movimenti antifranchisti. «Quello che da noi oggi chiameremmo una bella bettolaccia, credo sia rimasta la stessa da decenni» continua nel ricordo di quella nottata Marco Mangione, 28 anni, barman di professione e prima ancora per passione. Seduto a quel bancone Anni Quaranta è l'amico di Mauro a notare il signore solo, col bicchiere in mano; «Era Montalban, lo scrittore. Così, per curiosità, ci siamo avvicinati, abbiamo cominciato a parlare e ci ha offerto il suo cocktail, quello che beve sempre». Che beve lui e naturalmente il suo personaggio detective Pepe Carvalho nel romanzo «Gli uccelli dì Bangkok», il Singapore Sling: due terzi dì gin, un terzo dì soda, spruzzata di Contreau, limone, succo d'ananas e ciliegina. «Me lo ha spiegato il barista quella sera, io sul momento ho fatto una variante e Montalban l'ha assaggiata, perché non è tipo da tirarsi indietro: gli è piaciuta». Ora questa stessa «variante» con ingrediente «x» non svelabile la si può sorseggiare al Macario Cafè, locale un po' barocco, un po' essenziale, un po'modemo con voglia di essere anche luogo di Barcellona o Amsterdam o Parigi, appena aperto in zona Quadrilatero davanti all'incrocio via San Secondo-via Bellezia e futura piazzetta Macario. «Una sera un signore mi ha chiesto il "Singapore", l'ha gustato, si vedeva, e poi mi ha detto che gli sono tornati in mente i suoi vent'anni in Spagna, che per questo ama Vasquez Montalban». Passioni letterarie, semplici coincidenze da destino librario, pagine addirittura stampate sul parquet: si cammina su John Fante che scrive «... caro signor Bandini, con il suo permesso vorrei tagliare l'inizio e la fine della sua lunga lettera e pubblicarla come racconto sulla mia rivista...». Arturo Bandini, l'alter ego dello scrittóre culto italoamericano, figlio di un padre operaio di una fabbrica di maccheroni, personaggio autobiografico spaccone, visionario e passionale di «Chiedi alla polvere» e «Aspettiamo primavera», le copertine plastificate sono appese alle pareti. E' un piccolo tempio la pizzeria ristorante di corso Tortona 4, con in cima al menù pizza-spaghetti-insalata alla Bandini e una filosofia da happening letterario con poche pretese, luo^o che nasce per far incontrare i lettori di Fante, o così almeno l'aveva concepito il primo titolare mentre per la nuova gestione recentemente insediata questo mito significa poco o niente, ma nessun balzo al cuore: né immagini né scritti sono finiti in cantina. Curioso che accanto, al numero civico 2 di corso Tortona, ci sia un altro . regno, della risata e del Principe, il grande Totò. E' tutto per lui l'emporio-bar-tabacchi da dieci anni aperto sino a mezzanotte, videoteca fornitissima di tutti i film di Totò trasmessi dalle tv del negozio a ciclo continuo (possibile anche l'acquisto). «La giornata comincia meglio con ima battuta, e chi fa più ridere di Totò?» dice la signora Mina Formato spiegando così l'omaggjo all'artista. Non ci sono i tavolini, e non importa, i clienti chiedono il caffè e lo bevono lentamente al banco rivolti verso lo schermo, almeno il tempo di una sequenza degli intramontabili Totò e Peppino. C'è chi invece si lancia in operazioni culturali più sofistica¬ te, come il «Fish», ristorante in via Valerio 5/b che quest'inverno ha realizzato ima cena con portate esclusivamente da scuola gastronomica futurista, ovvero su ricette originali di Marinetti - che a Torino nel 1931 aprì la «Taverna Futurista del Santopalato» -, e che ora sul suo menù riporta il «pollo Fiat»: prima fritto e poi «cromato» con glassa grigia (non c'è da preoccuparsi, si tratta di coloranti da pasticceria). Fra gli ultimi luoghi dedicati ha inaugurato proprio in questi giorni lo spazio giovanile «Belleville», in via Caraglio 101, che a chiunque abbia letto Pennac non può che far venire in mente le storie parigine dei fratelli Malaussene: «Il colore di quel quartiere, le tante provenienze, le più diverse estrazioni sociali e generazioni: questo vorremmo che fosse il nostro Belleville di Borgo San Paolo» dicono i ragazzi mentre sono alle prese con gli ultimi lavori nel parco.

Luoghi citati: Amsterdam, Bangkok, Barcellona, Borgo San Paolo, Parigi, Singapore, Spagna, Torino