In cinquecento alla cantina Terre da vino

In cinquecento alla cantina Terre da vino Un successo l'incontro (alla terza edizione) riservato a operatori, giornalisti e autorità. Ospite d'onore Bruno Piz^ul In cinquecento alla cantina Terre da vino Per iprodotti Presidi Slow Food e i vini dell'azienda di Barolo BAROLO Quasi cinquecento persone hanno partecipato, lunedì 16 giugno, all'incontro organizzato dalla cantina Terre da vino con i presidi Slow Food. Per il terzo anno consecutivo operatori del settore, giornalisti, autorità e amici golosi hanno preso parte all'appuntamento che è stato dedicato alla degustazione di alcuni prodotti dei Presidi Slow Food in abbinamento ai vini dell'azienda. Sono intervenuti operatori provenienti da diverse regioni italiane tra cui Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Veneto, Lombardia e Piemonte. n direttore generale della Terre da vino, Piero Quadrumolo, soddisfatto per la grande partecipazione, ha commentato: «Il successo registrato ci fa comprendere che esiste interesse anche culturale per pìccole produzioni alimentari, di antica tradizione, che rischiano di scomparire. L'incontro con i nostri vini si è dimostrato eccellente: sono certo che questa degustazione tecnica contribuirà a sensibilizzare i consumatori sulla grande qualità sia dei prodotti dei Presidi, sia dei nostri vini». I prodotti dei Presidi sono stati presentati da Piero Sardo e da Tiziano Gaia di Slow Food. Quest'anno sono stati coinvolti i presidi sardi della pasta «Lorighittas» di Morgongiori e dello zafferano di San Gavino Monreale. La «Lorighittas» è un pasta tradizionale prodotta interamente a mano utilizzando semola di grano duro, acqua e sale: si realizza attorcigliando la pasta ridotta a filo tra le dita, e viene fatta essicare all'aria per alcuni giorni. Lo zafferano di San Gavino Monreale i cui fiori si raccolgono a mano e si fanno essicare, ha un colore rosso brillante, aroma intenso e gusto deciso. Dalla Toscana ha partecipato il Presidio della razza chianina classica, un bovino da cui si rcava carne celebre in tutto il mondo. Dal Piemonte, i presidi della tuma di pecora delle Langhe e dei Mieli di Alta montagna. Dalla SicUia la provola dei Nebrodi, tradizionale caciocavallo prodotto dai casari dei monti Nebrodi. Dalla Liguria la castagna essicata nei tecci (piccole costruzioni in pietra) di Calizzano e Murialdo. Le castagne affumicate per due mesi sopra un fuoco basso e costante alimentato dalla potatura dei castagni, si consumano secche oppure sono utilizzate come ingredienti per biscotti, coinfetture e gelati. I vini dell'azienda sono stati illustrati da Antonio Dacomno, presidente della sezione A.I.S. Piemonte. Si è iniziato con ì bianchi Roero ameis «La Villa 2002» (dal nome del centro storico di Vezza attorno al quale si estendono i vigneti di provenienza) e con il Monferrato bianco «Tra donne sole 2002», un assemblaggio di chardonnay e Sauvignon provenienti dalle colline del Monferrato. A proseguire due grandi rossi. la barbera d'Alba «Croere» 2000, complessa ed affinata in legno, a confronto con la nota ed apprezzatissima barbera d'Asti Superiore «La luna e i falò» 2000, proveniente dalla zona di produzione più tipica del barbera in provincia di Asti. Sono oltre 60 gli ettari di vigneto accuratamente selezionati dai tecnici della «Terre del vino» e gestiti a basse rese che Eartecipano al progetto «Superarbera». L'affinamento in barrique procede per 12 mesi durante i quali questa barbera, dalla robusta struttura, arricchisce ulteriormente il suo patrimonio estrattivo ed evolve in un vino complesso ed elegante. Non è mancato il confronto tra due grandi vini a base di nebbiolo, il barolo docg «Paesi tuoi» 1998 e il barbaresco docg «La casa in collina» 2000, Il barolo «Paesi' tuoi» nasce dall'assemblaggio di uve selezionate appartenenti alle due zone d'elezione di questo vino ricco di storia: l'area elveziana (Castiglione Falletto, Serralunga, Monforte) e la zona tortoniana (Barolo, La Morra, Verduno); Per il barbaresco «La casa in collina» si parte da vigneti in splendide posizioni siti nei Comuni di Barbaresco e Treiso, che con basse produzioni per ettaro consentono di ottenere elevati livelli qualitativi. A coronamento della degustazione, l'Asti «Monti Furchi» 2002, spumante innovativo di grande qualità (senza zucchero aggiunto), a fianco del rinomato vendemmia tardiva, il Piemonte Moscato Passito «La bella estate» 2000, servito in magnum. La giornata si è articolata, come nelle precedenti edizioni, in due sessioni. Una alle 12 riservata ai ristoratori ed enotecari; l'altra è stata la replica in serata, alle 20, per i soci Slow Food e amici golosi. Ospite d'onore è stato Bruno Pizzul, noto telecronista e giornalista sportivo, che da tempo è un grande appassionato e curioso del vino. In alto una veduta di Barolo e lo staff di vendita della cantina Terre da vino. Sopra, da sinistra. Bruno Plzzul con Piero Quadrumolo, e Piero Sardo [FOTOSERVIZIO BRUNO MURIALDO)